ENVER Bey, poi Pascià
Uomo politico e militare turco, nato a Costantinopoli il 23 novembre 1881, morto presso Buchara il 4 agosto 1922. Incominciò ad essere noto nel 1908 come uno dei capi del Comitato Unione e Progresso, che il 2 agosto di quell'anno costrinse il sultano ‛Abd ul-Ḥamīd a rimettere in vigore la costituzione del 1876 e nell'aprile del 1909 fece fallire il moto controrivoluzionario e depose il sultano. Ebbe un momento di notorietà anche nel 1911-1912 quando passò in Cirenaica e assunse la difesa contro l'avanzata italiana a Derna. Tornato in patria, in seguito allo scoppio della guerra balcanica, prese parte alle azioni militari e costituì con Ṭal‛at Pascià e Gemāl Pascià il triumvirato politico-militare che diresse le sorti dell'impero. Nel gennaio del 1914 assunse il Ministero della guerra a 32 anni. Influì personalmente nell'entrata della Turchia in guerra a fianco degl'Imperi centrali; finita la guerra, riparò nel Caucaso, parteggiò dapprima con i nazionalisti dell'Azerbaigian indipendente, poi con i bolscevichi che l'occuparono (maggio 1920); intervenne al congresso dei popoli orientali a Baku (settembre 1920) e brigò da Batum per rimettere la Turchia sotto l'influenza del Comitato Unione e Progresso, giovandosi dell'aiuto russo. Mandato poi dai bolscevichi nel Turkestan per mettere pace tra i sovieti di Buchara e gl'indigeni insorti, si mise invece a capo di questi perseguendo un piano di riscossa panislamica; fu ucciso in un combattimento contro le truppe sovietiche.
Bibl.: V. Mantegazza, La Turchia liberale e le quest. balcan., Milano 1908; V. Fago, E. P., la Cirenaica e l'Egitto, in Nuova Antologia, dicembre 1914; Liman von Sanders, Fünf Jahre Türkei, 2ª ed., Berlino 1922; J. Castagné, Le Bolchévisme et l'Islam, in Revue du Monde Musulman, LI (1924), pp. 228-32.