• Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X

ENRICO II duca di Brunswick-Wolfenbüttel

di Walter Platzhoff - Enciclopedia Italiana (1932)
  • Condividi

ENRICO II (Heinz) duca di Brunswick-Wolfenbüttel

Walter Platzhoff

Figlio del duca Enrico il Maggiore, nato nel 1489, fu uno dei più energici, ma anche dei più bellicosi e più violenti principi tedeschi dei tempi della Riforma. Fin dall'inizio del suo governo (1514) egli si prefisse lo scopo di trasformare il suo piccolo ducato frastagliato in una unità statale chiusa e compatta e di ottenere quell'indivisibilità del territorio alla quale aspiravano già i suoi antenati, non indietreggiando perciò neanche davanti a misure violente. Suo fratello minore Guglielmo, che si era opposto al suo progetto, fu tenuto da lui prigioniero per 12 anni, finché non ebbe riconosciuto il diritto di primogenitura nel Pactum Henrico-Wilhelminum del 1535. Per far fronte alle spese richieste dall'amministrazione statale, completamente riorganizzata, il duca introdusse delle imposte fisse, inimicandosi con ciò i prelati, i cavalieri e le città. Fedele all'imperatore, E. fu pure fedele alla Chiesa. Per quanto riconoscesse la necessità delle riforme ecclesiastiche, il fatto di staccarsi dal papa equivaleva per lui a uno staccarsi dal suo stesso potere di principe; e, irritato dagli attacchi diretti contro di lui, divenne così uno dei più aspri avversarî del luteranismo. In questo suo atteggiamento fu rafforzato ancor più dalla guerra dei contadini, contro i quali egli mosse, con altri principi della Germania settentrionale, nel 1525, sconfiggendo presso Frankenhausen le bande di Tommaso Muntzer. Nel 1528 si diresse in Italia in aiuto di Carlo V, ma la sua cavalleria fu distrutta; ed egli stesso, travestito da palafreniere, se ne fuggì attraverso le Alpi in Germania. Riprese allora la lotta contro la Riforma, penetrata nel suo paese durante la sua assenza, e si unì alla lega cattolica contro la lega di Smalcalda. Le sue relazioni personali coi capi della lega di Smalcalda, in particolare col margravio Filippo di Assia, col quale prima era in rapporti d'amicizia, si invelenirono sempre più e trovarono pubblica espressione in una violenta e grossolana polemica. E quando egli cominciò le ostilità contro le città di Goslar e di Brunswick, gli smalcaldiani lo attaccarono (1542): E. fuggì in Baviera, il suo territorio fu occupato dai nemici. In un tentativo di riacquistarlo egli cadde prigioniero del langravio, e fu liberato solo dalla vittoria riportata dall'imperatore sulla lega di Smalcalda. Per far fronte alle incursioni del margravio Alberto Alcibiade di Kulmbach egli si unì col principe elettore Maurizio di Sassonia; nella battaglia di Sievershausen il margravio subì una sconfitta completa (1553). Ma questa vittoria era costata la morte di Maurizio e dei figli maggiori di E. Al ritorno nel suo ducato, in età avanzata, si mostrò più mite. Permise alle città delle montagne del Harz di passare al luteranismo e si riconciliò col figlio Giulio, erede poi del ducato, che si era convertito alla Riforma.

Bibl.: F. Koldewey, Heinz von Wolfenbüttel, Halle 1883. Per lavori speciali, v. F. C. Dahlmann e G. Waitz, Die Quellenkunde der deutschen Geschichte, 8ª ed., Lipsia 1912.

Vedi anche
Enrico IV imperatore Re di Germania e imperatore del Sacro romano impero (Goslar 1050 - Liegi 1106), figlio dell'imperatore Enrico III e di Agnese di Poitiers. Succedette al padre ancora bambino (1056); diventato maggiorenne, si dedicò con decisione al consolidamento del potere monarchico. Entrato in conflitto con papa Gregorio ... margravio (ted. Markgraf) Nell’organizzazione politico-amministrativa dell’Impero carolingio, il titolare di uno dei grandi territori di confine creati per la difesa contro i popoli vicini. Successivamente, in Germania, il m. assunse poteri giurisdizionali e amministrativi sempre più ampi, che lo caratterizzarono ... duca Titolo nobiliare che, nella gerarchia araldica, segue quello di principe. In età tardoromana il termine (lat. dux) individuava il detentore del potere militare in una o due province, ma dal Medioevo in poi passò a indicare colui che deteneva poteri militari e civili, con titolo e carica ereditari, in ... imperatore Nome con cui si indicarono i successori di Augusto nel governo di Roma e che fu ripreso più volte nella storia per designare la somma autorità politica. Il titolo imperiale, cessato in Occidente dopo il 476, continuò in riferimento al basileus di Bisanzio finché, nell’800, fu ripreso da Carlomagno a ...
Tag
  • GUERRA DEI CONTADINI
  • MAURIZIO DI SASSONIA
  • LEGA DI SMALCALDA
  • PRINCIPE ELETTORE
  • ALCIBIADE
Altri risultati per ENRICO II duca di Brunswick-Wolfenbüttel
  • Enrico II duca di Baviera, detto il Litigioso
    Enciclopedia on line
    Figlio (n. 951 - m. Gandersheim 995) di Enrico I duca di Baviera, congiurò contro Ottone II e fu privato (976) del ducato. Imprigionato fino al 983, ritornò (985) in possesso della Baviera e fu da allora fedele partigiano di Ottone III. Fu padre dell'imperatore Enrico II.
Vocabolario
enrico
enrico s. m. (pl. -chi). – Nome di varie monete fatte coniare da sovrani di nome Enrico o portanti il suo nome: tra esse, il denaro poi chiamato bolognino, coniato a Bologna dal 1191 e che portava il nome dell’imperatore Enrico VI al quale...
buòn Enrico
buon Enrico buòn Enrico locuz. usata come s. m. – Erba perenne della famiglia chenopodiacee, detta anche colubrina, tutta buona, spinacio selvatico (lat. scient. Chenopodium bonus-Henricus): ha fusti poco ramosi, foglie triangolari, ondulate...
  • Istituto
    • Chi Siamo
    • La nostra storia
  • Magazine
    • Agenda
    • Atlante
    • Il Faro
    • Il Chiasmo
    • Diritto
    • Il Tascabile
    • Le Parole Valgono
    • Lingua italiana
    • WebTv
  • Catalogo
    • Le Opere
    • Bottega Treccani
    • Gli Ebook
    • Le Nostre Sedi
  • Scuola e Formazione
    • Portale Treccani Scuola
    • Formazione Digitale
    • Formazione Master
    • Scuola del Tascabile
  • Libri
    • Vai al portale
  • Arte
    • Vai al portale
  • Treccani Cultura
    • Chi Siamo
    • Come Aderire
    • Progetti
    • Iniziative Cultura
    • Eventi Sala Igea
  • ACQUISTA SU EMPORIUM
    • Arte
    • Cartoleria
    • Design & Alto Artigianato
    • Editoria
    • Idee
    • Marchi e Selezioni
  • Accedi
    • Modifica Profilo
    • Treccani X
  • Ricerca
    • Enciclopedia
    • Vocabolario
    • Sinonimi
    • Biografico
    • Indice Alfabetico

Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani S.p.A. © Tutti i diritti riservati

Partita Iva 00892411000

  • facebook
  • twitter
  • youtube
  • instagram
  • Contatti
  • Redazione
  • Termini e Condizioni generali
  • Condizioni di utilizzo dei Servizi
  • Informazioni sui Cookie
  • Trattamento dei dati personali