CAIROLI, Enrico
Nacque a Pavia il 6 febbr. 1840, quarto figlio di Carlo e di Adelaide Bono. Allo scoppio della guerra del 1859 interruppe gli studi di medicina, intrapresi tre anni prima all'università di Pavia, e accorse a combattere col grado di caporale tra i Cacciatori delle Alpi. Terminata la guerra e rientrato a Pavia, riprese gli studi, interrompendoli nuovamente per prender parte, nella 7ª compagnia comandata dal fratello Benedetto, alla spedizione dei Mille. Dopo aver partecipato allo scontro di Calatafimi, il 27 maggio del 1860 veniva ferito nei combattimenti precedenti l'ingresso a Palermo. Costretto così ad abbandonare la spedizione - dove era sostituito dal fratello Luigi, poi morto nel settembre -, rientrava in agosto a Pavia. Di questo suo periodo di campagna, dal 3 maggio al 10 agosto, tenne appunti quotidiani (editi in Pavia e la Spedizione dei mille, Pavia 1960, pp. 109-120). Il 18 ott. 1860 fu nominato, dal prodittatore A. Mordini, maggiore di Stato Maggiore.
Allo scioglimento delle forze dei volontari nel Sud, preferì non entrare nell'esercito regolare e rifiutò anche la pensione di ferito. Conseguita la laurea nel 1861 con una dissertazione sul "Legame tra igiene civica e forma di governo", iniziò una saltuaria esperienza professionale. In una lettera del 27 luglio 1865 ad A. Bertani riconosceva, però, di essersi dovuto troppo allontanare, per l'attività patriottica, da una seria applicazione allo studio della medicina.
Nel 1862 fu al fianco di Garibaldi nella spedizione per Roma, fermata dalle truppe regie sull'Aspromonte, subendo quindi un periodo di prigionia nei forti liguri del Varignano, di Ratti e di San Benigno, dove compose un secondo diario (M. Brignoli, Diariodi E. C. prigioniero dopo Aspromonte, in IlRisorgimento, XV [1963], 3, pp. 169-185). Liberato in ottobre per l'amnistia, progettò con Garibaldi e altri esponenti del Partito d'azione un piano di aiuto, fallito, ai Polacchi insorti nel 1863 contro il dominio russo. Nel 1866 provvide all'arruolamento nel Meridione di volontari Per la terza guerra d'indipendenza, cui partecipò combattendo nello scontro di Monte Suello. All'indomani del conflitto, deluso per le incertezze della condotta operativa, si volse risolutamente all'azione per Roma, dove si recò in agosto col fratello Giovanni per esaminare le possibilità di un'insurrezione. Concretatosi in settembre un progetto di spedizione coi preparativi e le prime infiltrazioni dei volontari nel Lazio, tornarono in Roma. Espulsi il 9 ottobre dalla polizia, s'incontrarono a Firenze col fratello Benedetto, portandosi quindi a Terni, per organizzare quell'azione di appoggio dell'insurrezione romana, diretta dal bergamasco F. Cucchi, che, iniziata il 20, fu stroncata il 23 ottobre 1867.
Studiata la situazione al vicino confine, il C. assunse il comando del drappello radunato dal fratello Giovanni, movendo la sera del 20 ottobre da Terni: erano complessivamente settantotto volontari. Passati per Cantalupo e Ponte Sfondato, giunsero, via Tevere, la sera del 22 ottobre a ponte Milvio; qui, attese invano per due ore comunicazioni dalla città, intuirono il fallimento del moto romano. Spostandosi dalla sponda sinistra del fiume, ripararono in un canneto, e verso l'alba si avviarono verso i monti Parioli per preparare una difesa da posizioni dominanti. Occupato il poggio di una villa, di proprietà della famiglia Glori, vi furono attaccati nel pomeriggio del 23 da un reparto di zuavi e gendarmi pontifici. Contrattaccando alla baionetta, il C. cadde ripetutamente colpito, spirando tra le braccia del fratello Giovanni, a sua volta ferito. La salma, consegnata dai pontifici per l'immediato interessamento degli amici politici, specie il Bertani e Jessie White Mario, in un accordo di scambio di salme e di prigionieri, fu tumulata nel sepolcro di famiglia in Gropello.
