GREPPI, Enrico
Nato a Bologna il 22 luglio 1896 in una famiglia lombarda da Luigi, ingegnere civile, e da Eugenia Rossetti, si avviò allo studio della medicina e chirurgia presso l'Istituto di studi superiori e di perfezionamento di Firenze, ove fu allievo interno nell'istituto di anatomia patologica diretto da G. Banti. Dopo aver partecipato al primo conflitto mondiale come ufficiale degli alpini, si laureò brillantemente nel 1921. Trasferitosi subito dopo nell'Università di Pavia, dal 1922 al 1924 vi svolse l'attività di assistente, dapprima volontario poi incaricato, presso l'istituto di clinica medica generale diretto da L. Zoja. Ottenuta nel 1928 la libera docenza in clinica medica e in semeiotica medica, nel 1931 passò con il titolo di aiuto alla cattedra di clinica medica dell'Università di Milano, alla cui istituzione e direzione era stato chiamato Zoja nel 1924.
Nel 1933, vinto il relativo concorso, il G. assunse la direzione della cattedra e dell'istituto di patologia speciale medica dell'Università di Catania, ove, oltre a svolgere una brillante attività didattica, provvide ad arricchire e aggiornare la biblioteca. Nel 1935 fu chiamato a dirigere la cattedra e l'istituto di clinica medica generale e terapia medica dell'Università di Siena: nella nuova sede apportò sostanziali innovazioni nel settore laboratoristico, operando tra l'altro la separazione della sezione immunobatteriologica da quella biochimica, e organizzò nuovi programmi di studio orientati su specifici temi di ricerca in connessione ad argomenti diagnostico-terapeutici tratti da casistiche cliniche locali.
Nell'anno accademico 1939-40 il G. fu chiamato a succedere a F. Schupfer nella direzione della cattedra e dell'istituto di clinica medica generale e terapia medica dell'Università di Firenze, ove avrebbe concluso la sua carriera didattica e scientifica. Nella nuova sede organizzò la struttura che era stato chiamato a dirigere secondo un modello per quei tempi avveniristico, che anticipava di decenni la concezione "dipartimentale": rese infatti operativi undici "centri" dotati ciascuno di autonomia, ma articolati tra loro e usufruenti delle stesse strutture laboratoristiche e di comuni servizi di informazione bibliografica, in grado quindi di realizzare, pur nella differenziazione di orientamenti rigorosamente specialistici, una sorprendente unità di attività clinica e di ricerca. A Firenze, inoltre, il G. dette vita nel 1950 al Centro fiorentino per le cefalee, che avrebbe in breve acquisito rinomanza internazionale, e promosse lo studio della gerontologia e della geriatria, disciplina della quale fu ed è considerato in Italia e all'estero pioniere indiscusso e della quale istituì un corso specialistico per studenti, che trasformò poi in un regolare corso di insegnamento universitario, il primo nel mondo, presso la facoltà medica fiorentina.
Formatosi alla scuola anatomo-clinica di Banti e al metodo chimico-fisiologico di Zoja, il G. maturò una solida e originale personalità di studioso che gli consentì di affrontare vari argomenti di ricerca clinico-scientifica, ai quali recò interessanti contributi.
Sotto la guida di Banti, che fu relatore della sua tesi di laurea sulla patologia della milza, iniziò una serie di ricerche, che avrebbe poi approfondito sul piano clinico-funzionale e terapeutico, sulla fisiopatologia epato-lienale e sulle splenomegalie, intese quali malattie primitive specifiche della milza, nell'ampio ambito delle sindromi bantiane (Ricerche sperimentali sulla biligenesi, in Lo Sperimentale, LXXV [1921], pp. 485-530; Cellule del Kupffer e biligenesi, in Haematologica, IV [1923], pp. 453-471; L'epatite ipertrofica infettiva con ittero esplenomegalia, in Il Policlinico, sezione medica, XXXII [1925], pp. 61-95; La splenomegalia emolitica del Banti ed i suoi confini con l'ittero emolitico primitivo, in La Riforma medica, XLIV [1928], pp. 813-816; Criteri di classificazione e di diagnostica delle anemie splenomegaliche, in Minerva medica, XIX [1928], pp. 9-15; Il tumor di milza contrattile emorragiparo, come probabile forma di spleno-angiopatia primitiva, ibid., 2, pp. 644-665; Il fenomeno della "grande auto-agglutinazione" dei globuli rossi nella sindrome dell'ittero cronico ed epatite ipertrofica splenomegalica, in La Riforma medica, XLV [1929], pp. 1374-1378; Rate hémolytique et