energy manager
<ènëǧi mä'niǧë> locuz. sost. ingl., usata in it. al masch. (rara al femm.). – Figura professionale avente il compito di effettuare l’analisi del bilancio energetico delle aziende che hanno un consumo di energia di forte entità in modo da favorirne un uso razionale e più efficiente e migliorarne il risparmio. L’attività dell’e. m. è regolata in Italia dalla legge 10/91 che ne rende obbligatoria la consulenza per le imprese sia private sia pubbliche di grandi dimensioni, che hanno necessariamente consumi energetici. L’e. m. deve avere una competenza in materia di impiantistica e di contratti di fornitura oltre che di elettrotecnica, termotecnica ed economia. La sua attività consiste nell’effettuare prima un’analisi del comportamento energetico dell’edificio (diagnosi energetica), verificando eventuali inefficienze, quindi predisporre la progettazione degli interventi da realizzare per migliorare l’uso dell’energia. Il risparmio energetico che ne consegue è di fatto un vantaggio sia per le aziende, che riducono i costi da sostenere, sia per la collettività, favorendo la sostenibilità dello sviluppo. L’obbligo di prevedere l’e. m. soltanto per le grandi aziende, in una realtà produttiva come quella italiana tiene tuttavia fuori da questa attività di verifica e di razionalizzazione dell’uso dell’energia tutte le numerose piccole e medie imprese.