ENCICLOPEDIA
. La parola enciclopedia viene dal greco; ma la forma ἐγκυκλοπαιδεία non esiste nel linguaggio classico che ha solo l'espressione ἐγκύκλιος παιδεία (Strabone, Plutarco, Ateneo; letteralmente: "educazione che abbraccia l'intero ciclo", cioè "insieme di dottrine che formano un'educazione completa"); e Plutarco, in questo senso, adopera anche l'espressione τὰ ἐγκύκλια. Tra i Latini, Vitruvio traduce solo a metà l'espressione greca e parla di encyclios disciplina (I, 1 e VI, pref.), mentre Plinio e Quintiliano (I, 10) usano senz'altro le parole greche. Quel che si riteneva formasse il ciclo completo della cultura variò, naturalmente, coi tempi. Giovanni Zonara (sec. XI) spiega la parola ἐγκύκλιος: "la grammatica, la poetica, la retorica, la filosofia, la matematica e semplicemente ogni arte e scienza, perché i dotti le percorrono come un circolo" e Giovanni Tzetze (sec. XII), citando le Vitae Philosophorum di Porfirio (sec. III) dice che τὰ ἐγκύκλια μαϑήματα sono la grammatica, la retorica e la poetica e le quattro arti subordinate: aritmetica, musica, geometria e astronomia (Chil., XI, 257); cioè le sette discipline del Trivio e Quadrivio medievali.
Il significato primitivo di sistema completo delle cognizioni umane, ordinate intorno a un comune centro, è ormai disusato; ma è ancora vivo il significato più limitato di esposizione sistematica delle scienze che costituiscono un ramo del sapere, come, p. es., l'enciclopedia giuridica. Una rinascita del significato sistematico si ebbe col Wolf, che tenendo dal 1785 lezioni all'università di Halle sulla "enciclopedia e metodologia delle scienze dell'antichità", volle con tale nome indicare il sistema organico e razionale di quelle scienze; e il termine fu più tardi ripreso, a proposito delle stesse scienze, da A. Boeckh, nell'Encyclopädie und Methodologie der philolog. Wissenschaften (a cura del Bratuscheck, Lipsia 1877). Nel campo della sistematica generale della scienza e della filosofia il termine fu usato, nello stesso senso, da W. T. Krug (Versuch einer systematischen Enzyklopädie der Wissenschaften, in 4 parti, 1796-1819) e da K. Chr. E. Schmid (Allgemeine Encyclopädie u. Methodologie d. Wissenschaften, 1810), finché fu reso illustre da Hegel nella ncyclopädie der philosophischen Wissenschaften (1817).
L'uso corrente, tuttavia, col nome di enciclopedia designa l'esposizione, più o meno particolareggiata, delle scienze e delle arti, sia secondo un sistema logico e organico (enciclopedia sistematica), sia sotto un numero più o meno grande di voci ordinate alfabeticamente. I vocabolarî della lingua che registrano anche la nomenclatura scientifica e la terminologia tecnica, differiscono dalle vere enciclopedie in quanto dànno soltanto la definizione dei varî sensi delle parole registrate; mentre è caratteristica essenziale delle enciclopedie, anche speciali, di considerare le parole registrate come argomento da trattare quanto più completamente sia possibile, raggruppando intorno a esse tutte le notizie più svariate, in modo da dare del soggetto una visione compiuta.
La complessità dello scibile odierno ha consigliato spesso di limitare il campo di un'enciclopedia a una determinata scienza o a un gruppo di scienze strettamente connesse: ma tali dizionarî differiscono dai trattati, manuali, Grundrisse, Handbücher e simili, solo per la disposizione e per l'esposizione frammentaria, che ha il vantaggio di rendere più facile una rapida ricerca. Citeremo, come esempî, la Real-Encyklopädie der classischen Altertumswissenschaft, pubblicata la prima volta sotto la direzione di A. v. Pauly dal 1849 al 1852, ed ora rielaborata ed in corso di pubblicazione sotto la direzione di G. Wissowa e poi di W. Kroll, a cui fa riscontro il Handbuch der Altertumswissenschaft di Iwan v. Müller, enciclopedia sistematica di antichità classiche; e la Nuova Enciclopedia di chimica fondata da I. Guareschi e condotta a fine da G. Garelli (Torino, 1899-1920), che sostituì l'Enciclopedia di chimica di Francesco Selmi (Torino 1868-1883). Per le enciclopedie speciali, si vedano le voci che trattano delle singole discipline.
Sembra che il primo tra i moderni a usare la parola enciclopedia sia stato in Inghilterra sir Thomas Elyot in The Governour (Londra 1531). Come titolo di un libro, la parola enciclopedia sotto la forma κυκλοπαιδεία - rimasta viva nell'inglese - si trova per la prima volta sul frontispizio delle opere dell'umanista fiammingo Joachim Sterck de Ringelberg, edizione di Basilea 1541: Lucubrationes vel potius absolutissima κυκλοπαιδεία. Del pari a Basilea, nel 1559, pubblicò un'opera intitolata Encyclopediae seu Orbis disciplinarum... epistemon il teologo croato Paolo Skalić di Lika, ma il vero autore del significato moderno di enciclopedia è Johann Heinrich Alsted (v. appresso).
