EPILYKOS (᾿Επίλυκος)
Dalle iscrizioni della tazza del Louvre n. G. 10, il Furtwängler (Furtwängler-Reichhold, ii, 182 ss.) ha ritenuto che tutte le tazze arcaiche nelle quali appariva il nome E. fossero opera di un sol pittore. Ma in base alla tazza di Villa Giulia 20760 da Cerveteri con la firma di Skythes sono stati in seguito attribuiti a questo ceramografo arcaico della tecnica a figure rosse e di tecnica mista la maggior parte dei vasi che portano l'acclamazione ad Epilykos (v. skythes).
Bibl.: W. Klein, Die griech. Vasen mit Meistersignaturen, Vienna 1887, p. 114; J. C. Hoppin, Red-fig., Cambridge 1919, I, p. 342; E. Pfuhl, Mal. u. Zeichn., Monaco 1923, p. 290, 298, s., 419 ss.; J. D. Beazley, Vasenmal. rotfig., Tubinga 1925, p. 39 ss.; id., Red-fig., Oxford 1942, pp. 74, 892 ss.; G. M. A. Richter, Attic Red-figured Vases, New Haven 1946, p. 52; A. Rumpf, Malerei u. Zeichnung (Handb. d. Arch.), Monaco 1953, p. 77 ss.