La sfortunata impresa segnò l'inizio di più ampie operazioni garibaldine intorno a Roma, che contribuirono a provocare, nonostante il nuovo smacco di Mentana, la rottura del precario equilibrio diplomatico raggiunto tra Italia e Francia con la convenzione di settembre, e sensibilizzarono l'opinione pubblica nazionale sulla questione di Roma, liberata tre anni dopo dalle truppe regie.
Nel 1883un monumento venne eretto a Roma sul Pincio, opera dello scultore E. Rosa, che raffigura il C. morente e il fratello Giovanni; un altro fu innalzato a Pavia nel 1900 dall'architetto E. Quadri e dallo scultore E. Cassi, in cui è ritratto con tutti i familiari. L'impresa ha ispirato anche i quadri di C. Ademollo e G. Induno, ed ha avuto celebrazione poetica con G. Carducci (In morte di Giovanni Cairoli, in Giambi ed epodi, Bologna 1960, pp. 89-99)e con C. Pascarella (Villa Gloria, in Sonetti, Storia nostra, Le prose, Verona 1960, pp. 59-88).
Fonti e Bibl.: Roma, Museo centrale del Risorgimento, XII, nn. 18, 45, 49, 233, 336, 534, 600 (si veda il catalogo in E. Morelli, I fondi archivistici del Museo centrale del Risorgimento. Le carte Settembrini e Cairoli, in Rass. stor. del Risorg., XXVII[1940], p. 633); Pavia, Museo del Risorgimento, Arch. Cairoli; Ediz. naz. degli scritti di G. Mazzini, Epist., XLVI, p.117; F. Venosta, I fratelli C., Milano 1868; G. Cairoli Spedizione dei monti Parioli, a c. di B. E. Maineri, Milano 1878; G. Garibaldi, Memorie autobiografiche, Firenze 1888 pp. 357, 365, 427; E. Ghiglione Giulietti, Adelaide Cairoli e i suoi figli. Lettere inedite dal 1847 al 1871, Milano 1952; Le carte di A. Bertani, a cura di L.Marchetti, Milano 1962, pp. 393, 766, 959, 973; B. E. Maineri, Il Sacro drappello di Villa Glori, Roma 1881; J. White Mario, I fratelli Cairoli a Villa Glori, in Nuova antologia, 1º luglio 1878, pp. 108-119; Id., Garibaldi e i suoi tempi, Milano 1887, pp. 735-747; G. Adamoli, Da San Martino a Mentana, Milano 1892, pp. 341, 361; P. V. Ferrari, Ricordi e aneddoti dell'autunno 1867, Roma 1899, passim; La famiglia Cairoli. Ricordo per l'inauguraz. del monumento…, Pavia 1900; M. Rosi, I Cairoli, Torino 1908; R. Rampoldi, Pavia nel Risorg. nazionale, Pavia 1927, ad dies;G. Castellini, Eroi garibaldini, Milano 1931, ad Ind.;C. Agrati, IMille nella storia e nella leggenda, Verona 1933, pp. 327, 474; G. Sacerdote, Vita di Garibaldi, Milano 1957, pp. 578, 667, 689, 729; P. Pieri, Storia militare del Risorgimento, Torino 1962, pp. 775 s., 782, 855, 859; C. Nardi, Benedetto, E. Luigi Cairoli nella spedizione dei Mille, Genova 1963; Annali pavesi del Risorgimento. Atti del convegno nazionale di studi cairoliani (Pavia, 18-19 maggio 1963), Pavia 1964, ad Indicem.