Drammaturgo italiano (Milano 1868 - ivi 1912); portò sulla scena, anche per influsso ibseniano, alcuni dei problemi più assillanti del suo tempo (i limiti della scienza, la legittimità delle rivoluzioni, ecc.), e fra l'altro il problema stesso delle sorti dell'uomo, con un fervore di parola che però non sempre riesce a tradurre in arte la nobiltà degli intenti. Drammi principali: L'utopia, 1894; Lucifero, 1901; Fiamme nell'ombra, 1907. Scrisse anche commedie giocose e romanzi; questi ultimi sono tra le sue cose migliori (L'automa, 1892; L'anima, 1893; L'immorale, 1894; L'incantesimo, 1897), e un poema, Il castello del sogno (1910), quasi il suo testamento spirituale.