POLO, Enrico
POLO, Enrico. – Nacque a Parma il 18 novembre 1868, da Giuseppe e da Anna Piccoli.
Di famiglia modesta, Polo iniziò giovanissimo gli studi di violino e composizione presso la Regia Scuola di musica della propria città, diplomandosi brillantemente nel 1887. A quegli anni di studio risale l’inizio del rapporto con Arturo Toscanini. Conseguito il primo premio previsto dal lascito Barbacini, Polo iniziò a collaborare con orchestre di vari teatri, a Casale Monferrato (su invito diretto di Toscanini, che esplicitamente per Polo scrisse le cadenze dell’assolo in apertura della scena VI nel terz’atto dei Lombardi alla prima crociata), Parma e Torino, fino alla chiamata, da parte di Franco Faccio, nell’orchestra della Scala di Milano. Grazie agli aiuti del conte parmense Stefano Sanvitale, Polo si perfezionò alla Hochschule für Musik di Berlino con Joseph Joachim, e conobbe personalmente Brahms. Nel 1895 Polo tornò in Italia, vincendo il posto di primo violino nell’orchestra del teatro Regio di Torino (commissari il concittadino Giovanni Bolzoni e Toscanini); tre anni più tardi sposò Ida de Martini, sorella di Carla, che l’anno precedente era diventata moglie di Toscanini.
Agli anni torinesi risalgono anche i primi rapporti con Leone Sinigaglia, che a Polo dedicò i Drei lyrische Stücke für Violine mit Begleitung des Pianoforte op. 12. Dello stesso autore piemontese Polo avrebbe pubblicato nel 1912 la riduzione per violino e pianoforte delle Danze piemontesi (sopra temi popolari).
Nel 1903 ottenne la cattedra di violino e viola nel Conservatorio di Milano, e ricoprì l’incarico fino al 1935. Dopo l’esperienza del Trio di Torino, con il violoncellista Samuele Grossi e il pianista Cesare Boerio, l’attività cameristica di Polo fiorì grazie alla creazione del quartetto omonimo (Costantino Soragna violino, Guglielmo Koch viola, Camillo Moro violoncello) e al connubio con il pianista Ernesto Consolo, con il quale eseguì, nel 1910 e per la prima volta in Italia, l’intera serie delle sonate beethoveniane.
Appassionato ammiratore di Niccolò Paganini, la cui pronipote Andreina fu sua allieva negli anni della docenza milanese, il 30 settembre 1908 Polo fu nominato relatore della commissione, formata anche da Luigi Torchi ed Ettore Pinelli, creata dal ministero della Pubblica istruzione per stabilire il valore degli 86 autografi e svariati cimeli paganiniani offerti in vendita allo Stato dagli eredi Andrea, Giovanni e Attila: nell’articolo A proposito di cimeli paganiniani dispersi (in Musica d’oggi, XVIII (1936), pp. 392 s.) Polo spiegò le ragioni per cui l’acquisto non fu concluso, essendo la cifra richiesta di 16.000 lire ritenuta troppo alta.
Il nome di Polo è oggi quasi esclusivamente legato a opere didattiche per il violino e per la viola, tra cui si annoverano: Quattro studi monocorde per violino; Esercizi per violino, applicati alle scale maggiori e minori (parte I e II), op. 5; Il meccanismo delle cinque prime posizioni del violino, op. 7; 12 Studi di tecnica per violino; 30 Studi a corde doppie, progressivi dalla prima alla terza posizione; Tecnica fondamentale delle scale e degli arpeggi in tutti i toni (questi ultimi tre trascritti per la viola dall’autore); Studi tecnici per viola. L’ottima conoscenza della lingua tedesca lo portò ad approntare la versione italiana del trattato Die Physiologie der Bogenführung di Friedrich Adolf Steinhausen (Lipsia 1902: Fisiologia della condotta dell’arco, Torino 1922).
