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EPITTETO

di Guido Calogero - Enciclopedia Italiana (1932)
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EPITTETO ('Επίκτητος, Epictētus)

Guido Calogero

Filosofo greco, rappresentante tra i più notevoli (insieme con Seneca e Marco Aurelio) dello stoicismo più tardo. Nato a Ierapoli nella Frigia intorno al 50 d. C., fu schiavo di Epafrodito liberto di Nerone: è a questo periodo che si riferisce l'aneddoto secondo cui, divertendosi il suo padrone a torturargli una gamba, egli ne avrebbe pacatamente predetto la rottura, e, ciò avveratosi, avrebbe con la stessa tranquillità constatato la giustezza della sua previsione. L'aneddoto è stato quasi certamente inventato per illustrare la dottrina di Epitteto dell'indifferenza rispetto al dolore, e insieme per dare spiegazione del suo essere zoppo da una gamba: difetto che dové essere in lui naturale. Come pare, fu lo stesso Epafrodito, che poi lo emancipò, a permettergli di ricevere l'insegnamento stoico di Musonio Rufo (v.), a cui egli rimase poi sempre devoto come a maestro. Liberto, cominciò con l'insegnare a Roma filosofia stoica; ma, costretto ad allontanarsene nell'89 (o poco più tardi) in occasione di uno dei bandi dati da Domiziano ai filosofi, fissò la sua residenza a Nicopoli nell'Epiro, e vi divenne capo di una scuola filosofica assai frequentata. Ivi ebbe scolaro lo storico Arriano di Nicomedia, il quale ci ha conservato una documentazione abbastanza larga del pensiero del maestro, trascrivendone fedelmente le lezioni. Morì nel 138.

Dell'opera di Arriano è conservata soltanto una parte, e cioè i primi quattro libri delle 'Επικτήτου διατριβαί (Epicteti dissertationes), mentre ne sono andati perduti gli altri quattro, insieme coi dodici libri delle ‛Ομιλίαι (altra raccolta di discorsi di E., almeno secondo l'abbastanza sicura attestazione di Fozio, Bibl., cod. 58: secondo un'altra meno probabile ipotesi avanzata inizialmente dallo Schenkl, le ὁμιλίαι avrebbero invece costituito soltanto la terza parte dell'opera complessiva, mentre la prima sarebbe stata formata dalle διατριβαί e la seconda dalle διαλέξεις di cui parla - probabilmente per sua inesattezza - Aulo Gellio, I, 3). Queste dissertationes, quasi stenografate dalla viva voce di E., ci dànno del suo pensiero e del suo stile un quadro anche più fedele di quello offerto dal ben noto Manuale ('Εγχειρίδιον), che Arriano stesso scrisse a compendio della sua opera maggiore (v. l'ottima edizione complessiva di H. Schenkl, Lipsia 1894, 2ª ed. 1916, comprendente le Dissertationes, il Manuale e i frammenti attribuiti, non sempre a buon diritto, a E., e fornita di larghi prolegomeni e indici. Del Manuale, v. la traduzione di G. Leopardi, più volte ristampata).

Da questo quadro, E. si presenta come il tipico rappresentante dell'ultima stoa, che con rinnovato rigore difende i principî della sua filosofia nell'intenzione di restaurarne l'originaria intransigenza. Come gli ultimi scettici, con Enesidemo, tornavano, rinnegando la media Accademia, a Pirrone, così gli ultimi stoici rifiutano l'eclettismo pratico o universalistico di un Panezio o di un Posidonio e si ricollegano agli antichi maestri. E. è con ciò anche, secondo un'osservazione di cui si valse assai utilmente il Bonhoffer, una buona fonte per la nostra conoscenza della prima stoa. Ma E. va, insieme, più oltre: al di là dello stoicismo egli risale al più remoto cinismo. Di qui l'intimo dissidio, e insieme la caratteristica più spiccata della sua filosofia. La quale è tipicamente stoica nella concezione del mondo come retto da una legge razionale, che convenga assolutamente riverire e obbedire; è anzi in ciò, potrebbe dirsi, più che stoica, perché particolarmente accentuato è in essa il motivo religioso della dedizione al volere divino. E testimonianza caratteristica di questo è anche la favola, che ne sorse (e che provocò poi, in età bizantina, interpretazioni del Manuale a scopo catechetico), del segreto cristianesimo del suo autore. Ma è anche, d'altra parte, cinica, e del più schietto cinismo, quando insiste sul concetto dell'assoluta adiaforia, della quale deve armarsi, di fronte a ogni sollecitazione del reale, chi voglia veramente bastare a sé stesso. Delle cose (dicono già le prime righe del Manuale) alcune sono in nostro potere, altre non sono: ma le prime si riducono, in sostanza, alle nostre funzioni della repulsione e del desiderio, alla volontà in quanto ha per oggetto le cose. Che ci si debba occupare solo di quel che è in nostro potere significa cioè, in sostanza, che chi raggiunge il dominio della sua volontà, domando il suo desiderio, diviene indipendente e autosufficiente a somiglianza di Dio. Come questa superba irreligiosità individualistica, che svalutava il mondo col suo rifiuto, potesse convivere con quella religiosità più che stoica, che vedeva Dio in ogni forma dell'accadere, si può intendere quando si pensi alla concordia delle estreme conclusioni pratiche, le quali, sia che considerassero il mondo assolutamente governato da un fato razionale, sia che lo stimassero indegno dell'interesse dell'uomo, venivano in egual misura a escludere l'uomo dal mondo e il mondo dall'uomo. Ma negli atteggiamenti concreti rispetto alle cose restava il dissidio tragico dell'individuo che di fronte all'universale sapeva soltanto o dissolversi in esso o dissolverlo in sé: un dissidio, che creò nel Manuale il documento più suggestivo di tutta l'etica classica, individualistica e mistica e con ciò precristiana.

