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GUISA, Enrico I duca di

di Georges Bourgin - Enciclopedia Italiana (1933)
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GUISA, Enrico I duca di

Georges Bourgin

Nacque il 31 dicembre 1550 da Francesco I di Guisa e da Anna d'Este. D'intelligenza non comune, di ambizione sfrenata, capeggiò il partito cattolico al tempo delle guerre di religione; e le circostanze, oltre ai consigli dello zio, il cardinale Carlo, lo indussero ad accarezzare l'idea di porre la dinastia dei Lorena al posto di quella dei Valois degenerati. Divenne capo della sua casa, all'età di 13 anni, quando suo padre fu assassinato da una persona che si disse fosse un agente dell'ammiraglio di Coligny; perciò egli non volle aver parte nella riconciliazione, tentata dalla corte a Moulins, nel 1566, fra l'ammiraglio di Coligny e la famiglia dei Guisa. L'anno seguente combatté in Ungheria contro i Turchi; poi, tornato in Francia, ebbe parte preponderante nelle guerre civili, soprattutto nella terza guerra civile, nelle battaglie di Jarnac (13 marzo 1569) e di Moncontour (3 ottobre 1569) e nell'assedio di Poitiers (luglio-settembre 1569). La pace di Saint-Germain (8 agosto 1570), favorevole ai protestanti, lo ebbe fieramente avverso. Ebbe poi l'audacia di aspirare alla mano di Margherita di Valois, sorella di Enrico di Valois e del re Carlo IX, la cui collera per tale atto per poco non costò ad E. la sua posizione a corte. Ma egli placò la tempesta sposando Caterina di Clèves, vedova di Antonio di Croy.

Avverso alla politica di Caterina de' Medici verso i protestanti, lasciò Parigi; ma, approfittando degl'istinti della folla e del basso clero, preparò la rivincita. E fu per sua istigazione che il sire di Maurevert tentò il 21 agosto 1572 di assassinare l'ammiraglio di Coligny. Questo tentativo doveva scatenare poi il massacro della notte di San Bartolomeo (24 agosto 1572), che a sua volta determinò la recrudescenza delle guerre religiose. G. vigilò in persona l'assassinio del Coligny nella tragica notte. Nel 1575 sconfiggeva le truppe tedesche, venute in soccorso dei calvinisti, presso Château-Thierry (10 ottobre); ma fu ferito al viso, onde fu poi soprannominato lo Sfregiato (Balafré). Per suo impulso pure venne organizzata, nel 1576, la Santa Unione o Lega, per raggruppare insieme i cattolici; ciò che determinò i sospetti e l'irritazione di Enrico III, che, preoccupato dell'ambizione di E. e dei propositi da lui espressi in una memoria diretta al papa Gregorio XIII, lo proscrisse l'11 novembre 1584. Ma E. rispose stringendo i legami con Filippo II di Spagna, contraendo con lui i trattati di Joinville (31 dicembre 1584) e di Péronne (30 marzo 1585), che aprivano la Francia all'invadenza spagnola. Da allora la politica di E. divenne sempre più aggressiva: egli appoggiò le pretese alla corona del cardinale Carlo di Borbone, povero fantoccio nelle sue mani. La lotta contro i protestanti assunse allora tutta la sua ampiezza: E. sconfisse i Tedeschi, venuti in soccorso agli ugonotti di Francia, a Vimory e ad Aulneau (1587). Enrico III, preoccupato di questi successi, rifiutò ai vincitori l'ingresso a Parigi, dominata dalla fazione dei "Sedici", un'emanazione della Lega; ma il popolo di Parigi, nella sua fanatica adorazione dello Sfregiato, prodigo e bello, abile nel maneggiare le masse popolari, impose la sua volontà al re nella celebre Journée des Barricades (12 maggio 1588). Per mancanza d'audacia E., traditore verso la Francia e traditore verso il suo re, lasciò fuggire Enrico III, che, intimorito, confermò la Lega ed escluse Enrico di Navarra dalla successione al trono, dando ad E. il titolo di luogotenente generale del regno (14 agosto). Ma il re aveva deciso ormai di disfarsi di quest'uomo che era una minaccia permanente per lui, e che vantava i suoi diritti alla corona di Francia, appoggiandosi su una genealogia falsa, che faceva discendere la sua famiglia da Carlo Magno. Nonostante gli avvertimenti dei suoi partigiani, E. si recò a Blois, dove furono convocati gli Stati generali il 16 ottobre 1588. Il 23 dicembre 1588 egli fu assassinato nello stesso palazzo del re da 10 o 12 dei "Quarantacinque", ossia dei guasconi fedeli al re. Il cardinale Luigi II di Guisa, suo fratello e come lui ardente promotore della Lega, fu pure assassinato: la sera del 24 dicembre i loro corpi furono bruciati e le loro ceneri sparse al vento. Questo delitto che addolorò Caterina de' Medici, morta tredici giorni dopo, ebbe per conseguenza l'assassinio di Enrico III, per opera del monaco fanatico Giacomo Clément (1 agosto 1589).

