ACERBI, Enrico
Nato a Castano Primo (Milano) il 25 ott. 1785 da padre chirurgo, iniziò intorno al 1810 la professione medica, che unì ad una frequente applicazione alle lettere, testimoniata anche dalla sua collaborazione alla Biblioteca italiana.Lavorò dal 1818 nell'Ospedale Maggiore di Milano, raccogliendo annotazioni e intraprendendo esperimenti; insegnò storia naturale nei licei milanesi di Porta nuova e di Sant'Alessandro.
Nel 1822 scrisse la sua opera maggiore, la Dottrina teorico-pratica del morbo petecchiale, con nuove ricerche intorno l'origine, l'indole, le cagioni predisponenti ed effettrici, la cura e la preservazione del morbo medesimo in particolare, e degli altri contagi in generale (Milano 1822).
In essa avanzava l'ipotesi della derivazione delle epidemie da "minuti esseri morbigeni", trasmessi dal corpo del malato, ipotesi che si può considerare anticipatrice delle moderne teorie e in particolare delle esperienze del Pasteur. Ad essa fece esplicito riferimento il Manzoni nell'episodio della peste nei Promessi sposi (cap. XXVI).
L'A. non poté mettere in atto le esperienze sulla propria teoria del morbo petecchiale, né portare a pubblicazione varie opere iniziate, essendo quasi immobilizzato, negli ultimi anni, da una malattia polmonare.
Morì a Tremezzina, sul lago di Como, il 5 dic. 1827.
Tra gli scritti editi, principali (oltre la ricordata Dottrina): Cenno critico di un opuscolo intitolato: Della vita di Giambattista Monteggia,Milano 1816; Elogio del medico Giannini,Milano 1819; Annotazioni di medicina pratica, anno primo,Milano 1819. Il biografo G. De Filippi elenca una serie di inediti letterari e scientifici.
Numerose lettere dell'A. ad Alessandro e Giulia Manzoni - dei quali fu intimo amico -, relative agli anni 1821-1827, sono pubblicate nel Carteggio di Alessandro Manzoni,a cura di G. Sforza e G. Gallavresi, I, Milano 1912, pp. 329, 559,e II, ibid. 1920, passim.
Bibl.: G. De Filippi, E. A., Milano 1828; C. Del Lungo, La peste nel racconto del Manzoni e le idee di un medico lombardo, in Nuova Antologia, XXXVII (1902), pp. 278-287; A. Manzoni, Prose minori, lettere inedite e sparse, a cura di A. Bertoldi, Firenze 1912, p. 356; C. Del Lungo, Il medico del Manzoni: E. A., in La Lettura, XXIII (1923), pp. 545-547;V. Lo Bianco, Un italiano precursore di Pasteur, in Il Giornale d'Italia, Roma 25 giugno 1925; G. Castelli, Figure dell'Ottocento alla Ca' Grande, Milano 1940, pp. 287-312; S. Piccini, Grassi e Finlay, in Pensiero medico, XLIV (1955), pp. 3-4.
Dell'A, si fa menzione in varie lettere del Manzoni (cfr.specialmente Lettere inedite di A. M., a cura di E. Gnecchi, Milano 1896, p. 127). Notizie dell'A. in C. v. Wurzbach, Biographisches Lexikon des Kaiserthums Oesterreich, I, pp. 2-3; Biographisches Lexikon der hervorragenden Aerzte aller Zeiten und Völker, I, Berlin-Wien 1929, pp. 15-16.