Bibl.: Fondamentali le opere di A. Bonhöffer: E. u. die Stoa, Stoccarda 1890; Die Ethik des Stoikers E., ivi 1894; E. u. das Neue Testament, Giessen 1911. Per la bibliografia più particolare v. Uebereg-Praechter, Grundr. d. Gesch. d. Phil., I, 12ª ed., Berlino 1926, pp. 163*-64*.

Vedi anche
Arriano Storico greco (95 circa - 180 d. C. circa); nato a Nicomedia di Bitinia e cittadino romano, rivestì ragguardevoli cariche politiche al tempo di Adriano, ma dopo l'avvento di Antonino Pio si trasferì in Atene. Fra le sue opere, nelle quali prese a modello Senofonte, principale è "La spedizione di Alessandro" ... stoicismo Nella storia del pensiero antico, la dottrina e la tradizione che si collega a Zenone di Cizio e alla sua scuola, così chiamata perché Zenone e i suoi successori usavano adunarsi nella Stoà Poikìle. Periodizzazione Storicamente nella scuola stoica si possono distinguere tre grandi periodi. Il primo, ... Lucio Anneo Sèneca Filosofo e scrittore latino (n. Cordova 4 a. C. - m. 65 d. C.). Figlio di Seneca il Retore, compì i suoi studî a Roma, con Papirio Fabiano, retore e filosofo stoico, lo stoico Attalo, il cinico Demetrio e il neopitagorico Sozione. Giovane, si recò in Egitto, e al suo ritorno fu introdotto a Roma nell'ambiente ... cinici I rappresentanti del movimento filosofico iniziato nell’età di Socrate da Antistene e perpetuatosi in tutto lo sviluppo della cultura antica. Il nome deriva dal ginnasio di Cinosarge, il luogo di riunione dei giovani ateniesi figli di madre non cittadina in cui insegnava Antistene, o dallo stile di ...
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  • Epitteto
    Dizionario di filosofia (2009)
    Filosofo (Ierapoli di Frigia 50 d.C. ca Nicopoli, Epiro, 125/130 d.C. ca.). Nacque schiavo di Epafrodito, liberto di Nerone; emancipato, fu a Roma scolaro dello stoico Musonio Rufo e quindi insegnò egli stesso filosofia stoica. Bandito da Roma da Domiziano, si stabilì a Nicopoli, dove fondò una scuola ...
  • Epittèto
    Enciclopedia on line
    Filosofo greco (Ierapoli di Frigia 50 d. C. - Nicopoli, Epiro, 138 d. C.), schiavo di Epafrodito liberto di Nerone. Emancipato, fu a Roma scolaro dello stoico Musonio Rufo e quindi insegnò egli stesso filosofia stoica. Bandito da Roma da Domiziano, si stabilì a Nicopoli, dove fondò una scuola che fu ...
Vocabolario
abstine substine
abstine substine ‹àbstine sùbstine› (lat. «astienti, sopporta»). – Motto del filosofo greco Epittèto (50 - 138 d. C.) che riassume l’etica della filosofia stoica: astenersi da tutto ciò che non è in proprio potere e sopportare quel che...
enchirìdio
enchiridio enchirìdio s. m. [dal lat. tardo enchiridion, gr. ἐγχειρίδιον, propr. «che si tiene in mano»], raro. – Manuale (la fortuna del termine risale all’Encheiridion o Manuale di Epitteto), libro di piccolo formato contenente la trattazione...
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