In Italia il primo lessicografo che registri la voce enciclopedia, nel senso di "dottrina universale" è G. P. Bergantini nella sua opera Voci italiane d'autori approvati dalla Crusca, nel vocabolario d'essa non registrate (Venezia 1745), sulla fede delle Lettere (Venezia 1608) del cassinese D. Angelo Grillo, delle Prediche dette nel Palazzo Apostolico (Roma 1659-74) del padre Giampaolo Oliva, che fu l'11° generale dei gesuiti, e poi di Udeno Nisiely e del card. Sforza Pallavicino. Il primo a registrare che enciclopedia "nell'uso si dice per dizionario enciclopedico" è l'abate F. d'Alberti di Villanova (Dizionario universale enciclopedico della lingua italiana, Lucca 1797-1805); ma già Diderot e D'Alembert avevano pubblicato la Encyclopédie, e attraverso l'uso francese il nuovo significato era penetrato in Italia.
Storia delle enciclopedie. - È necessario distinguere tra le enciclopedie anteriori alla metà circa del Seicento e le posteriori: intenti, criterî, metodi, tutto le differenzia. Le enciclopedie del primo periodo sono, o vogliono essere, vere biblioteche, che rendano superfluo il ricorrere ad altri libri, piuttosto che repertorî delle cognizioni dell'epoca. Esse sono centoni di brani tratti dagli autori più stimati, che il compilatore è venuto raccogliendo durante il corso delle sue letture e che mette insieme senza curarsi di fare opera organica.
L'antichità. - Una vera enciclopedia formano le opere di Aristotele, che trattò non soltanto di logica e metafisica, ma anche di biologia, matematica, psicologia, etica, politica, retorica ed estetica letteraria: uguale ampiezza enciclopedica ebbe l'opera di ricerca scientifica che Aristotele distribuì tra i suoi scolari e collaboratori.
La prima enciclopedia latina si deve a M. Porcio Catone, che, per combattere l'invasione della cultura greca in Roma, scrisse per suo figlio una serie di trattati sugli argomenti che egli riteneva necessarî al cittadino; si sa di trattati di agricoltura, retorica, medicina; ma scrisse anche di diritto e di arte della guerra.
Al fecondissimo ed erudito M. Terenzio Varronc si deve una seconda enciclopedia, molto più sistematica e completa: i 9 libri delle Disciplinae, che si sarebbero seguiti in quest'ordine: 1. grammatica; 2. dialettica; 3. retorica; 4. geometria; 5. aritmetica; 6. astrologia; 7. musica; 8. medicina; 9. architettura. Le prime sette costituirono poi le arti liberali del Medioevo. Vairone aveva pubblicato anche la prima opera illustrata latina, una specie di dizionario biografico: nei 15 libri delle Imagines o Hebdomades aveva raccolto 700 ritratti di uomini celebri latini e greci, seguiti da un elogio in versi e da un "articolo" in prosa.
Tanto dell'opera di Catone quanto di quella di Varrone non sono rimasti se non scarsi frammenti; invece è pervenuta intera un'altra enciclopedia latina: la Historia Naturalis di Plinio il Vecchio, il quale dice esplicitamente che sono "iam omnia attingenda quae Graeci τῆς ἐγκυκλίον παιδείας vocant". L'opera era già completa nel 77, quando Plinio la dedicava a Tito con una lettera in cui espone il piano del lavoro; ma l'autore continuò a lavorarci sino alla morte. Essa fu pubblicata postuma da Plinio il Giovane, dopo una rapida revisione.
La Historia Naturalis, quale ci è pervenuta, è costituita così: libro I: contenuto e indice delle fonti; libro II: descrizione fisico-matematica dell'universo; libri III-VI: geografia ed etnografia; libro VII: antropologia e fisiologia dell'uomo; libri VIII-XI: zoologia; libri XII-XIX: botanica; libri XX-XXXII: medicinali, medicina, magia; libri XXXIII-XXXVII: minerali e loro usi, pittura e scultura. Gli autori da cui furono tratte le notizie sono accuratamente elencati: essi sono 146 latini e 327 non latini (per lo più greci); e i fatti registrati, che Plinio dice 20.000, assommano al doppio.
La fortuna dell'opera pliniana fu grandissima non solo nei tempi a lui prossimi, ma anche per tutto il Medioevo: da essa si attinse a piene mani, finché l'osservazione diretta non divenne la base delle scienze naturali. Tuttavia, alcune parti dell'opera hanno ancora notevole valore, come i libri sulla storia dell'arte.
