EPITTETO ('Επίκτητος)
Decoratore di vasi attici a figure rosse del primo periodo dello stile severo. Fiorì nel decennio che va dal 520 al 510 a. C., e di questo periodo egli meglio di ogni altro espresse l'ideale artistico. Il nudo, principalmente maschile, domina già nelle sue opere con quell'interesse quasi esclusivo che regnerà incontrastato nell'arte greca sino all'inizio dell'ellenismo; ma più che la verità anatomica E. si studia di render la vita attraverso il movimento, non dimenticando d'inquadrare con perfetto equilibrio decorativo le sue figurine graziose e vivaci nello spazio rigorosamente assegnato dalle forme dei vasi. Mercé la quantità relativamente grande di vasi firmati di sua mano (ventitré, oltre tre frammenti e cinque vasi ora smarriti), siamo in grado di seguire lo sviluppo dell'artista, che sembra lavorasse ancora nel decennio 480-470. Invecchiando, egli cerca di adattarsi alle tendenze più moderne (di cui sono esponenti Eufronio e Cleofrade, che volsero il loro ingegno ad esprimere la forza e la grandiosità) senza riuscire però a conciliare i nuovi ideali con quelli della sua giovinezza. Quanto a lungo egli sia rimasto in voga, lo dimostrano i varî fabbricanti, ben cinque, presso i quali fu in servizio.
Bibl.: E. Pfuhl, Melerei und Zeichnung der Griechen, Monaco 1923, pp. 416-419, figg. 322-332; J. D. Beazley, Attische Vesenmaler des rotfigurigen Stiles, Tubinga 1925, pp. 24-29; P. Ducati, Storia della ceramica creca, Firenze 1923; e soprattutto W. Kraiker, in Jahrb. des Inst., 1929, pp. 141-197, con numerose riproduzioni.