EPISTATE ('Επιστάτης, lett. "presidente, soprintendente")
In tempi diversi ad Atene e in molte città del mondo ellenico (in parte sotto l'influenza del diritto pubblico attico) con tale vocabolo sono indicati pubblici ufficiali o funzionarî con mansioni politiche, amministrative, giudiziarie, finanziarie, militari.
Ad Atene i cinquanta pritani, che costituivano ciascuno dei dieci uffici in cui era divisa la bulè, sorteggiavano giornalmente un presidente, l'epistate dei pritani, detto anche semplicemente epistate, il quale per la durata della sua funzione (un giorno e una notte) restava nel locale dei pritani (tholos), insieme con un terzo dei suoi colleghi pritani da lui designati. Intorno alle sue precise funzioni sappiamo poco; di certo egli presiedeva la bulè e aveva il diritto di presentare o di rifiutarsi di mettere ai voti dell'assemblea le proposte che gli venivano presentate. Dal principio del sec. IV a. C. all'epistate dei pritani non spettò più la presidenza della bulè e dell'ecclesia. L'epistate ebbe allora il compito di estrarre a sorte nove proedri, uno per ciascuna tribù (esclusa quella che teneva la pritania), tra i quali era sorteggiato pure l'epistate dei proedri, al quale egli consegnava anche il programma (l'ordine del giorno), già fissato dai pritani. Così si ebbero in Atene un epistate dei pritani e uno dei proedri con funzioni diverse. L'epistate dei proedri aveva parte anche nell'istruttoria di taluni processi. Nell'età romana l'epistate dei pritani restava in carica per tutta la durata della pritania (35 o 36 giorni). Ad Atene fra gli altri epistati è da ricordare l'epistate dei nomoteti. Nelle cleruchie ateniesi, dove si ripeteva in sostanza la costituzione della madre patria, troviamo del pari testimoniati gli epistati. Così a Lemno, a Imbro, a Samo nel sec. IV a. C.; a Delo nel sec. II; similmente, e in particolare nell'età ellenistica, a Cizico, a Iaso, a Zelea, ad Arcesine, a Egiale, ad Astipalea, a Ios, a Paro, a Tenos, e pare anche a Tessalonica. A Mileto la presidenza della bulè era tenuta da un collegio di epistati, che avevano pure il loro presidente. A Magnesia del Meandro è ricordato un epistate dei proedri, della giunta cioè che presiedeva l'assemblea del popolo come ad Atene.
Nel sec. V a. C. ad Atene l'amministrazione dei beni dei templi era affidata, oltre che ai sacerdoti o ai tesorieri, anche ad epistati. Similmente nell'Egitto tolemaico troviamo in tali funzioni l'epistate distinto dai sacerdoti. Così pure col nome di epistati sono indicati dei soprintendenti di edifizî pubblici. Furono indicati col nome di epistati anche funzionarî straordinarî in carica per la durata del compito loro affidato, purché non superiore a un anno, se no al principio dell'anno successivo erano sostituiti. Tali erano gli epistati dei lavori pubblici, come quelli addetti alla costruzione del Partenone, dei Propilei, dell'Eretteo, ecc. Si trovano anche a Delo, a Lebadea, a Tegea, a Ilio, a Tralle, a Rodi. Al principio del sec. IV a. C. compaiono gli epistati dei giuochi (la cui soprintendenza forse fu prima unita con quella dei templi) a Delo, Cos, Pergamo, ecc., ed epistati dei giovinetti, col compito di vigilare sulla loro educazione.
Gli epistati sono molto menzionati nell'età dei successori di Alessandro Magno, spesso con funzioni amministrative e militari a un tempo.
Bibl.: A. Boeckh, L'economia pubblica degli Ateniesi, trad. ital., Milano s. a. p. 1120 segg.; Meier, De epistatis Atheniensibus, Halle 1885; G. Gilbert, Handb. d. gr. Alterthümer, I, Lipsia 1893, 2ª ed., p. 303 segg.; II, Lipsia 1885, pp. 140, 159, ecc.; Schoemann-Lipsius, Griech. Alterthümer, Berlino 1897, I, pp. 402, 464, 466, ecc.; II, p. 389; W. Liebenam, Städteverwaltung, Lipsia 1900, pp. 241, 295; Chavannes, in Daremberg e Saglio, Dict. d. antiquités, VI, p. 699; Busolt-Swoboda, Griech. Staatskunde, Monaco 1920-1926. Per le iscrizioni v. gl'indici dei volumi del Corpus Inscr. Graec., delle Inscr. Graecae; Dittenberger, Sylloge, 3ª ed., indici; Orientis Graeci Inscr., indici.