Rafah Città della Palestina, capoluogo del governatorato omonimo, ubicata nel Sud della Striscia di Ghaza, a 30 km di distanza dalla città di Ghaza, al confine tra Siria ed Egitto.
Nell’antichità la città fu campo di numerose battaglie, tra cui quella vinta dal re di Assiria Sargon contro gli egiziani (720 a. C. a.C.), e quella che nel 217 a.C. consentì a Tolomeo IV Filopatore di assumere nuovamente il controllo della Palestina e della Fenicia, occupate l'anno precedente da Antioco III. Ricostruita in epoca romana, divenne un florido centro di scambi nel periodo bizantino, mentre le fonti attestano l’inizio di una fase di decadenza a partire dagli inizi dell’epoca araba; descritto in rovina agli inizi del 13° secolo, il luogo passò poi sotto il controllo dell’impero ottomano.
Nel 1906 Rafah fu divisa in due settori, accorpati rispettivamente all’Egitto, all’epoca protettorato britannico, e alla Palestina ottomana, e riunificati nel 1917. Dalla seconda metà del 20° secolo, a seguito della nascita dello Stato di Israele, la città fu occupata da rifugiati palestinesi insediati in due campi profughi (Rafah a S e As-Sultan a nord). Dopo il ritiro delle truppe israeliane dal Sinai in seguito ai negoziati di Camp David e al trattato di pace israelo-egiziano del 1979, il suo settore centrale venne distrutto per creare un territorio neutrale tra due aree distinte, rispettivamente assegnate a Ghaza e all’Egitto. Durante la presidenza di al-Sisi l’Egitto ha proceduto alla distruzione sistematica del settore urbano sotto il suo controllo.
Per controllare il transito tra l'Egitto e la Striscia di Ghaza nel 1982 fu predisposta una frontiera internazionale, gestita da Israele fino al 2005, poi dalla missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere fino al giugno 2006. Il valico è stato intermittentemente aperto negli anni successivi, mentre proseguiva il conflitto a bassa intensità tra le truppe israeliane e i miliziani di Hamas . Il passaggio, sebbene spesso invalicabile, è stato utilizzato dal 2024 per far giungere nell'area gli aiuti umanitari ai profughi in fuga dagli attacchi israeliani.
L’insediamento odierno, che occupa una superficie di 64 km2, è stato sottoposto alla pressione eccezionale prodotta dall’aggressione israeliana alla Striscia di Ghaza iniziata dopo gli attacchi terroristici di Hamas sul suo territorio verificatisi nell’ottobre 2023. Si stima che la popolazione, di 171.889 abitanti nel 2017, sia arrivata a raggiungere nel febbraio 2024 oltre 1.500.000 individui, in una situazione di gravissima crisi umanitaria e sotto la minaccia di una ulteriore offensiva, più volte annunciata da B. Netanyahu e duramente condannata dalla comunità internazionale e dall'opinione pubblica mondiale.