ENFANTIN, Barthélemy-Prosper, detto il padre E
Filosofo ed economista francese, nato a Parigi l'8 febbraio 1796, morto ivi il 31 maggio 1864. Fece gli studî al Politecnico e nel 1814 partecipò alla resistenza contro l'invasione degli eserciti degli alleati. Lasciò quindi il Politecnico per dedicarsi al commercio, fino a quando nel 1832, persuaso dal Rodriguez, avvicinò il Saint-Simon e divenne ardente seguace delle dottrine di lui. In breve tempo, per opera di quei due discepoli, il sansimonismo ebbe grande diffusione, e maggiore importanza acquistò quando scoppiò la rivoluzione del luglio 1830. I sansimonisti riconoscevano come loro "pères suprêmes" l'E. e A. Bazard, fondatore della carboneria francese; ma fra i due maggiori esponenti del sansimonismo avvenne una scissione che culminò in aperta rottura. E. continuò per la sua via, tentando di diffondere le dottrine del suo maestro in tutto ciò che si riferiva al rispetto di tutte le individualità, a comprenderle, ad armonizzarle. Secondo la sua dottrina, esistevano affezioni e nature costanti, affezioni e nature mobili; si doveva quindi tentare di formulare una legge delle relazioni, nelle quali dovevano vivere e comprendersi quei diversi caratteri. Convinto della necessità di riconoscere e di soddisfare le nature mobili, affermava che le affezioni dovevano essere assolutamente libere, ma ad un tempo riconosceva che, per mantenere l'equilibrio e l'ordine sociale, era necessario intervenisse il prete, il confessore (per dare forza o spegnere le passioni); e la donna che rappresentava le affezioni mobili. Il padre E., che si credeva l'eletto del Signore, la legge vivente, staccatosi dal Bazard, propagò le sue dottrine sul Globe, periodico dottrinario, divenuto sansimonista, fino a quando il governo orleanese chiuse le sale di riunione e intentò processo all'E., che fu condannato a un anno di carcere (28 agosto 1832), con l'accusa di attentato alla morale e di associazione illegittima. Posto in libertà pochi mesi dopo, l'E. partì per l'Egitto con alcuni suoi discepoli. Tornato in Francia, si ritirò a Tarn (dipartimento della Drôme) e attese colà a lavori agricoli, dichiarando liberi i suoi adepti. Nel 1841 rientrò a Parigi e ottenne un impiego nella commissione scientifica dell'Algeria, fino a quando (1845) fu nominato direttore della linea ferroviaria da Parigi a Lione. Dopo il 1848 fondò un periodico, il Crédit, cessato nel 1850. Oltre a parecchi scritti sul sansimonismo, da lui dati alla luce nel Globe, nel Producteur, nell'Organisateur, l'E. pubblicò: Colonisation de l'Algérie, Parigi 1843; Correspondance philosophique et religeuse, ivi 1835-40, ecc.
Bibl.: S. Charléty, Enfantin, Parigi 1931.