epatite
La malattia che danneggia il fegato
L'epatite è un'infiammazione del fegato che può essere causata da agenti infettivi, ma anche da sostanze tossiche, medicine o altro; può essere acuta oppure diventare cronica e non sempre esiste una cura adeguata. Le epatiti più importanti sono causate da virus specifici per il fegato e sono trasmissibili
L'epatite è dovuta quasi sempre a particolari virus che si riproducono solo nelle cellule epatiche, danneggiandole. Questi virus sono classificati con le lettere A, B, C, D, E, F, G e identificati da sigle come, per esempio, HAV (Hepatitis A Virus).
L'epatite acuta si riconosce per il colorito giallo degli occhi e della pelle (ittero o itterizia), urine scure, feci chiare, mancanza di appetito, digestione difficile, malessere, senso di stanchezza e tanto prurito.
Nelle forme croniche c'è un periodo molto lungo in cui il virus è tranquillo e il paziente non ha nessun disturbo; quando il virus si attiva il paziente diviene stanco facilmente e spesso ha difficoltà digestive.
L'epatite A è detta epatite alimentare, perché è causata dal virus HAV che si trasmette attraverso alimenti contaminati, in modo simile al virus del colera.
Il virus è eliminato dal malato con le feci e l'ingestione di alimenti sporchi di feci causa l'epatite A. Per questo si parla di trasmissione oro-fecale (cioè tra bocca e feci).
L'epatite A è più frequente nei paesi poveri, dove l'acqua scarseggia, non ci sono buoni sistemi fognari e le condizioni igieniche lasciano molto a desiderare. Ma anche nei paesi più sviluppati un cuoco poco pulito può diffondere la malattia!
Fortunatamente oggi esiste un vaccino efficace e sicuro per questo tipo di epatite, che protegge dall'infezione. Comunque, l'epatite A di solito guarisce da sola dopo qualche mese e soltanto in rarissimi casi può essere mortale.
È causata dal virus HBV. Un tempo era definita epatite da siero (il siero è una delle tre componenti del sangue) per indicare che la via di trasmissione è il sangue, oppure parenterale (cioè che non segue la via gastroenterica perché si contrae anche da punture o da ferite con oggetti contaminati da sangue infetto); si può anche trasmettere attraverso i rapporti sessuali. È stato inoltre dimostrato che anche una madre con epatite B può trasmettere il virus al bambino, durante il parto.
L'epatite B, contrariamente all'epatite A, non sempre guarisce; molti soggetti dopo avere contratto il virus rimangono portatori cronici. In queste persone il virus continua a vivere dentro il fegato e pertanto per tutta la vita possono trasmetterlo. L'epatite B può causare nel tempo gravi danni a quest'organo.
Fortunatamente anche per il virus dell'epatite B esiste un vaccino. Tuttavia ancora tante persone si ammalano, perché il vaccino è obbligatorio per i bambini soltanto dal 1991, e non tutte le persone adulte hanno effettuato la vaccinazione.
È causata dal virus HCV. Questo virus ha le stesse vie di trasmissione di quello dell'epatite B, cioè attraverso il sangue, i rapporti sessuali e durante il parto. L'epatite C può diventare cronica, causare la cirrosi (il fegato non funziona più perché diventa come una grossa cicatrice) e dare origine a un carcinoma (un grave tumore). Purtroppo, al contrario dell'epatite A e B, non esiste un vaccino, e quindi è molto importante evitare di entrare in contatto con il virus. Oggi ci sono alcuni farmaci che possono bloccare il virus, ma non sono efficaci in tutte le circostanze; inoltre, non sono sempre ben sopportati dai pazienti, perché causano numerosi effetti collaterali. Lo stato clinico del malato è simile a quello del malato con epatite B cronica.
Il virus dell'epatite delta, chiamato HDV, da solo non è capace di causare l'infezione, ma ha bisogno del virus dell'epatite B. Quindi ha le stesse vie di trasmissione di questo virus. Il virus HEV è causa dell'epatite E e si trasmette come l'epatite A; però questa infezione può frequentemente evolvere in forme gravi e mortali.
Virus scoperti da poco tempo sono la causa di nuovi tipi di epatiti. Il virus F è stato ritrovato negli escrementi umani in India nel 1994; il virus G è stato individuato, da pochi anni, in soggetti con epatite C, e sembra trasmesso per via parenterale.