EPINETRON (ἐπίνητρον)
Strumento per filare la lana a forma di cilindro cavo, con un'apertura longitudinale sul fianco, e chiuso ad una delle estremità. Il termine di e., sinonimo di ònos (ὄνος), e la sua funzione erano già documentati dalle fonti antiche (Poll., vii, 32 e x, 125; Hesych., s. v. epinetron, e s. v. onos; Etym. M., 362/20); ma gli epìnetra in ceramica dipinta e spesso anche adorni di una testa plastica di Afrodite, rinvenuti in varie regioni greche, per la loro insolita forma furono a lungo considerati come tegole della travatura centrale di piccole edicole funerarie, finché C. Robert, confrontando la scena di filatura dipinta su uno di essi, identificò la loro vera natura e ne dimostrò l'uso come ginocchiere su cui veniva strofinata la lana. Se la lana venisse passata dall'e. sull'àtraktos (fuso) per essere qui ridotta ad un filo; o se piuttosto, già filata, fosse regolarizzata sulla superficie scabra dell'e., è incerto.
I numerosi esemplari in ceramica, che vanno dalla meta del VI fino a tutto il V sec. a. C., hanno la superficie esterna dipinta a figure nere o a figure rosse lungo le fasce laterali, che risultano collegate nella zona superiore convessa da una decorazione a squame. Benché non manchino, specie in quelli a figure nere, i soggetti mitologici, prevalgono di gran lunga le scene tolte dalla vita femminile quotidiana. Intorno ad uno di questi epìnetra a figure rosse con la rappresentazione delle nozze di Alcesti, rinvenuto ad Eretria, si sono potuti raggruppare, grazie ad indubbie affinità stilistiche, più di 70 vasi, in prevalenza di piccole dimensioni: lèkythoi, kölikes, oinochòai, pissidi ecc., che sono stati attribuiti ad un'unica personalità artistica, il Pittore di Eretria.
È da osservare, comunque, che non questi, ma altri epìnetra in materiale più resistente (per esempio legno) dovevano essere quelli effettivamente adibiti alla filatura: i bei pezzi in ceramica decorata, che sono stati rinvenuti in buon numero sull'acropoli di Atene, dovevano costituire un dono simbolico; e con questo significato spesso sono stati posti nelle tombe.
Bibl.: C. Robert, in ᾿Αρχαιολογικὴ ᾿Εϕημερίς, 1892, p. 274 ss.; H. Lechat, in Revue Étud. Grecques, XI, 1898, p. 222 ss. (ivi riproduz. dell'e. con le nozze di Alcesti); P. Harwig, in ᾿Αρχαιολογικὴ ᾿Εϕημερίς, 1897, p. 130 ss.; E. Pfuhl, Malerei u. Zeichnung, paragr. 43; Olck, in Pauly-Wissowa, VI, c. 182, s. v.; M. L. Kissel, in New York Boll. Metr. Mus., XIII, 1918, p. 235 ss.