Scienziato greco (n. Cirene fra il 276 e il 272 a. C. - m. fra il 196 e il 192). Fu discepolo di Callimaco, visse in Atene e dal 240 ad Alessandria, dove sovraintese alla Biblioteca. Trattò varie discipline senza tuttavia primeggiare in alcuna (fu perciò detto "il beta"). Dei suoi scritti abbiamo solo frammenti ed estratti. Scrisse di filologia (sulla commedia attica antica, in almeno 12 libri), di grammatica (per primo E. si sarebbe chiamato "grammatico" e "filologo"), di filosofia, poesia (Hermes, poemetto in esametri e la celebre Erigone, poemetto mitologico in distici). Dell'opera astronomico-mistica Catasterismi ("elevazioni agli astri") ci è giunto un compendio con le leggende relative a 44 stelle; con le Cronografie fondò la cronologia storica (E. vi fissava la caduta di Troia al 1184). Famoso fu però soprattutto per le opere di matematica e di geografia matematica (nel Platonico trattava problemi fondamentali di matematica); inventò il mesolabio, strumento per trovare meccanicamente le medie proporzionali fra due segmenti, e il famoso "crivello (κόσκιον) di E.", per la ricerca dei numeri primi; computò a 250.000 stadî (cioè a circa 46.250.000 m) la lunghezza del meridiano terrestre, basandosi su una misura lineare (distanza tra Alessandria e Siene) e su una misura angolare (inclinazione rispetto alla verticale dei raggi solari ad Alessandria nel giorno del solstizio d'estate, quando il Sole è allo zenit a Siene).