BOGGIO-LERA, Enrico
Nacque a Catania il 5 apr. 1893 da Enrico e Virginia Manca. Laureatosi in chimica nel 1920, fino al 1925 fu assistente nell'università di Napoli, dove con A. Piutti definì un metodo di ricerca microchimica dell'arsenico che consente di rilevarlo in quantità estremamente piccole, fino a 0,05 microgrammi (in Memorie della R. Accademia Naz. dei Lincei, classe di scienze matematiche fisiche e naturali, s. 5, XIII [1920], pp. 475-479).
In collaborazione col Piutti, studiò la eventualità, asserita da alcuni autori, della trasmutazione di alcuni elementi per azione di agenti fisici; poté dimostrare errata l'asserzione che, per azione di forti scariche elettriche, l'idrogeno si trasformasse in elio e neon e il mercurio in oro (in Giornale di chimica industriale ed applicata, VIII [1926], pp. 59-61). Solo alcuni anni dopo si sarebbe dimostrato che trasmutazioni di questo tipo sono possibili, ma con l'intervento dell'energia atomica. Sui gas nobili il B. e il Piutti eseguirono varie altre ricerche.
Nel 1925 il B. entrò, per concorso, nel Servizio chimico militare, ove svolse la sua attività fino alla morte.
Durante questo periodo appaiono nella letteratura scientifica solo poche note del B. riguardanti, per lo più, alogeno-derivati organici di impiego farmaceutico (d-bromo-isovaleril-uretano) o bellico (iprite). Da segnalare alcuni brevetti: processo per recuperare gli aggressivi chimici contenuti in artifici aggressivi (brev. ital. nº 414361 del 18 luglio 1946); processo per ottenere derivati alogenici del metano e sali degli acidi della serie aromatica da chetoni aromatici misti (brev. ital. nº 414722 del 24 ag. 1946); procedimento per l'utilizzazione industriale del cloroacetofenone (brev. ital. nº 418294 dell'11 febbraio 1947).
Destinato negli anni dal 1937 al 1940 a dirigere un reparto di impianti-pilota, il B. ottenne, tra l'altro, brillanti risultati per la fabbricazione del cloruro di fenarsazina.
La maggior parte dell'intensa attività da lui svolta nel Servizio chimico militare non apparì, per il suo carattere, in pubblicazioni, ma nelle oltre cento relazioni riservate, che andarono, nel 1943, disperse a causa di eventi bellici. Al B. si devono realizzazioni notevoli: un rivelatore-dosatore dell'iprite; un artificio lacrimogeno in cui la sostanza termogena per la vaporizzazione dell'aggressivo era costituita, in sostituzione della nitrocellulosa, da segatura di legno imbibita di nitrato ammonico, ciò che consentiva l'utilizzazione di prodotti di non elevata purezza; procedimenti di preparazione di aggressivi chimici con l'impiego di materie prime di maggiore disponibilità in Italia; procedimenti,di analisi di aggressivi chimici; sintesi dell'ossalato di triclorometile, che pensò di utilizzare in artifizi soffocanti. I risultati conseguiti sono da ricordare particolarmente per quel che riguarda il campo, relativamente poco studiato, degli aggressivi chimici. A lui si devono interessanti realizzazioni sia di chimica organica sia di tecnologia specifica.
Il B. venne a morte in Roma il 19 agosto del 1947.
Il padre del B., Enrico (1862-1957), docente di fisica presso l'istituto tecnico e presso la scuola superiore di magistero dell'università di Catania, si segnalò per i suoi studi nel campo della fisica-matematica, della chimica-fisica, dell'elettrotecnica applicata e della metereologia. In particolare, nell'anno 1896, seppe effettuare esperienze di fotografia a raggi X molto prima che fossero divulgati i procedimenti seguiti dal Röntgen, di cui aveva avuto vaghe notizie dai giornali. Egli avrebbe anche effettuato, già prima del 1897, esperienze di telegrafia senza fili trasmettendo segnali Morse tra locali non adiacenti del suo istituto. Suo merito indiscusso fu l'ideazione (1900) di un apparecchio registratore delle scariche elettriche nell'atmosfera, apparecchio che fu acquistato da molti istituti metereologici di tutto il mondo.
Bibl.: Necrol. di A. Borgia, in La Chimica e l'Industria, XXIX (1947), p. 258. Per il padre: E. B. L. nella vita e nella storia, a cura della Soc. storica catanese, Catania 1963.