Equitalia
Equitàlia. – Negli ultimi dieci anni la Repubblica italiana, nel quadro del federalismo fiscale, ha devoluto alle Regioni, come agli altri enti locali, importanti competenze nell’emissione dei ruoli tributari. Per comprendere la situazione attuale, è necessario conoscerne la vicenda storica. Dopo l’Unità la riscossione dei tributi fu affidata a soggetti privati (esattori) che riversavano allo Stato le somme incassate, replicando su scala nazionale la situazione in vigore nel Regno di Sardegna. Le rimostranze della popolazione ricadevano sugli esattori privati. Una riforma del 1873 assegnava a ciascun esattore la competenza su almeno un territorio comunale, con conseguenze in termini di disomogeneità e disparità del servizio. Con il tempo il numero degli esattori fu ridotto, spesso affidando la concessione del servizio di riscossione a istituti di credito. Ancora nel 1995 alcune tra le province più grandi erano suddivise tra due diversi concessionari, alcuni dei quali operavano su più province. Dopo gli interventi di riforma esattoriale tra il 1999 e il 2001, nel 2006 i concessionari si erano ridotti a 37. All’inizio del 2009 erano 25: alcuni con competenze distribuite in diverse regioni, come E. Nomos oppure E. Polis, altri di ambito regionale (Marche, Sardegna), altri subregionali come E. Romagna o addirittura uniprovinciali. A partire dal 2011, E. (le cui azioni sono al 51% dell’Agenzia delle entrate e al 49% dell’INPS) è presente sul territorio con tre sole società: E. Nord con sede a Milano, E. Centro con sede a Bologna ed E. Sud con sede a Roma. A ciascuna regione, fatta eccezione per la Sicilia, corrisponde una direzione regionale e a ogni provincia un’area territoriale. In Sicilia le cartelle esattoriali sono riscosse da Riscossione Sicilia spa (attraverso SERIT Sicilia spa dal 1° ottobre 2006), con capitale per il 60% della Regione siciliana e per il 40% dell’Agenzia delle entrate. Le leggi di riferimento sono le stesse, ma cambiano i regolamenti e le procedure applicate. Pertanto queste esperienze potrebbero essere considerate come un passo nella direzione del federalismo fiscale. Dalla fine del 2011, quando il governo ha intensificato la lotta contro l’evasione fiscale anche attraverso azioni di impatto mediatico da parte dell’Agenzia delle entrate e della Guardia di finanza, si sono moltiplicate manifestazioni più o meno pacifiche contro E. in quanto società incaricata della riscossione dei tributi. L’opinione pubblica, del resto, tende a confondere le competenze tra chi effettua le verifiche fiscali (Agenzia delle entrate e Guardia di finanza), chi iscrive i tributi a ruolo (enti impositori: non solo l’amministrazione dell’erario ma anche, tra gli altri, INPS, INAIL, Regioni e Comuni) e infine chi, come E. (e SERIT in Sicilia), si limita a riscuotere le somme in base alle norme vigenti, stabilite dal Parlamento e regolamentate dal ministro delle Finanze.