EOLO (Αἴολος, Aeolus)
Personaggio mitico greco. L'episodio più noto della leggenda di E. è quello che si riferisce alla sua condotta con Ulisse, che da lui riceve in dono i venti chiusi in un otre; quando i compagni d'Ulisse aprirono l'otre e i venti lo ricondussero all'isola, E. rifiutò a Ulisse ogni aiuto ritenendolo perseguitato dagli dei. Ricordando che su Lesbo regnava Macareo, figlio di E., non è improbabile che, se non il poeta dell'Odissea, almeno l'antico cantore cui il poeta dell'Odissea s'ispirò ponesse la sede di E. a Lesbo. Per effetto della colonizzazione greca della Sicilia e dell'Italia meridionale, E. e l'isola di E. vennero ben presto localizzati in Sicilia; e si combinarono miti locali della Sicilia e dell'Italia con la leggenda di E. Liparo sarebbe fuggito dall'Italia dinnanzi al fratello usurpatore e avrebbe posto la sua sede nell'isoletta che da lui avrebbe preso il nome. E., figlio di Ippote, avrebbe sposato Ciane, figlia di Liparo, e quindi avrebbe secondato il desiderio del suocero di tornare in Italia, assicurandogli il dominio del territorio intorno a Sorrento. Secondo un'altra tradizione E. avrebbe sposato Telepatra, dalla quale avrebbe avuto sei figli maschi e sei femmine. Secondo un'altra tradizione più vicina alla genuina E. sarebbe stato fratello di Doro e Xuto, figlio di Elleno, e sarebbe stato padre di sette figli, Sisifo, Creteo, Atamante, Deione, Periere, Salmoneo, Magnete.
L'Eolo, re di Lesbo, e la sua pretesa progenie sono stati oggetto di trattazione da parte dei poeti tragici; la figlia Melanippe dà il titolo a una tragedia di Euripide (Μελανίππη δεσμῶτις): avrebbe partorito da Posidone Beoto ed Eolo omonimo dell'avo. I gemelli, dopo che la madre fu imprigionata e accecata, furono esposti nel territorio del re Metaponto d'Icaria, la cui moglie Teano (Θεανώ) li allevò; la figlia Canace sarebbe stata vittima d'un amore incestuoso del fratello Macareo, e perciò sarebbe stata uccisa dal padre.
Bibl.: Roscher, in Lexikon d. gr. u. röm. Mythol., I, i, coll. 192-195; Tümpel, in Pauly-Wissowa, Real-Encycl., I, coll. 10-36-1041; C. Robert, Griechische Heldensage, Berlino 1923, I, pp. 51-53.