CALEFFI, Ercole Francesco
Nato a Carpi (Modena) il 19 ott. 1631da Niccolò ed Elisabetta Massi, fu ingegnere militare, fonditore in bronzo di artiglierie, di ornati, di bassorilievi, di statue. Il Cabassi (in Angelucci) ne ha dettagliatamente raccolto le notizie biografiche. Il C. si formò a Carpi, dedicandosi con particolare interesse allo studio del disegno applicato all'ingegneria militare, e all'arte del fondere artiglierie in cui fu guidato da Anchise Censori. Apprese anche le scienze della meccanica e della pirotecnica, avendo come compagno di studi un altro carpigiano, Bernardino Corradi, a cui rimase legato per tutta la vita da profonda amicizia. All'età di diciotto anni fuggì di casa e a Roma e a Venezia, dove lavoravano i più celebri fonditori di bronzo dell'epoca, si impiegò come garzone presso alcune fonderie: esperienza che servì, senza dubbio, a rendere più salda e profonda quella già assimilata nella città natale.
Ritornò a Carpi intorno al 1656 quando Francesco I aveva ripreso la campagna contro gli Spagnoli, e si arruolò nel corpo dei bombardieri: il 10 sett. 1673 venne nominato capitano di questi e sopraintendente alle munizioni della sua città. Subito dopo volle impiantare nel Castello Vecchio di Carpi una fonderia a suo uso privato, ma sempre al servizio del sovrano. Qui infatti nel 1679 lavorava alcuni cannoni per il duca Francesco II e produceva ingranaggi per alcune macchine da allestire in occasione di festeggiamenti da tributare al sovrano. Nel 1684 fondeva diversi pezzi - canne e forse pistoni - destinati alla realizzazione di un condotto idrico per il convento dei cappuccini di Sassuolo. Nel 1686 insieme con lo svedese Giovanni Meyer, che anzi ospitò durante tutto il tempo dei lavori, fuse per Francesco II ornati in bronzo che dovevano abbellire i portoni del palazzo ducale di Modena. Per la casa Rebecchi di Carpi disegnò e fuse nel 1687 un martello bronzeo di complessa struttura, dodici putti a tutto tondo si intrecciavano ad altri rilievi, tra cui lo stemma della famiglia Rebecchi. Ancora nella sua fonderia lavorò una Resurrezione, che riprendeva le linee essenziali da un'opera di uguale soggetto di Antonio Begarelli, un piccolo bassorilievo rappresentante la Lotta tra Ercole e Anteo e una Deposizione.
Nel 1690 iniziò la fabbricazione di quei cannoni che dal nome del loro ideatore, il generale E. Mansfeld, furono detti mansfelti; apportò tuttavia alcune modifiche al modello originario con culatte e maniglioni tipici delle artiglierie estensi. Il C. gettò a proprie spese la terza e la quarta muta di mansfelti (1691), e il suo credito con la Munizione ducale non era ancora estinto nel 1695, poiché in quell'anno B. Corradi, allora commissario di cannone, scriveva al duca una lettera in cui si rendeva testimone della spesa avuta dal C. di 1841 lire e 7 bolognini, somma che in parte lo stesso C. doveva ai suoi collaboratori (Angelucci, p. 474). Sembra tuttavia che neppure questo interessamento del Corradi valesse a fargli riacquistare il suo. Nel 1696 gli fa rilasciato un benservito dal duca che ricordava con numerose lodi il suo lavoro e la sua fedeltà alla famiglia d'Este.
Morì il 24 nov. 1702 a Carpi, dove fu sepolto nella chiesa di S. Francesco.
Di tutte le opere ricordate, a cui si devono aggiungere numerosi crocifissi di diversa misura, due medaglioni, la statuetta di un satiro e, infine, due acquarelli con figure di santi, si è perduta completamente notizia. La Resurrezione, la Deposizione e il quadretto con Ercole e Anteo, già ricordati, all'epoca in cui scriveva il Tiraboschi erano ancora in Carpi, rispettivamente presso le famiglie Bettini, Gandolfi e presso E. Cabassi; mentre i due acquarelli erano in possesso degli eredi del C., e gli ornati bronzei eseguiti per Francesco II si vedevano a ornamento delle fontane costruite tra il 1783 e il 1784, all'interno del castello, nel fondo della Rotonda. La perdita delle opere del C., almeno in parte, è da attribuirsi agli avvenimenti storici che negli ultimissimi anni del sec. XVIII interessarono il ducato di Modena.
Fonti e Bibl.: A. Angelucci, Docc. ined. per la storia delle armi da fuoco…, Torino 1869, pp. 414-416, 443, 469-476 (biografia tratta da un ms. ined. di E. Cabassi, Memorie degli artisti carpigiani); G. Tiraboschi, Not. dei pittori, scultori, incisori… di Modena…, Modena 1786, p. 132; G. Campori, Gli artisti ital. e stran. negli Stati estensi. Catal. stor., Modena 1855, p. 498; P. Zani, Enc. metodica… delle Belle Arti, I, 5, Parma 1820, p. 217; E. Malatesta, Armi e armaioli, Milano 1939, p. 80; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, V, p. 387.