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ENRICO re di Germania

di Fedor Schneider - Enciclopedia Italiana (1932)
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ENRICO (VII) re di Germania

Fedor Schneider

Nato nel 1211 in Sicilia, morto nel 1242 a Martirano di Calabria, figlio dell'imperatore Federico II di Hohenstaufen e della sua prima moglie Costanza di Aragona. Quando Federico fu eletto re di Germania nel marzo del 1212, egli fece passare la corona di Sicilia a suo figlio E., poiché il papa Innocenzo III non voleva tollerare che la Sicilia fosse di nuovo unita all'Impero. E allora Costanza regnò sull'isola in nome di suo figlio; però Federico II non intendeva separare questo regno ereditario dai territorî dell'Impero. E il primo passo fatto da lui per questo scopo segreto fu di far venire nel 1216 in Germania suo figlio con la madre e nominarlo duca di Svevia. Dopo lunghe trattative, egli riuscì ad ottenere dal nuovo papa Onorio III il consenso perché il 23 aprile 1220 E. fosse eletto a Francoforte re di Germania. L'educazione di E. era nelle mani dei grandi ufficiali di cotte, soprattutto in quelle di Corrado di Winterstetten e di Everardo di Waldburgen; a capo del governo erano Engelberto, l'arcivescovo di Colonia e il cancelliere di Corte Corrado di Scharfenberg, vescovo di Metz e di Spira. Questi morì nel 1224 ed Engelberto fu assassinato nel 1225. Il giovane re, che aveva sposato allora Margherita d'Austria, mancava di esperienza e di energia. Suo padre, che vegliava sulla direzione della politica tedesca secondo i principî del suo programma, pose a fianco ad E. come consigliere il duca Lodovico di Baviera, ma E. dovette muovergli guerra nel 1229. E. era molestato dalla preponderanza dei principi tedeschi, coi quali l'imperatore cercava di mantenere amichevoli rapporti. Essi lo costrinsero il 1° maggio 1231 a lasciar loro coi "privilegi di Worms" l'autorità sovrana. All'imperatore era nota la poca maturità e la deficiente moralità del figlio, ed egli vegliava sui passi indipendenti di lui. E. si appoggiava in Germania sui ministeriali e sui baroni: era un anacronismo, poiché in quei tempi la nobiltà aveva perduto la sua potenza sociale. Da storici moderni la catastrofe cui andò incontro E. è stata considerata come una disgrazia nazionale; ma la politica di Federico II era l'unica veramente giusta e corrispondente ai tempi. Dopo aver mancato di venire a fare atto di sottomissione al padre il 1° novembre 1231 a Ravenna, E. si decise a farlo l'anno seguente ad Aquileia. Ma alla fine del 1234, appoggiato dalla bassa nobiltà e alleato coi comuni lombardi insorti, si ribellò. Vinto, si gettò a Worms ai piedi del padre, nel luglio del 1235, ed ebbe la vita salva. Portato nel 1236 nella Basilicata e tenuto rinchiuso ora in una, ora in un'altra fortezza della Calabria, morì nel febbraio del 1242, probabilmente suicida, mentre veniva trasportato da Nicastro a Martirano. Fu sepolto nel duomo di Cosenza.

Bibl.: Boehmer-Ficker-Winkelmann, Regesta Imperii, V (1198-1272), i, 1881-1882, pp. 693-796; E. Winkelmann, in Allgemeine deutsche Biographie, XI (1880), pp. 433-439; P. Reinhold, Die Empörung König Heinrichs (VII) gegen seinen Vater, Lipsia 1911; E. Franzel, König Heinrich VII von Hohenstauffen. Studien zur Geschichte des "Staates" in Deutschland, 1929. Cfr. R. Holtzmann, in Histor. Zeitschr., CXLIII (1930), pp. 337-41.

Tag
  • FEDERICO II DI HOHENSTAUFEN
  • ARCIVESCOVO DI COLONIA
  • MARGHERITA D'AUSTRIA
  • DUCA DI SVEVIA
  • BASILICATA
Vocabolario
enrico
enrico s. m. (pl. -chi). – Nome di varie monete fatte coniare da sovrani di nome Enrico o portanti il suo nome: tra esse, il denaro poi chiamato bolognino, coniato a Bologna dal 1191 e che portava il nome dell’imperatore Enrico VI al quale...
buòn Enrico
buon Enrico buòn Enrico locuz. usata come s. m. – Erba perenne della famiglia chenopodiacee, detta anche colubrina, tutta buona, spinacio selvatico (lat. scient. Chenopodium bonus-Henricus): ha fusti poco ramosi, foglie triangolari, ondulate...
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