JANNACCI, Enzo (propr. Vincenzo)
Cantautore, musicista e attore, nato a Milano il 3 giugno 1935 e morto ivi il 29 marzo 2013. Tra le figure chiave per lo sviluppo del rock e del jazz in Italia, con i suoi testi, allo stesso tempo surreali e ricchi di riferimenti all’attualità, di frequente in dialetto milanese, è stato uno dei cantautori più interessanti della sua generazione insieme a Giorgio Gaber e a Fabrizio De André.
Dopo il diploma in composizione e direzione d’orchestra presso il conservatorio di Milano e la laurea in medicina, iniziò a suonare il pianoforte in diversi complessi rock e jazz, entrando in contatto con i principali artisti della scena milanese come Tony Dallara, Adriano Celentano e Gaber; con quest’ultimo fondò il duo I due corsari. Il debutto da solista avvenne nel 1964 con l’album La Milano di Enzo Jannacci; impegnato come cabarettista nello storico locale milanese Derby, conobbe Dario Fo, con il quale iniziò una stretta collaborazione: dal sodalizio tra i due artisti nacquero diversi brani (come Ho visto un re, 1968) e spettacoli teatrali. L’apice del successo coincise con la pubblicazione dell’album Vengo anch’io, no tu no (1968), cui seguì un allontanamento dalle scene, legato in primo luogo alla specializzazione in chirurgia e al soggiorno di studio nella Repubblica Sudafricana nell’équipe del cardiochirurgo Christiaan Barnard.
Negli anni Settanta fu impegnato come compositore di colonne sonore e musiche per film di registi come Mario Monicelli e Lina Wertmüller; nello stesso periodo collaborò con il duo comico Cochi e Renato. Tra i suoi maggiori successi si ricordano El portava i scarp del tenis (1964), Messico e nuvole (1970), Quelli che... (1975), Ci vuole orecchio (1980). Autore apprezzato per l’ironia grottesca e surreale, ebbe tra gli interpreti dei suoi brani Mina (Mina quasi Jannacci, 1977) e Milva (La rossa, 1980). L’attività in televisione e in teatro facilitò un ritorno alla musica: le numerose partecipazioni al Festival di Sanremo a cavallo tra gli anni Ottanta e Novanta contribuirono a una rinnovata stagione di successi. Ha registrato così gli album Come gli aeroplani (2001), L’uomo a metà (2003) e L’artista, pubblicato postumo nel 2013. Insignito del premio Ciampi alla carriera (2000), nel 2002 e nel 2003 ricevette la targa Tenco per la migliore canzone dell’anno rispettivamente con Lettera da lontano e con L’uomo a metà.
Nell’ultimo lavoro discografico un posto di rilievo spetta al brano Desolato, realizzato in collaborazione con alcuni tra i più importanti artisti rap italiani della scena attuale. Nelle ultime produzioni si riconosce una cura particolare negli arrangiamenti e nelle scelte musicali, dovuta anche alla collaborazione con il figlio Paolo, pianista jazz e direttore d’orchestra. Negli ultimi anni aveva ripreso l’attività di cabarettista esibendosi nello show televisivo Zelig su Canale 5, mentre Fabio Fazio gli dedicò una puntata speciale del programma Che tempo che fa in onda su RaiTre (2011).