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COLEMAN, Enrico

di Claudia Tempesta - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 26 (1982)
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COLEMAN, Enrico (Henry)

Claudia Tempesta

Nacque il 21giugno 1846 a Roma, dove il padre Charles, pittore paesaggista inglese, si era trasferito fin dal 1831; la madre, Fortunata Segadori, era una modella nata a Subiaco. Dal padre ereditò l'interesse per la pittura di paesaggio e divenne, insieme con l'amico Onorato Carlandi conosciuto alle esercitazioni della guardia nazionale, assiduo frequentatore della campagna dei dintorni di Roma, soggetto preferito dei suoi dipinti. Dedicò particolare attenzione, condivisa anche da A. Raggio, nel ritrarre movimentate scene di animali in corsa. Proprio l'insuccesso di Una mandria di bufali nelle paludi pontine, presentato al Circolo artistico, determinò il suo passaggio verso i modi più facili e di successo della pittura alla Mariano Fortuny, molto di moda in quegli anni. Ben presto, tuttavia, grazie ai consigli di Nino Costa, il più anziano dei paesaggisti operanti a Roma, ritornò con maggiore entusiasmo a soggetti di tipo naturalistico.

Il C. ritrasse, principalmente all'acquerello, le desolate distese della Campagna romana in dipinti con prevalenza di linee orizzontali, oppure le più diverse specie erbacee e, in particolare, le orchidee in "ingrandimenti" eseguiti con tratto raffinato e minuto. Fu famosa la sua passione per questo fiore del quale divenne un eccellente coltivatore, così che F. Cortesi gli dedicò un ibrido tra Orchis mascula var. rosea e Orchis provincialis var. pauciflora, che egli era riuscito a far riprodurre. Redasse, sempre all'acquerello, un album-raccolta di moltissime specie di orchidee selvatiche, album unico nel suo genere, acquistato da un inglese (Jannattoni, 1950, p. 29). Il C. ebbe lo studio prima in via Zucchelli n. 16; poi, insieme con il fratello Francesco, passò nello studio paterno, in via Margutta n. 33, nel palazzo Dovizielli.

Uomo metodico, divise i suoi interessi tra la pittura, la caccia, l'alpinismo. Fu, infatti, tra i primi frequentatori del Club alpino italiano, che nel 1907 lo nominò socio benemerito (nel 1888 vinse una medaglia d'oro all'Esposizione alpina di Bologna). Dipinse un pannello con una veduta dell'Agro romano per il caffè Greco (tuttora conservato in loco), il ritrovo degli artisti dove egli era solito passare le serate e dove veniva chiamato il "Birmano" (Angeli, 1939, p. 122). Nel 1878 venne nominato membro onorario della Reale Società degli acquerellisti belgi. La presenza del pittore alle maggiori mostre italiane fu costante. Nel 1880, all'Esposizione internazionale di Torino, esordì con Entrata nel bosco,Escursione al monte Semprevivo,Inondazione nella Campagna romana; l'anno dopo, all'Esposizione internazionale di Milano, espose Vole,Vole madama?; nell'83 a Roma presentò Timor panico,Un ingombro,Seppellire imorti,A 2000 metri,Una via di Castel di Sangro. Frequentò tutte le Biennali veneziane dalla I (1895) alla IX (1910) e fu presente un po' a tutte le mostre del gruppo "In Arte Libertas" fondato da Nino Costa (per questo si veda presso l'università di Roma la tesi di laurea del 1974 di Andrea Sestieri). Con Carlandi, Pascarella e altri era solito intraprendere lunghe passeggiate sia verso i monti del Lazio, sia verso le paludose pianure del litorale marino fino a Terracina, dove i pittori del gruppo decorarono il locale Circolo artistico. Nel corso del 1902 gli fu conferita la nomina di accademico di merito dalla Accademia di belle arti di Perugia. La sua fedeltà al tema della natura, perseguita durante tutta la vita, indusse gli artisti che nel 1904 dettero vita al gruppo dei "XXV della Campagna romana" ad attribuirgli la presidenza del sodalizio: ne divenne, cioè, il "capoccetta".

Il C. conservò per tutta la vita la nazionalità britannica, ma, poco amante dei viaggi, non conobbe mai la terra di origine della sua famiglia.

Morì a Roma il 4 febbr. 1911 e venne sepolto nel cimitero acattolico di Testaccio. La iscrizione tombale reca ladata computata dalla fondazione di Roma.

