ENRICO da Pisa
Tutto ciò che sappiamo su E. deriva dalla Cronica di Salimbene de Adam: il cronista francescano dice che fu suo "intimus amicus" e che lo ebbe come maestro di canto a Siena nel periodo in cui E. era custode francescano. Salimbene visse a Siena tra il 1241 e il 1243; fu in questi anni, dunque, che ebbe l'incarico di custode (cfr. G. Scalia, Nota bio-bibliografica, in Cronica…, p. 958). La lunga convivenza di E. in Oriente ("multis annis stetit") con il patriarca di Antiochia (Alberto de Robertis, che era stato vescovo di Brescia) è da supporre anteriore al '41 (Cronica…, p. 262).
Salimbene ànforma poi che E. fu eletto ministro della provincia d'Oriente nel 1247 e che questi lo invitò in Grecia ("si michi placeret ire ad eum…, cum quocunique socio voluissem"; ibid., p. 266); ma non fece in tempo a rivederlo poiché E. mori quello stesso anno a Corinto, dopo aver convocato il capitolo provinciale.
E. viene presentato come un bell'uomo, "mediocris tamen stature, largus, curialis, liberalis et alacer". Apprezzato dai fedeli e dal clero come predicatore, era, a detta di Salimbene, un amanuense completo: sapeva stendere un testo letterario ("scribere"), ornare con delle miniature ("miniare", "illuminare"), copiare la musica ("notare"), scrivere testi e intonazioni musicali ("cantus invenire"). Era in grado di comporre due tipi di canto: i "cantus firmos", che seguivano le regole liturgiche, oppure i "cantus modulatos, id est fractos", che lasciavano all'autore più libertà; gli uni e gli altri corrisponderebbero a due distinti generi della sua produzione musicale: la sequenza ("sequentia") o il conductus ("cantilena"). Oltre che maestro di canto E. era anche esecutore: con emissione naturale ("habebat vocem grossani et sonoram") o con registro acuto ("quillam vero habebat subtilem, altissimam et acutam"; ibid., p. 262; cfr. A. Gallo, La musica…, p. 95).
Il cronista francescano compilò una sorta di "repertorio" della sua produzione musicale, partendo dall'incipit letterario. E. avrebbe composto sia i testi sia le melodie dei pezzi, Natus, passusDominus resurrexit hodie e Miser homo cogita facta creatoris, e si sarebbe servito della musica preesistente a un testo volgare profano per adattarla al suo testo, Christe Deus, Christe meus, Christe rex et Domine. Avrebbe, infine, composto le melodie sui poemi di Filippo il Cancelliere dell'università di Parigi (Homo quam sit pura, Crux, de te volo conqueri, Virgo, tibi respondeo, Centrum capit circulus, Quisquis cordis et oculi) di Ricardus de SaintVictor (Iesse virgam humidavit: ma si tratta in realtà di Adani de Saint-Victor) e su un testo del cardinale Tommaso da Capua, (Virgo parens gaudeat).
È di un certo interesse la notizia che E. avrebbe composto le melodie su alcuni poemi di Filippo il Cancelliere e in particolare sui suoi supposti inni maddaleniani. Si tratta di tre testi dei quali Salimbene cita unicamente: Pange lingua Magdalené (ibid., n. 14497), precisando "cum aliis sequentibus hymmis" (E. era devoto a Maria Maddalena, infatti "nec mirum, quia ecclesia sue vicinie Pisis habebat vocabulum huius sancte": Cronica, p. 263). Queste informazioni hanno posto notevoli problemi riguardo alla validità dell'attribuzione degli inni maddaleniani a Filippo. Dopo aver preso in esame la tradizione manoscritta, V. Saxer dimostra che non si possono attribuire a Filippo (Les hymnes…, p. 182). Da dove deriva l'errore? Egli mette in guardia dal rischio di utilizzare la Cronica come una font e diretta di notizie, soprattutto qualora queste non siano corroborate da altre documentazioni. Si può solo ipotizzare, infatti, che E. conoscesse i poemi di Filippo. 1 francescani avevano una scuola a Parigi ma non è rimasta traccia di un possibile soggiorno di E. in questa città come studente, né di un incontro tra Filippo ed E. in Italia. A poi da escludere che Salimbene abbia conosciuto Filippo a Parigi poiché questi mori undici anni prima del viaggio del cronista. Gli errori - su Adam de Saint-Victor e sulla paternità degli inni maddaleniani - non sarebbero imputabili, secondo Saxer, ad E., ma con più probabilità a Salimbene, il quale avrebbe, in qualche modo, abusato di una documentazione in suo possesso. Nonostante queste precisazioni non si può tuttavia negare che vi siano stati contatti tra i francescani di Toscana e la produzione musicale parigina (cfr. A. Gallo, La musica…, p. 97, e A. Ziino, p. 138).
