SANTARELLI, Enzo
– Nacque ad Ancona il 12 gennaio 1922, secondogenito di Silvio e di Idea Sestilli. La famiglia apparteneva all’alta borghesia cittadina, il nonno materno era proprietario terriero e industriale.
Dopo gli studi liceali a Macerata, nel 1941 Santarelli si iscrisse alla facoltà di scienze politiche Cesare Alfieri di Firenze. Pubblicò alcuni interventi di adesione alle teorie razziste del fascismo su La difesa della razza e frequentò il Gruppo universitario fascista (GUF) di Ancona. Sulla base di sentimenti genericamente repubblicani, laici e anticonformisti si avvicinò agli ambienti di opposizione interna al regime.
La svolta antifascista maturò compiutamente solo sotto le armi. All’inizio del 1943 fu destinato come allievo ufficiale di fanteria prima in Molise e poi in Puglia e dopo l’armistizio dell’8 settembre si arruolò volontario nel Primo raggruppamento motorizzato, confluito in seguito nel Corpo italiano di Liberazione. Ferito nella battaglia di Monte Lungo (Caserta), durante la convalescenza nelle retrovie di Teano aderì al Partito liberale italiano, di cui fu rappresentante nel Comitato di liberazione nazionale delle Marche.
La sua tesi di laurea, dedicata al contributo di Benedetto Croce alla storia della libertà (Il problema della libertà politica in Italia. Meditazioni, Pesaro 1946), fu pubblicata con una lettera in cui il filosofo esprimeva neutralità rispetto alla scelta tra monarchia e repubblica: proprio per questo Santarelli lasciò il Partito con altri esponenti della sinistra interna.
Dopo una breve fase in cui entrò in contatto con esperienze di ‘terza forza’ e figure impegnate nel rinnovamento politico e morale dell’Italia, quali Ernesto Buonaiuti e Aldo Capitini, nel 1948 aderì da indipendente al Fronte popolare e, dopo le elezioni politiche di aprile, si iscrisse al Partito comunista italiano (PCI), introdottovi dal segretario regionale marchigiano Umberto Massola (E. Santarelli, Da Oriani a Labriola. Un salto di classe, in I comunisti raccontano. Cinquant’anni di storia del Pci attraverso testimonianze di militanti, a cura di M. Massara, I, (1919-1945), Milano 1972, pp. 163-168). La scelta comunista comportò la rottura con la famiglia di origine e gravi difficoltà economiche.
Nel gennaio del 1950 sposò Angelina Ricciu, da cui ebbe l’anno seguente l’unica figlia Nora, morta nel 2016.
La formazione di storico dell’età contemporanea avvenne nella rete di studiosi legati alla biblioteca Feltrinelli di Milano e alla rivista Movimento operaio, partecipando come corrispondente marchigiano a una ricerca collettiva sulla stampa operaia e socialista. Su Movimento operaio pubblicò i primi studi originali e si inserì nel dibattito sulla storiografia marxista e gramsciana (Storia del movimento operaio e storia nazionale, in Movimento operaio, VII (1955), 2, pp. 294-300). Le sue ricerche si concentrarono sul socialismo anarchico (Il socialismo anarchico in Italia, Milano 1959) e sulle correnti politiche marchigiane tra l’Unità e l’avvento del fascismo (Le Marche dall’unità al fascismo. Democrazia repubblicana e movimento socialista, Roma 1964).
Dopo l’VIII Congresso nazionale del PCI, nel 1956, divenne segretario della federazione di Ancona e nel 1958 venne eletto deputato. La sua attività parlamentare si distinse per l’impegno regionalista, sostenuto anche attraverso riviste di economia e cultura quali Rassegna marchigiana (1949-51) e Marche nuove (1958-61).
Collaboratore delle principali riviste storiche e politiche della sinistra, sulla Rivista storica del socialismo (di cui fu membro di redazione dal 1962 al 1965) avviò una discussione sulla necessità, dopo le critiche sovietiche allo stalinismo, di studiare rigorosamente le diverse interpretazioni del marxismo (La liquidazione dello stalinismo e la storiografia democratica, in Rivista storica del socialismo, IV (1961), 13-14, pp. 711-717), proposito cui diede corso con una serie di studi sull’‘italo-marxismo’ tra Seconda e Terza Internazionale (La revisione del marxismo in Italia, Milano 1964).
Nel 1963 rinunciò alla candidatura al Senato per divergenze all’interno del Partito; l’anno seguente fu incaricato di uno dei primi insegnamenti di storia contemporanea, presso la facoltà di magistero dell’Università di Urbino, dove sarebbe rimasto fino al pensionamento, nel 1992.
