DOGLIANI, Ercole
Nacque a Torino l'8 dic. 1888 da Vincenzo e Angela Caffarello. Sostanzialmente autodidatta, se si eccettua il periodo di apprendistato presso Giacomo Grosso ricordato dal Vollmer - che tuttavia pare doversi ricondurre alla tarda frequentazione dello studio del Grosso da parte dell'artista, in compagnia dell'amico pittore e incisore Marcello Boglione (1927; cfr. Servolini, 1934, p. 3) - tentò costantemente di arricchire la sua formazione culturale con viaggi di studio in varie città italiane, attuati presumibilmente a costo di gravi sacrifici, stante la precarietà delle sue condizioni economiche determinata, oltre che dalla modesta estrazione sociale, dal suo umile status professionale, che non si elevò oltre l'incarico di correttore di bozze presso il quotidiano torinese La Stampa.
Durante tali viaggi il D. ebbe occasione di conoscere artisti quali Leonardo Bistolfi (che si espresse favorevolmente in merito alle prime prove del D., cfr. Servolini, 1934, p. 2) e, più tardi, Vincenzo Gemito (cui dedicò un Ritratto a xilografia, nel 1924, riprod. in E. D. silografo, 1930) e Medardo Rosso. La predilezione dell'artista per la xilografia si inserisce nel piùgenerale clima di revival primo-novecentesco di quest'arte, e in particolare si ricollega al successo della mostra xilografica di Levanto (1912) cui il D. assistette ricavandone motivi di profondo interesse. La prima fase operativa del D. - che non partecipò al primo conflitto mondiale a causa di una menomazione al braccio destro conseguente ad una malattia contratta durante la fanciullezza - è collocabile attorno al 1915 ed è caratterizzata dalla produzione di ex libris, orientati in prevalenza verso un satanismo simbolista-decadente reso in immagini fortemente stilizzate (alcuni esempi sono riprodotti in Ratta, 1926, III, tavv. 86, 90, e in E. D. silografo, 1930).
A questo tipo di gusto si collegano peraltro anche lavori posteriori, quali Lo spasimo della mummia (1925; in E. D. silografo, 1930) e L'urlo dei millenni (1926 c.; in Ratta, 1926, V, tav. 109). L'opera xilografica del D. è però prevalentemente legata alla produzione di ritratti, realizzati con tratto rude e incisivo. Tale scelta espressiva è destinata ad assumere nella produzione dell'artista un peso sempre maggiore, con opere quali Ritratto di Riccardo Testa (1918), Ritratto di Severino Cerutti (1921), Autoritratto (1921), Ritratto di Francesco Mennyey (1923), Ritratto di Bruno Brandi (1924), Ritratto di Cesare Ratta (1925), Ritratto di Luigi Servolini (1926), tutti pubblicati in E. D. silografo, 1930; Ritratto di Luigi Servolini (1921, in Servolini, 1934). Fin dagli esordi, il D. affiancò alla prediletta tecnica xilografica disegni e saggi pittorici: ricordiamo in proposito alcuni studi di paesaggio in bianco e nero, eseguiti attorno al 1917 e, tra gli oli, Paese (1927), Vedute di Assisi, Marina di Varigotti e gli ultimi, drammatici Autoritratti (1928-29).
Nell'ultima fase della sua produzione, parallelamente alla sempre dominante attività di xilografo, il D. sperimentò, prevalentemente su soggetti paesaggistici, altre tecniche di incisione, quali la litografia (Il Po presso Torino; Paesaggio - Sulla collina di Torino; Il ponte delle Benne; Viali di notte; Mattino; Sera; Notturno I; Notturno II; gli ultimi quattro lavori citati sono del 192.6 e sono riprodotti in E. D. silografo, 1930), l'acquaforte (Vecchia Torino, cartella di 12 xilografie, litografie e acqueforti, Torino, ed. l'Impronta, 1928, in collab. con M. Boglione) e la puntasecca (Africa di Varigotti, 4 incisioni del 1929).
La prima presenza dell'artista ad una esposizione ebbe luogo nel 1921 (Amici dell'arte, Torino: due Ritratti). Partecipò in seguito ad altre edizioni della stessa manifestazione (1923, 1924, 1927) e inoltre alle mostre della società torinese Arte e cultura (1924, 1925) e alla Promotrice di Torino del 1928. Sempre nel 1928 tenne una personale a Livorno (Bottega d'arte; cfr. Servolini, 1928) e partecipò all'Esposizione internazionale di Torino in qualità di dirigente della Bottega della stampa al Castello medievale. Particolarmente cospicua l'attività del D. nel settore dell'illustrazione. La rivista L'Eroica diretta da E. Cozzani - che ospitò i migliori talenti xilografici dell'epoca - pubblicò un Ritratto di Giovanni Pascoli nel n. 87-90 (1924), dedicato per l'appunto al poeta post mortem, quattro ritratti e un ex libris nel n. 163 (1932), dedicato agli xilografi. italiani. Ricordiamo le xilografie realizzate per il romanzo vernacolare di L. Pietracqua Don Pipeta l'Asilé (1926, esposte alla Rassegna di xilografia sarda e piemontese a Sassari nel 1965) e per i volumi di poesie di T. Rovere Al tempo e alla speranza (1920); I sonetti delle colline (1922); Sonetti della morte e delle rose (1923, ripr. in Ratta, 1926, III, tavv. 85, 89); Funeralia, esposto alla Rassegna del 1965, come Visioni del viandante (1909-1929; alcune di queste ultime sono ripr. in Ratta, 1926, V, tavv. 106 ss.). Nell'estate del 1928 fu costretto ad interrompere pressoché totalmente l'attività a causa del progredire di una forma tumorale che aveva iniziato a manifestarsi da alcuni mesi. Il male condusse l'artista alla morte nella sua casa torinese il 12 ott. 1929.
Fonti e Bibl.: C. Ratta, Gli adornatori del libro in Italia, Bologna 1926, III, tavv. 84-93; IV, tav. 71; V, tavv. 106-109; E. Zanzi, Xilografie e miniature..., in Gazzetta del Popolo, 5 nov. 1927; M. Bernardi, Nove mostre personali agli Amici dell'arte, in La Stampa, 29 ott. 1927; Id., Due artisti nel loro studio, ibid., 31 genn. 1928; L. Servolini, Di E. D. xilografo, in La Lucerna (Ancona), novembre 1928, pp. 961 s.; T. Grandi, Per il trapasso di E. D., 12 ott. 1929, Torino 1930; E. D. silografo (presentaz. di T. Grandi), Torino 1930; S. Cerutti, In memoria di E. D., in Pensiero (Bergamo), 10 febbr. 1932; L. Servolini, E. D., in L'Eroica, 1932, n. 163, pp. 41-44; Id., La xilografia italiana: E. D., estratto da Torino, Rassegna municipale, XIV (1934), 6 (con nota bibliogr.); Historicus, Ritratti piemontesi, E. D., in Gazzetta del popolo della sera, 11 giugno 1935; L. Servolini, La xilografia, Milano 1950, pp. 211 s., 215; Rassegna di xilografia sarda e piemontese (catal.), Sassari 1965, p. 14; H. Vollmer, Künstlerlexikon des XX. Jahrh.s, I, p. 577; L. Servolini, Diz. ill. degli incis. ital. mod. e contemp., Milano 1955, p. 297; A. M. Comanducci, Diz. ill. dei pittori disegnatori e incisori ital. mod. e contemp., Milano 1972, II, p. 1079.