Autore di pezzi violinistici (Concertino in Sol; Rêverie per violino e pianoforte, op. 6) e di liriche (Ofelia, su versi di Federico Olivero; Tristezza, su testo di Maurizio Villa; Mailied, con traduzione dell’originale goethiano ad opera di Leone Sinigaglia), Polo fu molto attivo come revisore di opere didattiche italiane (6 Fughe, op. 10 e 7 Divertimenti o Sonate, op. 18 di Bartolomeo Campagnoli; 36 Studi di Federico Fiorillo; 24 Capricci di Niccolò Paganini; 12 Capricci, op. 3 e op.5 di Pietro Rovelli) e francesi (24 Studi, op. 4 di François Alday; 24 Capricci di Pierre Rode, in collaborazione con Marco Anzoletti), nonché di opere cameristiche (ad esempio le sonate tartiniane Il trillo del diavolo e Didone abbandonata, la Sonata a tre per violino, viola e violoncello con accompagnamento di pianoforte di Felice Giardini, la Sonata per violino e pianofortedi César Franck) e concertistiche più o meno note (accanto al Concerto per quattro violini obbligati di Leonardo Leo e al Concerto in Mi minore di Pietro Nardini figurano quasi tutte le maggiori opere ottocentesche del repertorio violinistico), nonché di vari quartetti per archi di Boccherini. Fu anche autore di molte cadenze per sonate e concerti violinistici.
Enrico Polo ebbe tre figli, di cui due maschi morti in Sudamerica e nella campagna di Russia. Morì a Milano il 3 dicembre 1953.
Tra i suoi più importanti allievi si segnalano Aldo Tonini (membro del Trio di Milano), Guido Ferrari (secondo violino del Quartetto Poltronieri), Enrico Minetti (primo violino nell’orchestra della Scala), Armando Gramegna, Mario Ruminelli, Michelangelo Abbado (padre di Claudio), Carlo La Spina e Franco Fantini (primo violino della Scala). Il lascito Enrico Polo è custodito nella biblioteca del conservatorio di Milano, suddiviso in quattro categorie (libri, metodi e musiche in edizioni antiche, musiche in edizione moderne e manoscritti): comprende le prime edizioni del Versuch einer Anweisung, die Flöte traversiere zu spielen di Johann Joachim Quantz e dei due volumi degli Elementi teorico-pratici di musica, con un saggio sopra l’arte di suonare il violino di Francesco Galeazzi.
Fonti e Bibl.: A. Bonaventura, Storia del violino, dei violinisti e della musica per violino, Milano 1933, p. 209; C. Rovini, Il violino, la liuteria, l’arte del violino, Pisa 1938, p. 237; M. Tibaldi-Chiesa, Paganini: la vita e l’opera, Milano 1940, p. 388; G. Pasquali - R. Principe, Il violino, Milano 1951, pp. 89 s., 109, 213; A. Della Corte, Arturo Toscanini, Torino 1952, ad ind.; E. Minetti, Ricordi scaligeri, Milano 1974, pp. 57-60; J. Creighton, Discopaedia of the violin, 1889-1971, Toronto 1974, p. 576; M. Abbado, Ritorno a Paganini, in Chigiana, 1975, vol. 29-30, p. 169; P. Berri, Paganini, a cura di M. Monti, Milano 1982, p. 537; G.N. Vetro, Il giovane Toscanini, Parma 1982, p. 70; Arturo Toscanini from 1915 to 1946: art in the shadow of politics, catal. a cura di H. Sachs, Torino 1987, p. 102 (immagine n. 158); I fondi speciali delle biblioteche lombarde: censimento descrittivo, a cura dell’Istituto lombardo per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea, I, Milano 1995, p. 177; E. Porta, Il violino nella storia, Torino 2000, pp. 92, 94, 292; Milano e il suo conservatorio: 1808-2002, a cura di G. Salvetti, Milano 2003, ad ind.; P. Melograni, Toscanini, Milano 2007, pp. 49 s.