EOR
– Sigla di Enhanced oil recovery, terminologia con la quale nella coltivazione di un giacimento petrolifero si indicano processi avanzati di recupero – chiamati anche recuperi terziari o recuperi assistiti – che consentono di aumentare la quantità di greggio estraibile oltre la frazione recuperabile con tecniche volte al mantenimento della pressione originaria di giacimento attraverso l'iniezione di fluidi, gas o acqua (improved oil recovery o recupero secondario). Questi processi, che sono in genere molto costosi e giustificabili in un contesto di prezzi del greggio relativamente alti, si fondano generalmente sul miglioramento del rapporto di mobilità fra olio e acqua e quindi sull'efficienza dello spiazzamento, ottenibile facendo abbassare la viscosità dell'olio mediante processi termici e di miscelazione con gas oppure facendo aumentare la viscosità dell'acqua mediante processi chimici. Nel caso di giacimenti con olio particolarmente viscoso, un metodo per aumentarne il recupero è quello dell'iniezione di vapore caldo che, oltre a dare i vantaggi di spiazzamento simili a quelli di un recupero secondario con iniezione di gas, permette l'avanzamento in giacimento di un fronte di gas caldo il quale, scambiando calore con l'olio con cui è venuto a contatto, può ridurne sensibilmente la viscosità, rendendolo più mobile e quindi producibile. In maniera analoga funziona lo spiazzamento mediante iniezione di anidride carbonica in giacimento: in questo caso il gas viene in parte disciolto nell'olio ad alta viscosità, con conseguente diminuzione di viscosità e aumento della mobilità all'interno del mezzo poroso. È opportuno ricordare, fra i processi termici, anche il metodo di combustione in situ, utilizzabile specialmente per il recupero terziario di oli pesanti ad alta viscosità. La tecnica utilizzata in questo caso consiste nell'attivare la combustione dell'olio di giacimento in una sua estremità, sostenendola tramite l'iniezione di aria da pozzi dedicati. Il calore sviluppato al fronte di combustione, trasferito all'olio nel giacimento per conduzione e convezione, ne abbassa la viscosità. Inoltre, i componenti più volatili del greggio (ottenuti per distillazione), seguiti da un fronte di idrocarburi leggeri (ottenuti per cracking degli idrocarburi pesanti alle elevate temperature del fronte di combustione), mescolandosi con l'olio, ne migliorano la qualità e la mobilità. Tra le tecniche che realizzano il miglioramento del rapporto di mobilità fra olio e acqua attraverso l'aumento della viscosità dell'acqua, si ricorda l'iniezione di soluzioni di polimeri, che tendono a formare un tampone di acqua ispessita ad alta viscosità che, grazie a questa caratteristica, migliora il rapporto di mobilità a favore dell'olio. Una tecnologia ancora in fase esplorativa prevede inoltre l’utilizzo di batteri coltivati all’interno del reservoir (microbial EOR), che possono indurre nell’olio modificazioni (diminuzione di viscosità, produzione di fase solvente o tensioattivi) atte a favorirne il recupero.