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CASTELLANI, Enrico

di Rosalba Zuccaro - Enciclopedia Italiana - V Appendice (1991)
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CASTELLANI, Enrico

Rosalba Zuccaro

Pittore, nato a Castelmassa (Rovigo) il 4 agosto 1930. Compiuti gli studi a Novara e a Milano, nel 1952 si trasferisce a Bruxelles ove frequenta l'Académie Royale des Beaux Arts; nel 1956 consegue il diploma in architettura all'Ecole Nationale Supérieure d'architecture et des arts décoratifs de la Cambre. Tornato a Milano, nel 1959 fonda con P. Manzoni la rivista Azimuth e successivamente la galleria omonima. Fa parte dei gruppi Zero e Nul. Le mostre personali, che scandiscono con continuità la sua attività espositiva anche internazionale, sono affiancate dalla partecipazione a importanti rassegne: Monochrome Malerei, Städtisches Museum di Leverküsen, 1960; Nuove Tendenze, Galleria Sauvremene, Umjetnosti, Zagabria, 1961 e 1963; Ekspositie Nul, Stedelijk Museum, Amsterdam, 1962; Biennale di Venezia, 1964 e 1966; The responsive eye, Museum of Modern Art, New York, 1965; Biennale di San Paolo del Brasile, 1965; Lo spazio dell'immagine, Palazzo Trinci, Foligno, 1967; Documenta, Kassel, 1968; Identité italienne, L'art en Italie depuis 1959, Centre Georges Pompidou, Parigi, 1981; Linee della ricerca artistica in Italia 1960-80, Palazzo delle Esposizioni, Roma, 1981; Azimuth e Azimuth, Padiglione d'arte contemporanea, Milano, 1984, ecc. Consegue numerosi riconoscimenti quali il premio Gollin per la pittura alla Biennale di Venezia (1966) e il premio alla Biennale di San Marino (1967).

Le esperienze informali, tra il 1956 e il 1958, sono caratterizzate da una ricerca segnica sensibile e contenuta che, distillata in un graduale processo analitico, percorso dalla fondamentale esperienza dello spazialismo di L. Fontana, approda nel 1959 con una fisica, concreta articolazione del piano pittorico alle Superfici a rilievo. Intervenendo sulla tela monocroma, anche variamente sagomata, a sondarne ritmi di tensione e flessibilità, C. crea, tramite elementi fissati sul retro, sporgenze e rientranze multiple spesso regolari, talora con scansione prospettica, e più tardi dinamicamente asimmetriche nei percorsi e negli intervalli, coniugando l'incidenza luminosa con la valenza spaziale-architettonica, fino a modulazioni che nella loro progressione intuitiva svelano contatti con formule scientifiche. In una rigorosa delimitazione del campo operativo con coerenza di metodo ed essenzialità di mezzi tecnico-espressivi, strettamente relazionati nella struttura compositivo-spaziale e nel tempo percettivo, approfondisce in sintonia con gli assunti di Azimuth, nel rifiuto del soggettivismo esistenziale e dell'indistinto cromatismo informale, "la possibilità di una forma d'arte ridotta alla semanticità del suo linguaggio" in un continuum coloristico-spaziale che si pone come puro fenomeno. Pur partecipando al clima incline all'oggettività e all'oggettualità, C., all'interno della ricerca visiva, con la singolare peculiarità della sua immagine animata da toni poetici e da intensità meditative nella cadenza chiaroscurale della superficie, ribadisce l'importanza di un codice pittorico e di un fare diretto contro la fredda programmazione. Vedi tav. f. t.

Bibl.: G. Dorfles, E. Battisti, Castellani, Galleria La Polena, Genova 1964; G. Celant, Modelli spaziali, Galleria Arco d'Alibert, Roma 1966; F. Menna, Lo spazio vissuto di Enrico Castellani, Galleria La Tartaruga, ivi 1966; V. Agnetti, Enrico Castellani pittore, Milano 1968; A. Bonito Oliva, A. C. Quintavalle, Enrico Castellani, Sala della Scuderia alla Pilotta, Parma 1976; AA. VV., Enrico Castellani o la superficie ''ben temperata'', Atti dell'incontro del 10-11 dicembre 1980, Perugia 1982; A. Zevi, Castellani, Pinacoteca Comunale, Ravenna 1984; L. Caramel, Castellani, Galleria d'Arte Niccoli, Parma 1989.

Vedi anche
spazialismo Tendenza artistica (detta anche movimento spaziale), le cui basi furono poste da L. Fontana (➔) con il Manifiesto blanco, stilato a Buenos Aires nel 1946, in cui si auspica un’arte integrale che rifiuti l’immagine naturalistica e si serva di media quali la luce, il suono, il vuoto spaziale. Tornato a ... Germano Celant Critico d’arte italiano (Genova 1940 - Milano 2020). Ha teorizzato, alla fine degli anni 1960, l’arte povera, presentata in una serie di mostre e scritti (Appunti per una guerriglia, 1967). Attento conoscitore delle nuove tendenze dell’arte, ne ha proposto interessanti rassegne (Arti & Architettura, ... arte In senso lato, ogni capacità di agire o di produrre, basata su un particolare complesso di regole e di esperienze conoscitive e tecniche, quindi anche l’insieme delle regole e dei procedimenti per svolgere un’attività umana in vista di determinati risultati. Il concetto di a. come tèchne, complesso di ... Hidetoshi Nagasawa Scultore giapponese (Tonei, Manciuria, 1940 - Milano 2018). La natura e la memoria collettiva costituiscono i principali punti di riferimento della poetica di N. Artista originale e versatile, ha esposto in tutto il mondo in importanti appuntamenti nazionali e internazionali e ha partecipato a parecchie ...
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    Pittore italiano (Castelmassa 1930 - Roma 2017). Dopo aver studiato arte e architettura a Bruxelles, si è stabilito a Milano dove ha fondato con P. Manzoni la rivista Azimuth (1959). Partito da suggestioni dell'espressionismo astratto, si è accostato alle ricerche spazialiste milanesi per giungere all'elaborazione ...
Vocabolario
enrico
enrico s. m. (pl. -chi). – Nome di varie monete fatte coniare da sovrani di nome Enrico o portanti il suo nome: tra esse, il denaro poi chiamato bolognino, coniato a Bologna dal 1191 e che portava il nome dell’imperatore Enrico VI al quale...
buòn Enrico
buon Enrico buòn Enrico locuz. usata come s. m. – Erba perenne della famiglia chenopodiacee, detta anche colubrina, tutta buona, spinacio selvatico (lat. scient. Chenopodium bonus-Henricus): ha fusti poco ramosi, foglie triangolari, ondulate...
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