ratecontractile. (Contribution à la physio-pathologie de la congestion de la pulpe dansla rate hémolytique), in Sang, III [1929], pp. 32-43; Realtà e limiti del concettodi emolisi splenica, in Minerva medica, XXII [1931], 2, pp. 713-721, lavoro nel quale illustrò e dimostrò il carattere "endosplenico" dell'attività emocateretica della milza; Spunti dottrinari e pratici per la classificazione delle malattie della milza (Splenomegalie emopatiche e splenomegalie primitive), in Riv. sanitariasiciliana, XXII [1934], pp. 1437-1449, 1517-1526; Splenomegalie congestizie (da atonia): significato, patogenesi e cura, in Boll. della Società medico chirurgicadi Catania, III [1935], pp. 446-459; Il morbo di Banti; sua storia e sua attualità, in Riv. di clinica medica, XXXIX [1938], pp. 103-128; La maladie de Banti; évolution et état actuel du problème, in Revue belge des sciences médicales, X [1938], pp. 237-263; Attualità del pensiero bantiano per le malattie del sangue e della milza, in Haematologica, XXXVII [1953], pp. 209-226; Sintesi attuale sui complessi epatosplenici (35 anni dopo Eppinger), in Acta medica Patavina, I [1955], suppl., pp. 1-14; Die hepatolienalen Syndrome im Lichte neuerer Erkenntnisse, 35 Jahre nach Eppinger, in Schweizerische medizinische Wochenschrift, LXXXVI [1956], pp. 1087-1091). Nel settore della patologia splenica un cenno particolare merita il contributo recato dal G. sulla tubercolosi primitiva della milza, la cui esistenza come entità nosologica autonoma, inizialmente discussa e contrastata, è stata poi definitivamente accertata (La tubercolosi primitiva della milza. Richiami di patogenesi e clinica, in Riv. di patologia e clinica della tubercolosi, V [1931], pp. 1025-1036; Splenomegalia tubercolare primitiva con diffusione miliarica terminale (Diagnosi clinica e confermaanatomica), in Haematologica, XIV [1938], pp. 101-122).
Nel periodo pavese il G. cominciò a dedicarsi in modo particolare a ricerche in campo ematologico, di ordine sia fisiopatologico e chimico-diagnostico (La ricerca del pigmento biliare nel sangue mediante la diazoreazione. Valore pratico e significato clinico della prova, in Archivio di patologia e clinica medica, II [1923], pp. 58-67, in collaborazione con E. De Micheli; La determinazione della massa circolantedel sangue con il metodo del rosso-congo, in Cuore e circolazione, VIII [1924], pp. 375-396; Sul ricambio emoglobinico in condizioni fisiologiche e patologiche, in Attidella Fondazione scientifica Cagnola, XX [1924], pp. LV s., 1-54, memoria questa che ricevette il rinomato premio Cagnola dal R. Istituto lombardo di scienze e lettere; Massa totale del sangue o volume del plasma? (Commento al metodo del rosso-congo), in Arch. di patologia e clinica medica, IV [1925], pp. 489-500; Lo stato volumetrico del sangue nelle anemie primitive e secondarie, ibid., VI [1928], pp. 605-621; L'importanza della milza nella reazione leucocitaria all'adrenalina; l'origine splenica dei linfociti leucocitoidi, in Folia clinica, chimica et microscopica, II [1927], pp. 337-356, in collaborazione con G. Corrias; Rapporti fra tumor di milza e massasanguigna nella reazione all'adrenalina, in Minerva medica, XXI [1930], 2, pp. 585-593; Sull'importanza della pletora sanguigna e dell'acidosi nella reazione all'adrenalina (Ricerche sull'uomo), in Fisiologia e medicina, II [1931], pp. 801-835), sia patologico e clinico (Anemie aplastiche e pseudoaplastiche (Criteri clinici), in Arch. di patologia e clinica medica, IV [1925], pp. 326-343; Splenomegalia emolitica con anemia a tipo pernicioso. Crisi emolitica da trasfusione di sangue; esito felicedella splenectomia, in Il Policlinico, sezione medica, XXXIV [1927], pp. 217-238, 273-300; Gli effetti immediati della trasfusione sulla composizione del sangue circolante nelle anemie gravi, ibid., XXXV [1928], pp. 229-254, in collaborazione con A. Ratti; Gli effetti della trasfusione sanguigna sul ricambio dell'emoglobina e dell'azoto nelle emazie, ibid., pp. 423-448, in collaborazione con L. Rossi; Le modificazioni della massa sanguigna circolante nelle cardiopatie croniche. Comportamentodel plasma e dei globuli nello scompenso idrico, in Arch. di patologia e clinicamedica, IX [1930], pp. 470-498, in collaborazione con E. Buccianti; Splenomegaliaemolitica ed angioendotelioma cutaneo tipo Kaposi con associazione di