Vedi ERCOLANO dell'anno: 1960 - 1973 - 1994
ERCOLANO (v. vol. iii, p. 395)
Uno dei punti più oscuri, e nello stesso tempo di maggiore interesse, nella topografia della città è l'ubicazione del Foro e degli edifici pubblici che dovevano esservi adiacenti.
L'ipotesi, già presente nel Beloch e ripresa dal Maiuri, identifica l'area del Foro con il decumanus maximus che è di ampiezza relativamente notevole ed appare chiuso al traffico dei veicoli: di questa zona esiste una pianta settecentesca nelle Observations di Cochin e Bellicard. I recenti scavi hanno mostrato che detta pianta è sostanzialmente fededegna, ma deve essere letta ribaltata da destra a sinistra. Del grande edificio a N del decumano si riconosce ora il porticato, rivestito di marmo e stucchi, lungo la fronte: esso è limitato ad E e ad O da un arco quadrifronte; si notano anche basi sulle quali restano tracce di statue in bronzo. Ad oriente di questo complesso corre un porticato che, non omogeneo per tutta la sua lunghezza, giunge fino alla grande aula superiore della Palestra; dietro il porticato si riconoscono botteghe ed ingressi a varî ambienti, e sopra si elevano almeno due piani con stanze e corridoi di disimpegno.
A S del decumano abbiamo due edifici. Quello ad E del cardo III è a pianta quadrangolare, con tetto aperto, tipo atrio tetrastilo, sul fondo è un sacello ornato di marmi e di dipinti parietali con due quadri che si riferiscono ad Ercole ed al suo mito. Da un'iscrizione ivi rinvenuta il Maiuri deduceva che qui era il collegio degli Augustali, ma appare più probabile, seguendo un titolo graffito, che fosse la curia, senza escludere che anche il collegio potesse svolgervi qualche sua attività. L'edificio ad O del cardo è scavato soltanto in parte e si riconosce il muro perimetrale con semicolonne, tipo Basilica di Pompei, ed un colonnato all'interno. Edificio pubblico senza dubbio, potrebbe contendere il nome di Basilica con il grande edificio a N del decumano, per ora noto soltanto dai documenti settecenteschi, salvo la parte prospiciente cui abbiamo accennato.
Per la vita commerciale di E., novità interessanti, sempre sul decumanus maximus, sono una officina, dove s'è trovato un candelabro ed un piccolo Dioniso di bronzo, di arte locale, insieme con lingotti ed altri frammenti di piombo, con pesi e crogioli; una bottega che reca sulla fronte un'insegna pubblicitaria ad cucumas con i prezzi della merce in vendita ed infine una bottega nella quale era un gruppo di vetri chiusi ancora nel loro imballaggio: uno dei pezzi reca il marchio di fabbrica di L. Gessius Ampliatus.
Per quanto riguarda le arti figurative oltre al Dioniso in bronzo già ricordato, si segnala la scoperta di una statuetta egizia e di un bel ritratto virile in bronzo.
Bibl.: Arti figurative: S. Augusti, La tecnica della pittura murale di Ercolano, in Rendic. Accad. Arch. Lett. e B. A. di Napoli, XXXIV, 1959, p. 15 ss.; L. Forti, L'orante di Ercolano, ibid., p. 63 ss.; L. Forti, Le danzatrici di Ercolano, Napoli 1959; C. Saletti, Il kouros Pisoni, in Athenaeum, 1960; M. Bieber, The copies of the Herculaneum women, in Proc. Amer. Philos. Soc., 1962, p. 111 ss.; A. De Franciscis, Vetri antichi scoperti ad Ercolano, in Journ. of Glass Studies, 1963, p. 137 ss.; G. Botti, Statuetta del dio Atum da Ercolano, in Boll. d'Arte, 1963, p. i ss.; G. M. A. Richter, The Portraits of the Greeks, Londra 1965; Th. Lorenz, Galerien von Griechischen Philosophen und Dichterbildnisse bei den Römern, Magonza 1965; S. Augusti, Variazioni di colore rilevate su dipinti murali antichi, in Rendic. Accad. Arch. Lett. e B. A. di Napoli, XLI, 1966, p. 123 ss. Epigrafia-papirologia: M. Della Corte, Le iscrizioni di Ercolano, in Rendic. Accad. Arch. Lett. e B. A. di Napoli, XXXIII, 1958, p. 239 ss.; F. Sbordone, Il papiro ercolanese 444, ibid., XXXV, 1960, p. 99 ss.; id., Nuovi frammenti dei papiri ercolanesi, in La Parola del Passato, 1965, p. 307 ss.
(A. De Franciscis)