Nell'anno stesso della sua morte gli fu dedicata una retrospettiva di quarantanove opere nel palazzo costruito da C. Bazzani per l'Esposizione internazionale di Roma (catal., Bergamo 1911, p. 20). Opere dell'artista furono esposte nel 1923 presso la casa d'arte Palazzi sempre a Roma; nel 1932 nella Mostra di Roma nell'Ottocento; nel 1936 nello studio di Augusto Jandolo; nel '43 presso la galleria S. Marco di Roma. Purtroppo la maggior parte della produzione pittorica del C. risulta dispersa in raccolte private e manca di una sistematica catalogazione. Nel Museo di Liverpool è conservato Buoi che trascinano un pezzo di marmo; all'Accademia di S. Luca appartengono due acquerelli: Via Appia Antica (1909) e Tor Tre Teste; alla Galleria d'arte moderna di Roma sono conservati Desolata campagna romana (esposto alla Biennale veneziana del 1901: ill. 47 del catal.) e i Centauri (1895), quadro, quest'ultimo, che fu acquistato dall'americano Bob E. Chandler che fece poi donazione del dipinto alla sede attuale. Nella British School di Roma si trovano Anzio e Campagna romana, due olii su cartone; un acquerello con Ruderi di un villaggio in Ciociaria è conservato nella Pinac. provinciale di Bari. Qui il C. si impegna in un tentativo di fusione mitico-naturalistica un po' estranea alla vena artistica del pittore, sensibilizzato ai modi simbolisti che si andavano diffondendo nell'ambiente (Angeli, 1939, p. 125).

Fonti e Bibl.: Necrol. di V. Pica, in Emporium, XXXIII (1911), p. 306; F. Sapori, E. C., Torino 1919; A. Jandolo, Le memorie di un antiquario, Milano 1938, p. 335; D. Angeli, Le Cronache del Caffè Greco, Roma 1939, passim; L. Jannattoni, Roma e gli Inglesi, Roma 1945, ad Indicem; Id., I pittori Coleman, in L'Urbe, XIII (1950), 4, pp. 27 ss.; F. Sapori, I maestri di Terracina, Roma 1954, p. 33; V. Martinelli, Paesisti romani dell'Ottocento, Roma 1963, p. 59; R. J. M. Olson, Ital. 19th century drawings and watercolors (catal.), New York 1976, n. 65; M. Marini Il gran libro della natura (catal.), Roma 1977, p. 99; M. Fagiolo-M. Marini, Costume di Roma Ottocento, Roma 1978, p. 14; A. Gramiccia, in Da Canova a De Carolis (catal.), Roma 1978, p. 81; M. Marazzi, La Campagna romana in un dipinto di E. C., in Lazio ieri e oggi, gennaio 1979; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, VII, p. 198.

Vedi anche
Onorato Carlandi Pittore italiano (Roma 1848 - ivi 1939). Esordì con quadri di soggetto patriottico (La barca dei fratelli Cairoli, 1871, Montecatini, coll. priv.). Dopo un soggiorno a Londra (1880), si dedicò al paesaggio, prediligendo la tecnica dell'acquarello. Fondò (1886) con N. Costa il gruppo "In arte libertas" ... Jòris, Pio Jòris ‹i̯ò-›, Pio. - Pittore italiano (Roma 1843 - ivi 1921). Risentì l'influsso di M. Fortuny, dei pittori napoletani e anche di N. Costa. Ebbe molto successo per le scene di genere, gli interni veristici e i ritratti. Fra le sue opere: La fuga di Papa Eugenio IV, Roma, Galleria nazionale d'arte moderna ... Giuseppe Ferrari Pittore italiano (Roma 1840 - Rieti 1905). Trattò soprattutto la pittura di genere e il ritratto; fu apprezzato specialmente come acquarellista. A Roma fu tra i fondatori del gruppo In arte libertas. Sartòrio, Giulio Aristide Sartòrio, Giulio Aristide. - Pittore (Roma 1860 - ivi 1932). Formatosi all'Accademia di belle arti di Roma, esordì nell'orbita di M. Fortuny per poi volgersi, sotto l'influenza di F. P. Michetti, a un verismo d'accento umanitario (La malaria, 1882, Córdoba, Argentina, Museo); nel 1884 visitò Parigi. ...
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  • BIOGRAFIE in Arti visive
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  • CLUB ALPINO ITALIANO
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  • AUGUSTO JANDOLO
Altri risultati per COLEMAN, Enrico
  • Còleman, Enrico
    Enciclopedia on line
    Pittore italiano (Roma 1846 - ivi 1911), figlio del paesaggista inglese Charles (m. Roma 1874). Prediligendo l'acquerello, dipinse soprattutto paesaggi della campagna romana. Ebbe contatti con O. Carlandi, A. Castelli, N. Costa e A. Raggio, per un breve periodo si avvicinò anche a M. Fortuny. Tra le ...
  • COLEMAN, Enrico
    Enciclopedia Italiana (1931)
    Pittore, nato a Roma il 21 giugno del 1846, ivi morto il 14 febbraio 1911, figlio di Carlo (morto nel 1874), pittore inglese, stabilitosi a Roma sin dal 1835. L'esposizione del 1880 a Torino, ove inviò numerosi paesaggi, lo rivelò al pubblico; il successo fu confermato a Milano (1881), a Roma (1883), ...
Vocabolario
enrico
enrico s. m. (pl. -chi). – Nome di varie monete fatte coniare da sovrani di nome Enrico o portanti il suo nome: tra esse, il denaro poi chiamato bolognino, coniato a Bologna dal 1191 e che portava il nome dell’imperatore Enrico VI al quale...
colemanite
colemanite s. f. [dal nome del geologo canadese A. Ph. Coleman (1852-1939)]. – Minerale monoclino, borato di calcio idrato, incolore o bianco, con lucentezza vitrea; costituisce depositi notevoli in California e nel Nevada, ed è uno dei...
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