ENOMAO (Οἰνόμαος, Oenomăus) di Gadara
Vissuto al tempo di Adriano è uno degli ultimi e più notevoli rappresentanti della scuola cinica. Temperamento polemico, usò come arma principale l'umorismo, l'ironia. Suida ricorda parecchie opere di E., quali lo scritto Intorno al cinismo, la πολιτεία, il lavoro Sulla filosofia di Omero, a proposito di uno scritto analogo di Favorino, quello Intorno a Cratete e a Diogene e infine altre opere, fra le quali le tragedie parodistico-umoristiche sull'esempio di quelle di Diogene e di Cratete. (Iulian., Or., VII, 273, 6 H).
Ma l'opera di cui ci rimane più largo documento (in Eusebio, Praep. Ev., V, 19-36) è la Γοήτων ϕωρά (Smascheramento degli impostori) in cui E. raccolse gli antichi oracoli, esercitando su di essi una critica mordace, la cui insolenza spiacque alla fede pagana di Giuliano imperatore.
Questa critica aveva d'altronde carattere piuttosto antistoico: e come nello stoicismo la dottrina della mantica era strettamente connessa con quella del fato, così nella critica di E. alla dimostrazione degli assurdi della divinazione seguiva quella delle contraddizioni derivanti dal presupposto della predeterminazione fatale del tutto.
Bibl.: Th. Saarman, De Oenomao Gadareno, Tubinga 1887; P. Vellette, De Oenomao cynico, Parigi 1908; J. Geffcken, in N. Jahrb. f. lkl. Alt., XXVII (1911), p. 491; H. Lewy, in Philol., LII (1894), pagina 383 segg.; I. Bruns, Lucian u. Oinomaos, in Rhein. Mus., XLIV (1889), pp. 374-96.