equieterogeneita
equieterogeneità s. f. inv. Equilibrio raggiungibile grazie al bilanciamento delle diversità all’interno di un insieme.
• Abbiamo voluto mettere soprattutto in rilievo che manca un raccordo tra consiglio delle autonomie e Regione, soprattutto dopo l’approvazione della nuova legge elettorale ‒ ha spiegato il presidente dell’Anci, [Gianfranco] Pizzolitto ‒. Noi crediamo di essere parte fondante del sistema regione e quindi chiediamo che si agisca in un contesto di equieterogeneità. Si riparta da zero azzerando il problema dell’ineleggibilità e ragionando piú in generale sui costi della politica: il margine di manovra, però, c’è. (Messaggero Veneto, 28 giugno 2007, p. 8, Regione) • Non sono questioni accademiche ma le domande che tolgono il sonno a presidi, insegnanti e soprattutto genitori, preoccupati di trovare non solo la scuola giusta ma anche la sezione migliore. In realtà la regola del «di tutto un po’» non porta la firma solo della nonna ma anche della legge italiana che invita a rispettare il principio dell’equi-eterogeneità. E cioè formare classi che siano il più possibile differenziate al loro interno e quindi simili fra loro. Pupe e secchioni per tutti, come ricchi e poveri, italiani e stranieri e così via. Ma questa regola viene spesso ignorata, come dimostra una ricerca della Fondazione Giovanni Agnelli. (Lorenzo Salvia, Corriere della sera, 16 novembre 2011, p. 33) • Il secondo aspetto [della riforma della scuola] riguarda il principio dell’equieterogeneità: niente più classi ghetto o aule separate, ma un’integrazione tra culture, riservando dei posti per gli studenti stranieri in ogni classe. In un’aula con 28/30 studenti, per fare un esempio, tra i 4 e i 6 posti potrebbero essere «bloccati» ogni anno, agevolando in questo modo l’iscrizione per studenti non italiani. La quota precisa però è ancora allo studio, verrà indicata quando sarà ultimato il censimento delle città con il più alto tasso di studenti stranieri. (Camilla Mozzetti, Messaggero, 26 gennaio 2015, p. 15, Cronache).
- Composto dal confisso equi- aggiunto al s. f. inv. eterogeneità.
- Già attestato nell’Unità del 18 febbraio 1986, p. 4, Dibattiti (Giuseppe Lonatica).