EOS (ionico ᾿Ηώς, eolico Αὔως, attico "Εως)
Personificazione dell'aurora, di genealogia incerta: Esiodo la dice figlia di Iperione e Theia e suoi fratelli sarebbero Elio e Selene; Omero, invece, la dice figlia di Iperione ed Euryphaessa; altri la dicono figlia di Helios. Si invaghì della bellezza di molti uomini che inseguì e rapì, come l'aurora col suo avanzare avanti al Sole, insegue e rapisce le stelle; tra gli uomini da lei amati e rapiti sono famosi Orione, Cefalo, Clito (v.). In Esiodo, E. sposa Astreo e genera i venti e le stelle ma, più comunemente, la si ritenne sposa di Titone e madre di Memnone ed Emathion (v.). Nelle raffigurazioni più antiche non ha alcun attributo ed è semplicemente vestita dell'abito ionico o attico e la tradizione arcaica che raffigura E. aptera si perpetua anche in monumenti posteriori. Più tardi si attribuiscono ad E. le ali. Oltre queste, raramente E. ha altri attributi, come il nimbo, o il carro a due o a quattro cavalli, talvolta i cavalli sono alati, attributo questo, comune a Selene. Pochi esempi abbiamo di E. seduta su una cavalcatura, confondendosi E. anche in questo caso, con Selene.
In Etruria il nome di E. è Thesan. Nelle più antiche figurazioni, che sono di stile ionico dell'ultimo terzo del VI sec. a. C., E. ha le ali ai piedi e generalmente anche sul dorso, in numero di due o più spesso di quattro: la troviamo impegnata a volare con Cefalo tra le braccia, o, raramente, ad inseguirlo. Nel V sec. a. C. presenta come unico attributo le due ali sul dorso e in qualche caso il nimbo: oltre che nelle azioni già indicate, la incontriamo mentre vola stringendo il morto Memnone o partecipa a concilî divini. Le figurazioni più tarde, ascrivibili al IV sec. a. C., la mostrano sempre senz'ali, seminuda, o al fianco di Titone, a volte sulla quadriga, o nell'atto di assalire Cefalo che si schermisce.
Monumenti considerati. - E., senza attributi, in monumenti arcaici: Annali d. Inst., 1881, p. 170; Monumenti d. Inst., xi, t. 33; Arch. Ztg., 1851, tav. 30; 1873, tav. 15, 1; Bull. Neap., n. s. 5, tav. 10; J. Overbeck, Gal. her. Bild., tavv. 22, 10 e 13; in monumenti posteriori: Arch. Ztg., 1875, tav. 15. E., alata, in monumenti non arcaici: Arch. Anz., 1931, p. 109; Journ. Heil. Stud., xiii, 1893, p. 137; Monumenti d. Inst., iii, 23; x, 39, 3; ii, 55; Arch. Ztg., 1882, p. 338, acroterio di Delo; A. Furtwängler, Gemmen, tavv. xix, 67; xvi, 17; cfr. testa iscritta su una gemma della fine del V sec., ibid., tav. xiv, 33. E. con il nimbo e le ali: Monumenti d. Inst., iii, 23, 3; Furtwängler-Reichhold, i, p. 52. E. sul carro a due cavalli; A. Furtwängler, Coll. Sabouroff, t. 63; id., Gemmen, tavv. lvii, 5; lxiii, 49. E. sul carro a quattro cavalli: Bull. Neap., n. s. iii, t. 3; S. Reinach, Rép. Rel., i, p. 251; iii, pp. 475; 348, 2; 413; Vatican. Kat., ii, pp. 445, 263, t. 53; S. Jones, Catal. Conservatori, pp. 98, 39 a t. 34. E. sul carro con cavalli alati: Furtwängler-Reichhold, iii, p. 33, fig. 14. E. a cavallo: Annali d. Inst., 1864, tav. S. T. Rilievi melî: P. Jacobsthal, Die melischen Reliefs, Berlino 1931, p. 21 ss. Acroterio da Caere a Berlino: A. Andrén, Architecturai Terracottas from Etrusco-Italic Temples, Lund 1940, p. 36, tav. ii. Monumenti etruschi del VI sec.: A. Andrén, Architectural Terracottas from Etrusco-Italic Temples, Lund 1940, p. 36, tav. ii; E. Gerhard, Etr. Spiegel, 363, 1; T. Dohrn, Die schwarzfigurigen etr. Vasen aus der zweiter Hälften des VI Jahr., Berlino 1937, tav. 3, n. 44; C. V. A., Louvre, 9, tavv. 8, 3-4; 10 (idria ceretana). Monumenti etruschi del V sec.: E. Gerhard, ibid., 179, 18o, 361, 362, 396, suppl. 114; A. Furtwängler, in Arch. Ztg., 1882, col. 353 s., con figura. Monumenti del IV sec.: E. Gerhard, ibid., 76, 232, 290, suppl. 74; J. D. Beazley, Etr. Vase-Painting, Oxford 1947, p. 80 ss.
Bibl.: Rapp, in Roscher, I, cc. 1251-78, s. v.; Escher, in Pauly-Wissowa, V, 1905, c. 2657 ss., s. v. Bibliografia (in generale): A. Sorrentino, Il mito di Eos e Kephalos nelle pitture vascolari, in Mem. R. Accad. Napoli, III, 2, 1918, p. 3 ss.; J. D. Beazley, Etr. Vase-Painting, p. 81 s.; G. A. Mansuelli, in St. Etr., XX, 1948, p. 76 ss.
(G. Cressedi - G. Colonna)