agranulocitosi esepsi orale. Sindrome complessa di reticoloendoteliosi iperplastico-neoplastica, in Arch. dell'Istituto biochimico italiano, IV [1932], pp. 403-451, in collaborazione con I. Bettoni). Nell'ambito di questi studi un particolare rilievo meritano le indagini condotte dal G. sul ricambio emoglobinico, segnatamente per la formulazione del concetto di "indice emolitico" e la messa a punto della determinazione quantitativa mediante metodo colorimetrico del bilinogeno negli escreti, nota come indice di Terwen-Greppi (I valori normali del ricambio emoglobinico; l'indice emolitico, in Arch. di patologia e clinica medica, V [1926], pp. 459-478; Les valeurs normalesde le change hémoglobinique. L'index hémolytique, in Archives italiennes de biologie, LXXVIII [1927], pp. 78-83; Il valore clinico dell'indice emolitico nelle anemie (Emolisi relativa ed assoluta), in Minerva medica, XIX [1928], 1, pp. 445-466) e per l'identificazione di una particolare forma di ittero emolitico costituzionale ematologicamente caratterizzata da microcitosi e aumento delle resistenze globulari, la cosiddetta malattia di Rietti-Greppi-Micheli oggi nota come thalassemia minor (Ittero emolitico familiare con aumento della resistenza dei globuli, ibid., 2, pp. 1-11; Dimostrazione del rapporto esistente fra microcitosi ed aumento della resistenza globulare, in Pathologica, XXII [1930], pp. 638-640, in collaborazione con R. Scotti-Douglas e G. Dondi; La valutazione quantitativa della resistenza globulare in vitro nei limiti della massa sanguigna individuale. Sul variocontegno della resistenza nell'ittero emolitico costituzionale, in Il Policlinico, sezione medica, XXXVIII [1931], pp. 533-556, in collaborazione con R. Scotti-Douglas; Sugli itteri emolitici con aumento della resistenza globulare, e sui microciti massimoresistenti come figura ematologica sui generis, in Minerva medica, XXVI [1935], 1, pp. 409-415; Sul significato della resistenza globulare massima, ibid., XXVIII [1937], 2, pp. 487-489).
Tra i numerosi lavori del G. riguardanti la patologia e la clinica medica generale meritano di essere ricordati quelli sull'ipertensione arteriosa (L'ipertensione arteriosa come autonoma disfunzione e malattia, in Lavori dei congressi della Società italiana di medicina interna, n.s., XXXVIII Congresso, … 1932, Relazioni, I, Roma 1932; Fattori endocranici nell'ipertensione arteriosa, in Rivista di neurologia, VI [1933], pp. 201-225; Note di terapia alimentare, farmacologica ed idrotermalein tema di ipertensione ed arteriosclerosi, in Il Policlinico, sezione pratica, XLIV [1937], pp. 59-71, 107-109; Argomenti contrari all'idea della tiroidectomia nella cura della ipertensione arteriosa, ibid., pp. 1247-1256; Sull'orientamento neurovegetativo degli ipertesi arteriosi e sui suoi rapporti con la terapia chirurgica, in Arch. per le scienze mediche, LXXXII [1946], pp. 215-234); sui rapporti tra tubercolosi e alcune sindromi di interesse reumatologico (Associazioni reumatico-tubercolari nella casistica clinica, in Riv. di clinica medica, XL [1939], pp. 245-263, in collaborazione con M. Pellegrini; Contatti biologici e clinici fra reumatismo e tubercolosi, in La Settimana medica, XXVII [1939], pp. 8-16, 39-45); su alcuni aspetti di patologia metabolica ed endocrina (Tumori funzionanti del pancreas insulare, in Athena, VIII [1939], pp. 104-120; Definizione e cura di alcuni dismetabolismi costituzionali, in Il Friuli medico, XI [1956], pp. 44-66) e di patologia infettiva (Sulla fisionomiaclinica delle gangrene polmonari, con speciale riguardo alle forme circoscritte eda lenta evoluzione (ascesso gangrenoso), in Arch. di patologia e clinica medica, XI [1931], pp. 283-330, in collaborazione con R. Scotti-Douglas; La brucellosi, malattia umana; aggiornamento di clinica e di terapia, in Giornale di malattie infettive e parassitarie, I [1949], pp. 352-380, in collaborazione con M. Dotto); su argomenti di terapia e di fisiopatologia (Successi e insuccessi della splenectomia nelle emopatie splenomegaliche (sindromi emolitiche, emorragiche, leucemiche e affini), in Baglivi, V (1939), pp. 1-16; Rivalutazione del fibrinogeno plasmatico quale espressione della reattività tissulare nella fisiopatologia umana, in Riv. di emoterapia ed immunoematologia, X [1963], pp. 1-44, in collaborazione con F.M. Antonini, A. Zilli e altri).
