CASTELLO, Enrico
Nacque a Rivarolo Ligure (Genova) il 25 sctt. 1890, da Gaetano e da Maria Boccardo. Dal 1904 al 1908 frequentò l'istituto nautico di Camogli e fu allievo macchinista sulla nave "Partenope"; si trasferì quindi a Torino per frequentare il politecnico, esordendo anche come direttore della rivista Torino ride. Nel 1911 interruppe gli studi di ingegneria industriale meccanica per frequentare l'Accademia di belle arti di Brera. A Milano prese lo studio vicino a quello di Romolo Romani, artista e amico destinato a influenzare la sua opera ponendosi come "maestro" (si veda del C., Ricordo di R. Romani, in Il Colosseo, 1934, n. 8, p. 181) e introducendolo nell'ambito del futurismo milanese, dove il C. fu accolto giovanissimo tanto da meritare da Carrà il paterno nome di "verdenne". Ma già dall'anno precedente, firmando prima Richin (diminutivo dialettale di Enrico), troncato a partire dal 1911 nell'icastico Chin, aveva iniziato a collaborare al Corriere dei piccoli: dal 1918 al 1925 illustrò romanzi di A. Zappa, C. Lupati, M. Guechot e C. Prosperi, con vignette caricaturali, popolate di Vivaci figure dai caratteristici contorni marcati a contrasto, composte con grande gusto decorativo, e creando nel 1931 i personaggi di Sor Pappone e Sperandio. Nel 1912 iniziò a collaborare a La Lettura, e a lavorare per la SEI di Torino. Prima dello scoppio della guerra lavorò negli studi di Milano e di Arenzano creando i suoi primi Stati d'animi e l'autoritratto Ego sum del 1915.
Arruolato durante la prima guerra mondiale nelle squadriglie aeree dell'esercito, il 29 genn. 1916 prese il brevetto di pilota sul velivolo Blériot, e quello di pilota militare, sullo stesso velivolo, il 16 maggio 1916. Il 25 marzo 1917 raggiunse il grado di tenente. "Avvolto il Chin in un'aura dannunziana". tra "fine dicitore" ed "eroe dell'aria" (Bertonati, 1978), le sue opere hanno titoli come: Lingua cinguettante (1914), Magnetismo (1916), Il pensiero della morte nel giovane e nel vecchio. Nel 1919 collaborò a Lidel, Ardita, Satana beffa, e a Il Secolo XX, e dal 1919 al 1922 fu istruttore pilota presso la Società italo-brasiliana di trasporti rapidi su un bimotore Caproni. In Brasile insegnò storia dell'arte a Belo Horizonte, e nel 1920 espose alla galleria Alma di Rio de Janeiro numerose opere presentate da A. Facò. Tornato in Italia, riprese a lavorare al Corriere dei piccoli (dal 25 marzo al 5 luglio, per esempio, per il romanzo di C. Prosperi Coda di topo). Lavorò ancora per la rivista sanitaria Croce rossa, illustrò con altri Le ultime fiabe…di Capuana per Mondadori (Roma 1919), Scene e figure di Dickens per Sonzogno (1922), e realizzò numerose copertine per la Modernissima. Nel 1923 collaborò al Giornalino delladomenica, illustrandovi Le memorie di Takiù di G. Fanciulli, poi raccolte in volume (Torino 1926), e nel 1924 partecipò insieme con P. Bernardini, F. Mateldi, M. Pompei ed altri, alla Mostra degli illustratori organizzata dalla Bottega di poesia a Milano. Negli anni successivi collaborò al Il Balilla, Novella, Lo Scolaro, Il Cartoccino, Il Giovedi e La Crociata dei giovani.
Nel 1926 fu richiamato in servizio nel 200 stormo, e nel 1927 fu trasferito all'aviazione della Cirenaica. Nell'aprile 1928 fu collocato in congedo per fine di ferma coloniale e nel novembre entrò nei ruoli di complemento. Il 20 dic. 1928 fu promosso capitano. Nel 1930 illustrò Considerazioni filosofiche del gatto Murr di E.T. Hoffmann per i "Classici del ridere" di Formiggini, con nervose vignette che ritagliano fulminei personaggi su eleganti fondi neri, e negli stessi anni, dotato xom'era di quello che Marinetti definiva "sguardo aeroplanico", partecipò al movimento della aeropittura, come ricorda E. Cozzani in L'Eroica (Nuovi orientamenti in architettura, pittura, dovuti all'aviazione, XVIII [1930], p. 34). Eseguì i ritratti di Romolo Romani e dell'architetto Sant'Elia: la sua attività fu vasta e il talento multiforme "giacché egli fu pure, tra un volo e l'altro, poeta, romanziere, traduttore, incisore e scultore" (Lorenzi, 1966), tanto che molte sue opere andarono disperse, e il suo nome risulta pressoché ignorato nelle cronache futuriste.
