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EPEUR

di A. Comotti - Enciclopedia dell' Arte Antica (1960)
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EPEUR

A. Comotti

Nome etrusco di un fanciullo alato su uno specchio di provenienza ignota della Bibliothèque Nationale di Parigi. Il significato della rappresentazione non è chiaro: nella parte superiore, Hercle (Eracle) con E. fra le braccia, sta davanti a Tinia (Iupiter) in trono; ai lati siedono Turan (Venere) e Thalna; nella parte inferiore Elena, in trono, dà la mano ad Agamennone, in presenza di Menelao, Paride, Aiace e di due divinità femminili che appaiono come ancelle. Sotto la variante Epiur lo stesso fanciullo, senza ali e avvolto in un mantello, appare su uno specchio frammentario da Vulci dei Musei di Berlino, accanto ad Eracle che lo solleva dal suolo in presenza di Minerva. Il significato di E. è incerto. Il De Witte lo interpreta come Eros. Il Cavedoni e il Gerhard lo connettono a ἐπίουρος e lo spiegano come un genio protettore. Lo Schwenck risale a ἡβαῖος e vede in lui un simbolo del ringiovanimento di Eracle. Il Deecke, infine, pensa che sia il figlio di Eracle e di Ebe, mentre lo Engelmann lo identifica con Euphorion, il figlio di Elena e di Achille.

Monumenti considerati. - Specchio di Parigi: J. De Witte, Orioli, Cavedoni, in Ann. Inst., VI, 1834, p. 183 ss.; 1840, p. 268 ss.; Mon. Inst., ii, tav. vi; E. Gerhard, Etruskische Spiegel, Berlino 1843-97, iii, p. 174 ss., tav. clxxxi; A. Fabretti, C. I. L, 2500. Specchio di Berlino: H. Brunn, in Bull. Inst., 1862, p. 110; E. Gerhard, op. cit., iv, p. 79, tav. cccxxxv, 2; A. Fabretti, C. I. I., 2146 bis; A. Schwenck, in Rheinisches Museum, N. F., iii, p. 138; R. Engelmann, in Roscher, 1, col. 1975.

Bibl.: W. Deecke, in Roscher, I, col. 1280; Samter, in Pauly-Wissowa, V, 1905, col. 2734 s.

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