EPIGONOS (᾿Επίγονος, Epigõnus)
Scultore figlio di Karios da Pergamo, che si era cimentato in varî generi, secondo Plinio (Nat. hist., xxxiv, 88), che nomina di lui un trombettiere ed un fanciullo che accarezza la madre uccisa. Restano alcune basi iscritte con la sua firma che complessivamente possono essere poste nella seconda metà del III sec. a. C. La più antica sosteneva la biga o la quadriga di Attalo, fratello di Filetero, seguono in ordine di tempo altre due basi da Pergamo (Loewy, I. G. B., 157-157 a,); la base della statua di Leonteus, forse un atleta (A th. Mitt., xxxiii, 1908, p. 146, n. 58, t. 23,4); statua di ignoto (ibid., p. 417, n. 59); grande monumento di Attalo I (Inschr. v. Pergamon, 21-28); gruppo bronzeo di Attalo I dedicato da Epigene (ibid., 29). Il fatto che questo artista abbia svolto la sua attività a Pergamo e sia stato manifestamente il preferito degli Attalidi, se non proprio il loro scultore ufficiale, ha fatto mettere in relazione le sue due opere nominate da Plinio, cioè il trombettiere e la madre uccisa, con il grande donario degli Attalidi: e precisamente si è voluto vedere il Trombettiere nel Galata morente del Museo Capitolino e la Madre col fanciullo nell'Amazzone del Museo Naz. di Napoli, che, effettivamente, aveva un fanciullo vicino che fu poi fatto scomparire dal restauratore.
Bibl.: Röm. Mitt., VIII, 1893, p. 251; IX, 1894, p. 246; Jahrbuch, VIII, 1893, p. 119; S. Reinach, L'ex voto d'Attale, in Rev. Ét. Gr., VII, 1894, pp. 37-44; M. Collignon, Hist. Sculpt. Gr., II, Parigi 1892-97, p. 500; C. Robert, in Pauly-Wissowa, VI, 1907, cc. 69-71, s. v., n. 8; W. Amelung, in Thieme-Becker, X, Lipsia 1914, s. v.; A. Schober, E. von Pergamon und die frühperg. Kunst, in Jahrbuch, LXIII, 1938, pp. 126-149; H. Kähler, Der grosse Fries von Pergamon, Berlino 1948, e Cap. I°, parte IIa, note 87-88; A. Schober, Die Kunst von Pergamon, Innsbruck-Vienna 1951, p. 66 ss.