Bertonati (1978) ipotizza, al proposito, un "distacco, che egli, pioniere dei volo ed aviatore sino a tarda età, ha dalla problematica dell'aeropittura futurista". Per il C. il volo non è un'esaltazione dinamica del progresso, ma solo ritorno alla natura, come è evidente nelle opere ora di proprietà dell'Imperial War Museum di Londra.
Nel marzo 1935 fu richiamato in servizio a domanda, destinato all'aeroporto di Centocelle e assegnato alla direzione dei servizi. Maggiore dal 26 dic. 1936, nel 1937 lavorò all'ufficio, stampa e propaganda del ministero dell'Aeronautica, dove venne trattenuto in servizio fino al settembre 1939. Il 31 dic. 1940 raggiunse il grado di tenente colonnello. Nello stesso anno aveva esposto con il gruppo futurista alla XXII Biennale. Il 15 giugno 1944 si presentò a Roma al comando della III zona aerea territoriale, e fu iscritto alla categoria riserva dal settembre; venne però trattenuto alle armi avendo la propria residenza in zona occupata dai Tedeschi. Nel 1945 fu di nuovo collocato in congedo; e in congedo assoluto per limiti di età nel 1958. Nel 1946 collaborò al satirico Oronzo, l'anno successivo illustrò Il Teatrino di G. Fanciulli per Sansoni.
Il C. morì a Genova il 16 febbr. 1966.
Dopo la morte opere del C. sono apparse nelle mostre: "Presenze di artisti genovesi", ordinata dal Rotta a Genova nel 1968; "Genova tra simbolismo e futurismo", a cura di E. Bertonati a Milano nel 1978, e, "Annitrenta", sempre a Milano nel 1982.
Fonti e Bibl.: Oltre ai cataloghi delle mostre citate, si ricordano: A. Facò - E. C. Boccardo, E. C., Rio de Janeiro 1920; E. C. e os seus traballos expostos nesta capital, in A Noticia (Rio de Janeiro), 20 maggio 1920; C. Carrà, Esposizione di illustratori, in L'Ambrosiano, 5 genn. 1924; R. G. [R. Giolli], Tra le fiabe e gli apologhi, in La Sera (Milano), 5 gen. 1924; A. F. Formiggini, Venticinque anni dopo, Roma 1933, p. 49; Gec [E. Gianeri], Storia della caricatura, Milano 1959, p. 284; Id., Storia della caricatura europea, Firenze 1967, p. 183; Id., Cento anni di caricatura politica, in Cento anni di satira politica 1876-1976, Firenze 1976, p. 37; A Lorenzi, Ricordo di "Chin" ovvero E. C., in La Martinella, XX (1966), pp. 3095 s.; G. Genovesi, La stampa Periodica per ragazzi, Torino 1972, pp. 93, 99; G. Salvucci, Archivio. Il Corriere dei piccoli (1928-39), in Il Fumetto (Roma), maggio 1978, p. 7e passim; E. Bertonati, Genova tra simbolismo e Murinno (catal., Galleria del Levante), Milano 1978, p. 9 e passim; D. Riva, in A. Rubino, Estasi, incubi e allucinazioni 1900-1920, Milano 1980, pp. 13, 22; A. Lugli, Trent'anni di illustratori nel fondo Formiggini della biblioteca Estense, in A. F. Formaggini editore (catal.), Modena 1980, p. 111; P. Pallottino, in Annitrenta (catal.), Milano 1982, p. 584 s.; S. Evangelisti, Dal simbolismo alla nonfigurazione e ritorno. Il percorso artistico di Romolo Romani, in R. Romani (catal.), Milano 1982, p. 22 e passim; G. Bruno, La pittura in Liguria dal 1850 al divitionismo, Avegno 1982, ad Indicem; C. Bertieri, Un immaginario oltre il quotidiano, in Figurinai di Liguria, Genova 1985, pp. 15-18e passim; Id., Le rotte dell'immaginario, Genova 1986, pp. 79-92.