Enrico II di Lusignano
Re di Cipro e di Acri (nominale di Gerusalemme), nato nel 1271 da Ugo III di Lusignano e da Isabella di Ibelin. Nel 1285, appena quattordicenne, successe al fratello Giovanni I. Il suo regno, durato salvo una breve interruzione nel 1308-10 fino alla sua morte nel 1324, vide la fine degli ultimi domini latini di terraferma, riconquistati dai sultani mamelucchi d'Egitto, Qalāwūn e al-Ashraf, e debolmente difesi da E. stesso (Tripoli nel 1289, Acri nel 1291). Seguirono vani disegni e conati di nuove crociate, cui E. pertecipò, e il duplice processo ai Templari di Cipro (1311), sotto la pressione della curia avignonese e di Filippo il Bello, che finì praticamente con la detenzione a vita degli accusati.
D., senza nominarlo col suo nome, coinvolse E. nella severa requisitoria contro i sovrani del tempo, pronunciata dall'aquila dei beati nel cielo di Giove: il pianto di Niccosïa e Famagosta / per la lor bestia... / che dal fianco de l'altre non si scosta (Pd XIX 145-148); associa il re di Cipro alla schiera dei re crudeli e viziosi, superbi e ignavi, che affliggono i popoli affidati loro in balia. Il giudizio storico su E., come su vari altri dei re qui stigmatizzati, non può naturalmente coincidere del tutto con la poetica rampogna; ma è certo che v'è abbastanza, nella dissoluta vita e l'opera fiacca di questo epigono, per giustificarla.
Bibl. - S. Runciman, A History of the Crusades, III (The Kingdom of Acre), Cambridge 1954, passim.