Filosofo e astrologo fiammingo (n. Malines 1246 - m. dopo il 1310). Studiò, tra il 1260 e il 1270, a Parigi, dove si addottorò in arti (1266) e forse, più tardi, in teologia; partecipò al concilio di Lione (1274) e fu precettore di Guido di Hainaut, poi vescovo di Utrecht, che nel 1292 accompagnò a Orvieto; dal 1289 fu canonico e cantore del capitolo di Saint Lambert di Liegi. Traduttore, dall'ebraico e dall'arabo, di varie opere di astronomia e astrologia e autore egli stesso di alcuni scritti di eguale argomento, E. è noto soprattutto per una vasta summa in 23 libri, lo Speculum divinorum et quorundam naturalium, scritta tra il 1281 e il 1303 e dedicata al suo antico allievo. Quest'opera, che ha come motivo conduttore il tentativo di dimostrare la sostanziale concordia tra il pensiero di Platone e quello di Aristotele (di qui l'interesse dimostrato per lo Speculum da alcuni autori del 15º secolo, fra cui il Cusano e Pico della Mirandola), è particolarmente interessante per il panorama che offre, attraverso un'infinità di citazioni di autori antichi e contemporanei, del sapere filosofico e scientifico dell'epoca.