Poeta ungherese (Érmindszent 1877 - Budapest 1919). Fu redattore del quotidiano Budapesti Napló e collaboratore principale della rivista Nyugat (Occidente). Nelle sue poesie (principali raccolte: Versek "Poesie", 1898; Új versek "Nuove poesie", 1906; Vér és arany "Sangue e oro", 1908; Szeretném ha szeretnének "Vorrei essere amato", 1909; A minden titkok verseiből "Versi di tutti i segreti", 1910; A menekülő élet "Vita fuggiasca", 1912; A halottak élén "Alla testa dei morti", 1918) cantò l'amore, Dio, la malattia, la morte e la tragica sorte della sua nazione in un originale e soggettivo linguaggio simbolista che dà alle sue opere una mistica tendenza e una ieratica elevatezza di tono.