Bibl.: Oltre ai numerosissimi libelli che riguardano le circostanze della vita e della morte di questo personaggio: P. Robiquet, Paris et la Ligue, Parigi 1886; B. Zeller, Le mouvement guisard et la journée des Barricades, in Revue Historique, 1889; Capefigue, Histoire du règne de Henri IV, Parigi, voll, 8; H. Mariéjol, in Lavisse, Histoire de France, VI, Parigi 1905.

Vedi anche
Enrico III re di Francia e di Polonia Figlio (Fontainebleau 1551 - Saint-Cloud 1589) di Enrico II e di Caterina de' Medici, ultimo re dei Valois. Insieme alla madre fu uno dei promotori della strage della notte di S. Bartolomeo contro gli ugonotti (ag. 1572). Eletto re di Polonia, raggiunse il suo regno nel 1573; ma già l'anno seguente, ... Carlo IX re di Francia Figlio (Saint-Germain-en-Laye 1550 - Vincennes 1574) di Enrico II, successe al fratello Francesco II nel 1560, ma il governo effettivo rimase, allora e poi, nelle mani di sua madre Caterina de' Medici. Nel 1570 sposò Elisabetta d'Asburgo. Il suo regno è tristemente celebre per il massacro degli ugonotti, ... Caterina de' Medici regina di Francia Caterina de' Medici regina di Francia. - Figlia (Firenze 1519 - Blois 1589) di Lorenzo de' Medici duca di Urbino, sposò nel 1533 il futuro Enrico II allora duca di Orléans. Dapprima eclissata dalla favorita Diana di Poitiers, alla morte del marito (1559) e più ancora alla morte del figlio primogenito ... Enrico IV re di Francia Figlio (Pau 1553 - Parigi 1610) di Antonio di Borbone e di Giovanna d'Albret. Salito al trono (1589), dovette abiurare, ma concesse, con l'editto di Nantes (1598), libertà di coscienza e di culto agli ugonotti. Rafforzò il potere regio e intraprese il riordinamento amministrativo e finanziario dello ...
Altri risultati per GUISA, Enrico I duca di
  • Guisa, Enrico I duca di
    Dizionario di Storia (2010)
    Terzo duca di G. (n. 1550-m. Blois 1588). Figlio di Francesco e di Anna d’Este, dopo la morte del padre (1563) si trovò a capo della sua casa e del partito cattolico: ebbe quindi parte preponderante nelle guerre civili, soprattutto nella terza (1569), e fu uno degli artefici del massacro della notte ...
  • Guisa, Enrico I duca di
    Enciclopedia on line
    Terzo duca di G. (n. 1550 - m. Blois 1588); figlio di Francesco e di Anna d'Este, dopo la morte del padre (1563) si trovò a capo della sua casa e del partito cattolico: ebbe quindi parte preponderante nelle guerre civili, soprattutto nella terza (1569); avversò poi la politica di conciliazione verso ...
Vocabolario
guiṡa
guisa guiṡa s. f. [dal germ. wīsa], letter. – Modo, maniera, forma, soprattutto in locuzioni generiche, come in tal g., in altra g., in questa o di questa g., in varia g., in nessuna g., e sim.; non com. il plur.: in diverse guise, in tutte...
enrico
enrico s. m. (pl. -chi). – Nome di varie monete fatte coniare da sovrani di nome Enrico o portanti il suo nome: tra esse, il denaro poi chiamato bolognino, coniato a Bologna dal 1191 e che portava il nome dell’imperatore Enrico VI al quale...
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