desistenza
Nel linguaggio giuridico, termine con cui si indica l’interruzione volontaria di una condotta delittuosa prima che essa sfoci nella consumazione del reato. La desistenza può assumere la forma di recesso attivo allorquando si ponga in essere una “controcondotta” volta a impedire l’attuazione delle condizioni necessarie alla consumazione del reato, o a prevenire il verificarsi delle sue conseguenze.
Nel linguaggio politico, si intende per desistenza la strategia elettorale consistente nella rinuncia di un partito politico a presentare candidati in quei collegi in cui siano già presenti esponenti di altre formazioni che, seppure con distanze programmatiche, perseguono un fine comune, in modo da evitare il rischio di dispersione dei voti e massimizzare le possibilità di successo (patto di desistenza).
In ambito anestesiologico e rianimativo, la scelta terapeutica del medico di desistere dalla somministrazione a pazienti terminali di terapie ritenute evidentemente futili o inutili, in conformità con la consapevolezza che tale scelta sia un atto clinicamente appropriato, eticamente doveroso e del tutto distinto dall’eutanasia.