Tra gli storici ‘militanti’ del PCI fu tra i più convinti della necessità che la storiografia avanzasse verso i periodi più recenti (Il confronto con il presente, in La ricerca storica marxista, a cura di O. Cecchi, Roma 1974, pp. 73-86). Nel 1967 pubblicò la prima sintesi del ventennio fascista di ispirazione marxista (Storia del movimento e del regime fascista, I-II, Roma 1967), che ebbe larga circolazione non solo tra gli studiosi ma anche tra i militanti del PCI e due successive edizioni nel 1973 e nel 1981: all’interpretazione del fascismo come dittatura borghese e capitalistica associò prospettive di ricerca originali sul corporativismo, la politica coloniale e la dimensione internazionale del fascismo.
A partire dagli anni Sessanta, sulla scorta di numerosi viaggi in Asia, Africa, Europa dell’Est e America Latina, accentuò il suo interesse verso temi internazionali. Positivamente stimolato dalle istanze del movimento studentesco, con un gruppo di giovani ricercatori universitari realizzò una cronologia di ‘storia universale’ dal 1870 al presente con l’intento di superare l’approccio eurocentrico della storiografia (Il mondo contemporaneo. Cronologia storica 1870-1974, I-II, Roma 1975); considerò le rivoluzioni socialiste e i movimenti di decolonizzazione gli eventi caratterizzanti l’epoca contemporanea globalmente intesa (Storia sociale del mondo contemporaneo. Dalla comune di Parigi ai nostri giorni, Milano 1982). Con la compagna Bruna Gobbi, dal 1979 animò per vent’anni la rivista Latinoamerica.
Membro del consiglio direttivo dell’Istituto nazionale per la storia del movimento di Liberazione in Italia (INSMLI), nel 1974 promosse la fondazione dell’Istituto regionale per la storia del movimento di Liberazione nelle Marche e del bollettino Resistenza Marche (dal 1988 Storia e problemi contemporanei).
Nel 1991 non condivise la ‘svolta della Bolognina’ e al momento dello scioglimento del PCI aderì al Partito della Rifondazione comunista.
In quegli anni accentuò il suo profilo di ‘storico del tempo presente’: aveva già affrontato il periodo successivo al 1945 in un’ampia biografia di Pietro Nenni (Pietro Nenni, Torino 1988), nel 1996 diede alle stampe una sintesi di storia repubblicana (Storia critica della Repubblica. L’Italia dal 1945 al 1994, Milano 1996), concepita come lavoro preparatorio per nuovi studi, ma soprattutto come tentativo di storicizzare a caldo la crisi politica e istituzionale della ‘prima Repubblica’.
Nel 1997 fu colpito da una grave malattia invalidante. Nonostante l’infermità, riuscì a portare a termine, tra le altre cose, un volume di memorie e documenti sulla propria esperienza di combattente volontario nel Sud e sul percorso politico-intellettuale che lo aveva condotto all’abiura del fascismo (Mezzogiorno 1943-1944. Uno ‘sbandato’ nel Regno del Sud, Milano 1999).
Morì a Roma il 3 ottobre 2004.
Fonti e Bibl.: L’emeroteca di Santarelli è stata donata dallo studioso all’Università degli studi di Urbino (Biblioteca centrale, Emeroteca polo umanistico, Fondo Enzo Santarelli, Catalogo, a cura di E. Torrico, Urbino 1998); la biblioteca alla Regione Marche (F. Pongetti, Fondo Santarelli e i 150 anni dell’unità d’Italia, in appendice a Le pubblicazioni realizzate dal Consiglio regionale delle Marche, a cura di S. Ceccarelli, Ancona 2011; Ead., La biblioteca dello storico E. S. (1922-2004): i testi sul fascismo. Rilevanza dell’autore, come intellettuale e studioso, sul piano della cultura nazionale del Novecento, oltre l’orizzonte ideologico marxista e comunista, Ancona 2012). Presso la Biblioteca di storia moderna e contemporanea di Roma Santarelli e i suoi eredi hanno depositato un fondo di opuscoli e numeri unici (cfr. L’Italia unita attraverso la stampa d’occasione. La raccolta Santarelli di numeri unici (1880-1990), a cura di E. Tanzarella, Roma 2000; A. Scaccia, Leggere e interpretare: fonti e scrittura della storia nel fondo Santarelli nella Biblioteca di storia moderna e contemporanea, in Accademie e biblioteche d’Italia, n.s., VIII (2013), 1-2, pp. 22-29).
S. Dalmasso, Fra politica e storia dalla crisi del 1943-44 alla crisi della Repubblica. A confronto con E. S., Milano 2000; Per E. S. Studi in onore, a cura di P. Giannotti - S. Pivato, Ancona 2005; S. Massacesi, E. S. tra militanza politica e ricerca storica, Ancona 2006; M. Papini, Il Pci marchigiano e il caso S. (1960-1964), in Storia e problemi contemporanei, XXI (2008), 48, pp. 81-108; Storia e problemi contemporanei, XXVIII (2015), 69, monografico: S. storico, a cura di M. Papini.