Cardinale e uomo di stato (Roma 1757 - Anzio 1824). Giudice del tribunale della segnatura e uditore di Rota, incaricato nel 1797 di organizzare l'esercito pontificio, diede le prime prove della sua abilità politica al conclave di Venezia del 1799. Pio VII, che a lui doveva la sua elezione, lo creò cardinale (1800). Nominato segretario di stato, si sforzò di salvare il dominio temporale dei papi, con coraggiose riforme (libertà di commercio, ecc.), e rialzò in Europa il prestigio della S. Sede col concordato di Francia del 15 luglio 1801. Ma Napoleone non tardò a riconoscere in lui il più intelligente assertore dell'indipendenza del papato e l'obbligò ad abbandonare la segreteria di stato il 17 giugno 1806. Anima dei cardinali dell'opposizione, C. il 9 dic. 1809 fu obbligato a partire per la Francia, ove l'anno dopo rifiutò di assistere alle nozze di Napoleone con Maria Luisa. Indusse nel 1813 Pio VII a sconfessare il concordato di Fontainebleau; alla caduta di Napoleone, fu durante il congresso di Vienna negoziatore abilissimo e recuperò tutto lo Stato Pontificio, salvo Avignone. Ritornato segretario di stato, riorganizzò l'amministrazione pontificia (1816) e seppe sfruttare la tendenza oltremontana del tempo per seppellire definitivamente l'antico giurisdizionalismo dei governi dell'ancien régime con una serie di concordati (Francia, Piemonte, Napoli, Prussia).