UZIEL, Enrico
UZIEL, Enrico. – Nacque a Venezia il 13 ottobre 1842 da Aronne, commerciante, e da Stella Malta.
La famiglia apparteneva a quella comunità ebraica veneziana che nel 1848-49 visse con particolare coinvolgimento l’esperienza rivoluzionaria cittadina: si trattò probabilmente del più importante episodio di partecipazione degli ebrei alla ‘primavera dei popoli’, sia per la rilevanza dei ruoli esercitati in ambito politico e militare sia per il sostegno religioso ed economico espresso e garantito al governo di Daniele Manin, il quale, peraltro, tra i suoi primissimi provvedimenti decretò la parità dei diritti civili e politici tra tutti i cittadini a prescindere dalla religione professata.
Nella comunità ebraica veneziana si registrava un’ampia condivisione delle aspirazioni risorgimentali, legata in particolare alla ricerca di condizioni di uguaglianza che la facessero definitivamente uscire dallo stato di isolamento e discriminazione in cui l’aveva nuovamente relegata la dominazione austriaca negli anni della Restaurazione. Evidentemente gli ideali patriottici si erano profondamente radicati anche nella cerchia familiare di Enrico, dato che il padre scelse di lasciare Venezia, come esule volontario, al ritorno degli austriaci, stabilendosi a Genova. Nella città ligure si erano rifugiati anche i cugini Davide Cesare e Giuseppe Uziel, che combatterono con Giuseppe Garibaldi nel 1859.
Nella primavera del 1860 Uziel raggiunse Garibaldi a Quarto assieme al cugino venticinquenne Davide Cesare, con il quale partì per la Sicilia con i Mille della prima spedizione, mentre il cugino Giuseppe si unì successivamente ai garibaldini, con i quali combattè anche nel 1866 per poi perdere la vita durante la battaglia di Monterotondo nel 1867.
Per l’entusiasmo e la combattività dimostrati, Enrico fu inserito da Giovanni Acerbi nel gruppo di volontari che il 7 maggio 1860, durante la sosta a Talamone, diede l’assalto alla fortezza per impadronirsi delle armi che vi erano custodite. Accompagnarono Uziel in questa impresa, tra gli altri, Ippolito Nievo, Romeo Bozzetti, Enrico Richiedei: i quattro, tutti inquadrati nell’Intendenza, divennero inseparabili durante la spedizione, come testimonia la memorialistica garibaldina. Uziel partecipò agli scontri sostenuti dai Mille nella loro avanzata in Sicilia, in particolare combattendo con valore a Calatafimi.
Morì a Palermo il 28 maggio 1860, durante il secondo giorno degli scontri tra garibaldini e forze borboniche, colpito a morte assieme a Richiedei da una palla di cannone partita dal forte di Castellammare, dove si concentrava la resistenza delle truppe di Francesco II.
Bozzetti fece recuperare i corpi di entrambi i suoi compagni e li fece seppellire nella chiesa sconsacrata di S. Maria dello Spasimo, dove furono accolte le spoglie di tanti caduti garibaldini durante la presa della città.
Uziel divenne una delle icone del volontariato in camicia rossa, incarnazione del modello del giovane eroe garibaldino, pronto all’estremo sacrificio. Nel suo Resoconto amministrativo della prima spedizione in Sicilia, Nievo, attribuendogli erroneamente addirittura sedici anni, lo definì «novello vanto d’Italia, ed esempio di valore a’ suoi figli» (Nievo, 2010, p. 45), mentre Giuseppe Cesare Abba lo ricordò «bellissimo nei suoi diciotto anni» (Abba, 1913, p. 216) e celebrò lui e Richiedei come «due fiori di giovinezza» (Abba, 1910, p. 167).
Nel 1935 a Genova una strada del quartiere di Sampierdarena, vico Maddaloni, fu rinominata in onore di Uziel.
Fonti e Bibl.: Storia dell’insurrezione siciliana e delle gloriose gesta di Giuseppe Garibaldi compilata su note e documenti trasmessi dai luoghi ove accaddero da Giovanni La Cecilia, II, Milano 1862, p. 125; G.C. Abba, Storia dei Mille, Firenze 1910, p. 167; G. Castellini, Eroi garibaldini, I, Da Rio Grande a Palermo (1837-1860), Bologna 1911, pp. 122 e 250; G.C. Abba, Ricordi garibaldini, Torino 1913, p. 216; C. Agrati, I Mille nella storia e nella leggenda, Milano 1933, pp. 283, 495; S. Foà, Gli ebrei nel Risorgimento italiano, Roma 1978, p. 68; A. Tamborra, Garibaldi e l’Europa. Impegno militare e prospettive politiche, Roma 1983, p. 18; L. Polo Fritz, La massoneria italiana nel decennio post unitario. Lodovico Frapolli, Milano 1998, p. 209; A.A. Mola, Isacco Artom e gli ebrei italiani dai risorgimenti al fascismo, Foggia 2002, p. 64; V. Marchi, «Il serpente biblico». L’on. Riccardo Luzzatto in Friuli fra culto della patria e politica (1892-1913), Udine 2008, p. 54; I. Nievo, Diario della spedizione dei Mille, Milano 2010, pp. 38, 45; S. Luzzatto, Il Risorgimento degli ebrei, in Atlante della letteratura italiana, a cura di S. Luzzatto - G. Pedullà, III, Dal Romanticismo a oggi, a cura di D. Scarpa, Torino 2012, pp. 188-195; R. Calimani, Storia degli ebrei italiani, III, Nel XIX e XX secolo, Milano 2015, p. 157; Id., Storia degli ebrei di Roma. Dall’antichità al XX secolo, Milano 2017, p. 478. Si veda inoltre: Archivio di Stato di Torino, progetto Alla ricerca di garibaldini scomparsi, Banca dati multimediale, http://archiviodistatotorino.beniculturali.it/garb_detl/?garb_id=20439 (1° febbraio 2020).