ENRICO II (Heinz) duca di Brunswick-Wolfenbüttel
Figlio del duca Enrico il Maggiore, nato nel 1489, fu uno dei più energici, ma anche dei più bellicosi e più violenti principi tedeschi dei tempi della Riforma. Fin dall'inizio del suo governo (1514) egli si prefisse lo scopo di trasformare il suo piccolo ducato frastagliato in una unità statale chiusa e compatta e di ottenere quell'indivisibilità del territorio alla quale aspiravano già i suoi antenati, non indietreggiando perciò neanche davanti a misure violente. Suo fratello minore Guglielmo, che si era opposto al suo progetto, fu tenuto da lui prigioniero per 12 anni, finché non ebbe riconosciuto il diritto di primogenitura nel Pactum Henrico-Wilhelminum del 1535. Per far fronte alle spese richieste dall'amministrazione statale, completamente riorganizzata, il duca introdusse delle imposte fisse, inimicandosi con ciò i prelati, i cavalieri e le città. Fedele all'imperatore, E. fu pure fedele alla Chiesa. Per quanto riconoscesse la necessità delle riforme ecclesiastiche, il fatto di staccarsi dal papa equivaleva per lui a uno staccarsi dal suo stesso potere di principe; e, irritato dagli attacchi diretti contro di lui, divenne così uno dei più aspri avversarî del luteranismo. In questo suo atteggiamento fu rafforzato ancor più dalla guerra dei contadini, contro i quali egli mosse, con altri principi della Germania settentrionale, nel 1525, sconfiggendo presso Frankenhausen le bande di Tommaso Muntzer. Nel 1528 si diresse in Italia in aiuto di Carlo V, ma la sua cavalleria fu distrutta; ed egli stesso, travestito da palafreniere, se ne fuggì attraverso le Alpi in Germania. Riprese allora la lotta contro la Riforma, penetrata nel suo paese durante la sua assenza, e si unì alla lega cattolica contro la lega di Smalcalda. Le sue relazioni personali coi capi della lega di Smalcalda, in particolare col margravio Filippo di Assia, col quale prima era in rapporti d'amicizia, si invelenirono sempre più e trovarono pubblica espressione in una violenta e grossolana polemica. E quando egli cominciò le ostilità contro le città di Goslar e di Brunswick, gli smalcaldiani lo attaccarono (1542): E. fuggì in Baviera, il suo territorio fu occupato dai nemici. In un tentativo di riacquistarlo egli cadde prigioniero del langravio, e fu liberato solo dalla vittoria riportata dall'imperatore sulla lega di Smalcalda. Per far fronte alle incursioni del margravio Alberto Alcibiade di Kulmbach egli si unì col principe elettore Maurizio di Sassonia; nella battaglia di Sievershausen il margravio subì una sconfitta completa (1553). Ma questa vittoria era costata la morte di Maurizio e dei figli maggiori di E. Al ritorno nel suo ducato, in età avanzata, si mostrò più mite. Permise alle città delle montagne del Harz di passare al luteranismo e si riconciliò col figlio Giulio, erede poi del ducato, che si era convertito alla Riforma.
Bibl.: F. Koldewey, Heinz von Wolfenbüttel, Halle 1883. Per lavori speciali, v. F. C. Dahlmann e G. Waitz, Die Quellenkunde der deutschen Geschichte, 8ª ed., Lipsia 1912.