Letterato (Valvasone 1523 - Mantova 1593), appartenente a un ramo dei conti di Cucagna. Trascorse tutta la vita nella cura del suo feudo, e solo nel 1592 passò alla corte del duca di Mantova. È il maggiore letterato friulano del Cinquecento. Giovanile (pubbl. nel 1591) è il poema didascalico in 5 canti di ottave, La caccia, di gusto ariostesco, la sua opera migliore: seguirono, tra l'altro, una traduzione della Tebaide di Stazio (1570), il poemetto Le lagrime di S. Maria Maddalena (1586), il poema Angeleida in 3 canti di ottave (1590), d'ispirazione tassesca, e che forse ebbe inflenza sul Paradiso perduto di Milton.