L'informazione di Salimbene "cum iaceret infirmus in lecto, et notare non posset … fui primus, qui, eo cantante, notavi illum cantum" (Cronica…, p. 263) lascia supporre che le composizioni fossero affidate alla tradizione scritta. Non ne è rimasta traccia, se non, forse, per un unico pezzo conservato in un ms. francescano italiano del XIV sec. (Todi, Bibl. comunale, Mss. 73, ff. 19r-20v; A. Gallo, La musica…, p. 96).
L'espressione "fecit cantilenam … cum triplici cantu" potrebbe riferirsi alla composizione di un pezzo a tre voci; la notizia è importante perché sarebbe la sola testimonianza, per questo tipo di polifonia, nella documentazione di quel periodo (cfr. A. Gallo, La musica…, p. 96, e A. Ziino, p. 138).
Gli sono stati attribuiti versi e miniature. F. Novati lo aveva ritenuto l'autore della leggenda versificata di s. Francesco la cui vera paternità è di Enrico d'Avranches (F. Novati, Sull'autore del più antico poema della vita di s. Francesco, in Misc. franc., V [1890], pp. 3 s.). Per quanto riguarda le miniature, le attribuzioni non hanno supporto documentario (cfr. P. D'Ancona - E. Aeschlimann, Dictionnaire …).
Fonti e Bibl.: Salimbene de Adam, Cronica, a cura di G. Scalia, I, Bari 1966, ad Indicem; A. Da Morrona, Pisa illustrata nelle arti del disegno, II, Livorno 1812, p. 153; Marcellino da Civezza, Storia universale delle missioni francescane, VI, Prato 1881, pp. 6 s.; H. Thode, Franz von Assisi und die Anfänge der Kunst der Renaissance in Italien, Berlin 1885, p. 422; J. W. Bradley, A Dictionary of miniaturists, illuminators, calligraphers and copists, III, London 1889, p. 78; G. Golubovich, Serie cronologica dei r.mi superiori di Terra Santa (1219-1898), Gerusalemme 1898, p. 5; J. B. Supino, Arte pisana, Firenze 1904, p. 250; G. Golubovich, Biblioteca bio-bibliografica della Terra Santa e Oriente francescano, I, Quaracchi 1906, pp. 217 s.; G. Sbaraglia, Supplementum et castigatio ad scriptores trium Ordinum s. Francisci a Waddingo aliisque descriptos, I, Romae 1908, p. 359; H. Holzapfel, Manuale historiae Ordinis fratrum minorum, Freiburg im B. 1909, p. 265; H. Felder, Storia degli studi scientifici nell'Ordine francescano dalla sua fondazione fino a circa la metà del sec. XIII, Siena 1911, pp. 443 s .; D. Sparacio, Musicisti minori conventuali, in Misc. franc., XXV (1925), p. 96; F. Liuzzi, La lauda e i primordi della melodia italiana, I, Roma 1935, p. 14; G. Odoardi, La custodia francescana di Terra Santanel VI centenario della sua costituzione (1342-1942), in Misc. franc., XLIII (1943), p. 225; P. D'Ancona-E. Aeschlimann, Dictionnaire des miniaturistes du Moyen Age et de la Renaissance dans les différentes contrées de l'Europe, Milano 1949, ad vocem; A. Roncaglia, Nella preistoria della lauda. Ballata e strofa "zagialesca", in Ilmovimento dei Disciplinati nel VII centenario dal suo inizio (Perugia 1260), conv. intern., Perugia 25.28 sett. 1960, in Boll. d. Deputazione di storia patria per l'Umbria, Appendice, IX (1962), p. 472; F. Ludwig, Repertorium organorum recentioris et motetorum vetustissimi stili, I, 1, a cura di L. A. Dittmer, New York-Hildesheim 1964, pp. 247-251; G. Matteucci, La missione francescana di Costantinopoli, I, Firenze 1971, pp. 5, 79-81; Laude dugentesche, a cura di G. Varanini, Padova 1972, pp. XXIV-XXV; V. Saxer, Les hymnes magdalèniennes attribuées à Philippe le Chancelier sont-elles à lui?, in Mélanges de l'Ecole Française de Rome. Moyen Age, LXXXVIII (1976), pp. 156-197; A. Ziino, Liturgia e musica francescana nei secc. XIII e XIV, in Francesco d'Assisi, Storia e arte, Milano 1982, pp. 137 s.; A. Gallo, La musica nella "Cronaca" di Salimbene da Adam, in Annali della facoltà di lettere e filosofia, Università degli studi di Perugia, n. s., XX-XXI (1982-1984), pp. 90-99; P. Dronke, The lirical compositions of Philip the Chancellor, in Studi medievali, XXVIII (1987), pp. 5 80 s.; G. Le Vot, La notation et l'oralité des musiques poliphoniques aux XIIe-XIIIe siècles. Actes des journées musicologiques de Poitiers, 9-10 mai 1986, in Cahiers de civilisation médièvale, Xe-XIIe siècles, XXXI (1988), p. 135; Mariano d'Alatri, La Cronaca di Salimbene, personaggi e tematiche, Roma 1988, ad Indicem; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, X, p. 560; Enc. eccles., III, p. 91, sub voce Enrico da Pisa.