PANZACCHI, Enrico
Scrittore, nato a Ozzano nell'Emilia il 16 dicembre 1840, morto a Bologna il 5 ottobre 1904.
Si ebbe torto a formare del Carducci, del Guerrini e del P., conviventi in Bologna, una scuola bolognese: i tre furono differentissimi l'uno dall'altro. Quanto al P., laureato in lettere all'università di Pisa dove ebbe maestri P. Villari e A. D'Ancona, insegnò storia, filosofia, letteratura, estetica, storia dell'arte, in licei, istituti superiori, università, e lesse sempre moltissimo; non però fu mai né un erudito come il Guerrini, né un critico dotto come il Carducci: e così, melodico cantore, gradevole intonatore di fuggevoli sensazioni o arguti concetti, non ebbe né la poesia del Carducci né le irruenti e talvolta ardite mosse liriche del Guerrini.
Ciò non fa ch'egli non possedesse pur nell'arte qualità sue proprie, specialmente musicali ed eleganti; e non possedesse un gusto e una prontezza che talvolta gli suggerirono pagine, oltre che belle, sagaci nell'osservare e nel rendere gli effetti che gli altrui lavori conseguivano su lui. Ma nelle prose narrative, novellistiche e biografiche, e nelle conferenze, e nelle orazioni, dimostrò la capitale sua virtù, l'eloquenza. Uomo di parte moderata (fu giornalista, deputato, sottosegretario di stato per l'Istruzione), ebbe frequenti occasioni di parlare pubblicamente; e come insegnante, e come applaudito conferenziere, altre occasioni egli ebbe, più assai che non avrebbe voluto, per improvvisare magistralmente discorsi. Fu, in ciò, dotato di facoltà eccezionali, nella voce, nel gesto, nel periodare numeroso e immaginoso; e, soggiungiamo, nell'onesto coraggio del dire il vero. Egli si preparava pazientemente a una maturata opinione; sicché in qualsiasi materia, letteraria, musicale, artistica, politica poteva discorrere sicuro di sé. Gli scritti non bastano, certo, a rendere piena ragione del favore che il P. si meritò; tuttavia qualche poesia e molte prose di lui hanno senza dubbio pregi durevoli.
Le Poesie furono raccolte in un vol. (Bologna 1908); il meglio delle Prose diede G. Lipparini (ivi 1913).
Bibl.: A. D'Ancona e O. Bacci, Manuale della lett. ital., Firenze 1910, VI, p. 258 segg.; B. Croce, in Lett. d. nuova Italia, 3ª ed., Bari 1929, II, pp. 119-125; G. Mazzoni, L'Ottocento, 2ª ed., Milano 1934 (con bibl.).