epistole canoniche
. Le sette e. non paoline del Nuovo Testamento (attribuite rispettivamente due a s. Pietro, una a s. Giacomo, tre a s. Giovanni, una a s. Giuda) spesso sono dette ‛ cattoliche ' per sottolineare che la Chiesa intiera, dopo parecchi secoli di esitazioni, le ha riconosciute d'ispirazione divina. Benché in senso proprio tutte le e. ammesse nel canone del Nuovo Testamento siano canoniche, tale aggettivo può anche trovarsi usato in senso stretto con riferimento a tali lettere. Ma sia nello sviluppo della dottrina che nella dimostrazione della fede, nessuna ebbe mai un ruolo paragonabile agli altri scritti neotestamentari. Perciò gli autori di tali e. figurano in Pg XXIX 142 in umile paruta.
Sia Pietro (Pd XXV 29 ss.) che Giuda (Pg XXIX 142 ss.) compaiono qualche volta nell'opera di D., ma senza che i loro testi siano citati. Neppure le e. di s. Giovanni sono mai citate, mentre lo è spesso il Vangelo; il personaggio dell'apostolo è richiamato in Pd XXV 112-114 come colui che giacque sopra 'l petto / del nostro pellicano e fu di su la croce al grande officio eletto. Di contro, Giacomo ha un trattamento particolare (Pd XXV 77 ss.), corrispondente pressappoco al ruolo che la Chiesa primitiva riconosceva, a Gerusalemme, al ‛ fratello ' del Signore. In effetti la Pistola di santo Iacopo è usata esplicitamente due volte nel Convivio. In IV II 10, chiosando la canzone Le dolci rime 9: tempo mi par d'aspettare (per parlare di amore), D. fa delle considerazioni sulla nozione di tempo in senso metafisico, umano e provvidenziale e sulla benefica opportunità di saper attendere come l'agricoltore di s. Giacomo (5, 7). Qui D. peraltro usa il titolo, abitualmente riservato a s. Paolo, di apostolo per eccellenza. In IV XX 6, dove è spiegato Le dolci rime 116 su gentilezza e vertute, D. vuol provare che la stirpe non fa le singulari persone nobili, ma il contrario, e cita il classico luogo teologico di Iac. 1, 17: ogni dono perfetto di suso viene, discendendo dal Padre de' lumi. Il poeta ha così ragione di scrivere solo Iddio a l'anima la dona.
Bibl. - Per quanto riguarda la ‛ nobiltà ', v. A. Vallone, La ‛ cortesia ' dai provenzali a D., Roma 1950.