Al G. spetta il merito di avere inaugurato in Italia lo studio della senescenza dal punto di vista biologico, clinico, psicologico e sociale, secondo un criterio unicistico di valutazione organica dell'individuo in grado di consentire nei singoli casi in esame di pervenire a giudizi diagnostici e di adottare provvedimenti preventivi onde impedire la trasformazione di tare, anomalie e tendenze patologiche latenti dell'età presenile in forme morbose conclamate nella vecchiezza (The patient past fifty. Patologia vascolare presenile e senile, in Giornale di gerontologia, I [1953], pp. 348-358; Horton senile. Arterite temporale, ibid., II [1954], pp. 657-659; Biotipi senili o "gerotipi", in Gazzetta sanitaria, XXVI [1955], pp. 319-323; Profilo generale di diagnosi e terapia, fasi diverse di invecchiamento, senescenze globali e parziali, ritmi vari fra presenilità e senilità, alimentazione, norme di vita, cure idrotermali,cure fisiche, terapie farmacologiche, sintomatiche e generali per la "vecchiaia malattia", ibid., III [1956], pp. 5-15, 51-64; La terapia con anticoagulanti nella vecchiaia, ibid., pp. 1115-1132; L'alimentazione come "danno" e la dieta come "cura" nella biotipologia e nella clinica dell'età presenile, in Arch. per lo studio della fisiopatologia e clinica del ricambio, XX [1956], pp. 3-24; Longevità e senescenza, patologiaeredo-costituzionale tardiva, in Arch. di medicina mutualistica, III [1956], pp. 37-67; La vecchiaia come malattia e l'invecchiamento come sua fase precoce, ibid., V (1957), pp. 127-162; Problèmes actuels de la nutrition; bases expérimentales etcliniques au sujet de l'alimentation dans le vieillissement et dans ses troubles métaboliques, in Revue médicale de la Suisse Romande, LXXVII [1957], pp. 277-289; Letre età anziane dell'uomo, in La Settimana medica, XLVI [1958], pp. 1-5; Curve di età e curve di malattia, ibid., XLVII [1959], pp. 1-6; Terapia della senescenza. Sintesi e commento finale, in Giornale di gerontologia, XI [1963], pp. 833-850; Riflessioni di un gerontologo sui rapporti fra senescenza e ghiandole endocrine, ibid., XIV [1966], pp. 781-784). Nel campo della patologia senile di rilevante importanza fu lo studio del G. sul diabete dell'anziano, condotto con ampie casistiche cliniche, nel quale, operata una "classificazione gerontologica" dei pazienti, identificò la malattia, che quasi mai si presenta isolata e con grande frequenza è associata alla triade obesità-ipertensione-artrosi, in una sorta di dismetabolismo e momento intrinseco proprio dell'età avanzata (Il diabete senile, relazione all'VIII Congresso nazionale della Società italiana di gerontologia e geriatria [Roma 1959], in Giornaledi gerontologia, XX [1959], suppl., in collaborazione con L. Aderati, F.M. Antonini, S. Signorelli). Molto attivo alla guida della Società italiana di gerontologia e direttore del suo organo ufficiale, Giornale di gerontologia, il G. considerò la disciplina non come una branca applicata e specialistica, bensì come una medicina globalmente intesa rivolta ai "problemi della durata della vita, agli aspetti normali e patologici della senilità degli esseri viventi e dell'uomo" in particolare (Presentazione, in Giornale di gerontologia, I [1953], pp. 3 s.; LaSocietà di gerontologia e i centri geriatrici in Italia, ibid., pp. 132-138; Viaggio gerontologico 1956 al Messico e agli Stati Uniti, ibid., IV [1956], pp. 585-598; Commenti ai congressi di Merano e Venezia, ibid., V [1957], pp. 885-894; Per un dispensario geriatrico, ibid., VI [1958], pp. 203-308).
Insieme con il neurologo americano H. Wolff, che studiò il meccanismo del dolore nell'emicrania, il G., che intuì il carattere di entità clinica autonoma delle cefalee sine materia, inaugurò di fatto il filone di studi fisiopatologici e clinici delle cefalalgie. Allo studioso italiano spetta il merito dell'introduzione di un rigoroso metodo di inquadramento dei casi osservati, basato sulle caratteristiche sintomatiche ed evolutive, sull'individuazione degli eventuali fattori vascolari e metabolici associati, sulla ricerca di possibili basi eredo-costituzionali; della classificazione delle varie forme di cefalee; dell'isolamento della forma definita "essenziale" o criptogenetica; del percorso diagnostico e dei principî di terapia e di prevenzione (Le cefalee. Cefalee mediche a relativa autonomia, in Lavori dei congressi della Società italiana di medicina interna, n.s., XLIX Congresso, Bologna… 1948, Relazioni, III, Roma 1948, in collaborazione con R. Martinetti, A. Rubino e altri; Le cefalee, in Recenti progressi in medicina, VI [1949], pp. 505-526; Criteri di classificazione e di terapia delle cefalee, in La Settimana medica, XXXVII [1949], pp. 1-5; Ai margini dell'emicrania; collegamento con la patologia nervosa, digestiva, vascolare, ibid., pp. 299-308; Cefalee pseudo-emicraniche vascolari, in Minerva medica, XLV [1954], 1, p. 640; Migraine ground, in International Archives of allergy and appliedimmunology, VII [1955], pp. 305-311; Cefalee "infiammatorie". Cefalee da substratiintra ed extracranici, in Rassegna clinico-scientifica, XXXIX [1963], pp. 193-198; L'emicrania. Motivi di fisiopatogenesi e di terapia, in Minerva medica, LV [1964], 2, pp. 3668-3670, in collaborazione con F. Sicuteri; Microvasoactive substances in the mechanism of headache, in Bibliotheca anatomica, VII [1965], pp. 579-590; Biochemical aspects of migraine, in Riv. di patologia nervosa e mentale, LXXXVI [1965], pp. 284-288, con F. Sicuteri).
Alla monografia del G. sull'argomento L'emicrania. Motivi di fisiopatologia e terapia, edita a Roma nel 1964 in collaborazione con F. Sicuteri, fu assegnato nel 1965 il premio Marzotto per la medicina.
Del G. vanno anche ricordate le collaborazioni a vari trattati: Le malattie dellamilza, in A. Ferrata, Le emopatie, Milano 1933, pp. 430-679; Tubercolosi e diatesiemorragica, in Trattato sulla tubercolosi extra polmonare, diretto da M. Donati, I, Milano 1935; Tubercolosi della milza, ibid., II, ibid. 1938, pp. 173-194; Epatitebiliare ipertrofica infettiva colangiogena di Greppi, in Trattato italiano di medicina interna, diretto da P. Introzzi, II, 1, Roma 1959, pp. 617-621; L'età presenilee le sue tendenze morbose, ibid., X, Firenze-Roma 1966, pp. 933-952.
Membro di numerose società scientifiche, il G. fu per lungo tempo consigliere della Società italiana di medicina interna e presidente nel triennio 1957-60 dell'Association of gerontology. Fu direttore dei periodici Giornale di gerontologia, La Settimana medica e Archivio per lo studio della fisiopatologia e clinica del ricambio.
Aveva sposato Nella Giampiccoli, dalla quale ebbe i figli Eugenio, Daisy, Annalisa, Donatella e Claudio.
Il G. morì improvvisamente a Firenze il 6 febbr. 1969.
Fonti e Bibl.: Necr. in Giornale di gerontologia, XVII (1969), pp. 85-88, 377-385; Il Policlinico, sezione pratica, LXXVI (1969), pp. 566-568; Minerva medica, LX (1969), pp. 953-958; Arch. di patologia e clinica medica, XLVI (1969), pp. 100-102; Atti deiCongressi della Società italiana di medicina interna, LXX Congresso, Torino… 1969, Roma 1970, pp. 24-26; E. Greppi, Triennio di patologia e clinica medica come professore straordinario nelle Università di Catania e Siena, 1933-1936. (Curriculum vitae), Siena 1937; Id., L'attività scientifica della clinica medica di Siena nel quadriennio 1935-1939, Roma 1943; P. Di Pietro, Breve storia dell'ematologia, Modena 1958, p. 96; F. Sicuteri, The Enrico Greppi international headache award. A tribute to the memoryof one of medicine's pioneers, in Cephalalgia, III (1983), pp. 11-13; L. Sterpellone, Eponimia medica, Roma 1986, pp. 181, 356 s.; M.A. Mannelli, Le scienze mediche, in Storia dell'ateneo fiorentino. Contributi di studio, II, Firenze 1986, pp. 946 s.; Worldwho's who in science, Hannibal, MO, 1968, p. 703.