Di ben altro tipo è l'altra enciclopedia dell'antichità, dovuta a un avvocato africano, Marziano Mineo Felice Capella, il quale nei primi anni del sec. V pubblicò un'opera, in prosa e in verso, conosciuta sotto il titolo De Nuptiis Philologiae et Mercurii. Come dice il titolo, essa narra le nozze di Mercurio e della Filologia, celebrate nel palazzo di Giove nella Via Lattea. A esse prendono parte le ancelle di Mercurio: Grammatica, Dialettica, Retorica, Geometria, Aritmetica, Astronomia e Musica, che intrattengono gli dei intervenuti, esponendo ciascuna la propria dottrina; Geometria tratta principalmente di geografia e Musica espone anche l'arte poetica. In mezzo a una congerie di notizie raccolte senza critica ed esposte in un linguaggio ampolloso e pieno di metafore e di strani neologismi, è notevole il passo in cui si dimostra che Mercurio e Venere girano intorno al Sole e non intorno alla Terra. Nonostante i suoi gravi difetti, lo scritto di Marziano Capella ebbe grandissima voga durante il Medioevo; gli scolari ne imparavano a memoria lunghi brani.
Il Medioevo. - Di non minore importanza per la storia della cultura nel Medioevo, e molto più utili per i moderni, sono i 20 libri di Etymologiae ovvero Origines che Isidoro, vescovo di Siviglia, scrisse dal 600 al 630 circa, a richiesta di Braulione, vescovo di Saragozza. L'opera, nonostante il suo ordinamento metodico, è veramente concepita come un vocabolario: di ogni parola Isidoro cerca dare una definizione o almeno l'etimologia (vates a vi mentis appellatos Varro auctor est), e spesso, in principio di ognuna delle maggiori divisioni, si dà un riassunto storico della letteratura sull'argomento o dello sviluppo della scienza. Sembra che Isidoro si sia ispirato ai perduti Prata di Svetonio.
Il contenuto dei varî libri è il seguente: I, grammatica latina, II, retorica e dialettica, III, aritmetica, geometria, musica e astronomia; IV, medicina; V, diritto e cronologia, con una breve cronaca sino al 627; VI, libri e uffici ecclesiastici; VII, teologia; VIII, la chiesa e le sette; mitologia; IX, lingue, nazioni, stati, parentele; X, glossario di 625 parole, con la definizione e l'etimologia, spesso fantastica; XI, l'uomo: anatomia ed età; XII, animali; XIII, l'universo e le sue parti; XIV, la terra e le sue parti; XV, città, agrimensura; XVI, pietre e metalli, con un'appendice sui pesi e le misure; XVII, piante e agricoltura; XVIII, guerra e giuochi; XIX, navi, edifici e vesti; XX, cibi, utensili domestici, attrezzi rurali.
Anche la vasta compilazione d'Isidoro godette nel Medioevo di grandissima autorità e fu ristampata con commenti sino al sec. XVI.
Il De universo o De rerum naturis libri XXII di Rabano Mauro, abate di Fulda, presentato nell'847 a Ludovico il Bavaro, è una copia quasi letterale dei libri VI-IX e XI-XX dell'opera d'Isidoro, con l'omissione di tutto quello che si riferiva all'antichità classica e alla mitologia, e con l'aggiunta d'interpretazioni allegoriche e passi della Bibbia.
Si avvicina di più ai dizionarî enciclopedici dei nostri giomi il Lexicon greco che va sotto il nome di Suida. È un glossario, che oltre la spiegazione delle parole registrate alfabeticamente, contiene una grande quantità di notizie storiche, geografiche e biografiche, brevemente esposte.
Ma la più famosa e la più vasta enciclopedia medievale è lo Speculum maius o Bibliotheca mundi di Vincenzo di Beauvais, domenicano vissuto nella prima metà del sec. XIII. Quest'opera veramente grandiosa, che riassume tutte le cognizioni del suo tempo, fu scritta a richiesta di San Luigi re di Francia, che stipendiò numerosi copisti perché fornissero gli estratti di opere necessarie alla vasta compilazione.
Lo Speculum maius, di cui esistono moltissimi manoscritti, fu stampato parecchie volte. Esso consiste di tre parti, alle quali ne fu aggiunta una quarta, e rappresenta soltanto un terzo dell'opera originariamente preparata da Vincenzo de Beauvais, a quanto egli dice. La prima parte, chiamata Speculum naturale, descrive il mondo secondo l'ordine delle giornate della creazione, e comprende 32 libri di cui ecco i soggetti: I, Dio, la Trinità, gli angeli; II, il mondo sensibile, la luce, i colori, i quattro elementi e gli angeli caduti; III-IV, il firmamento, il tempo, le meteore; V-XIV, il mare, le acque, la terra, i minerali, i metalli, le piante; XV, astronomia; XVI-XVII, volatili e pesci; XVIII-XXII, animali: XXIII-XXVIII, l'uomo: psicologia, anatomia e fisiologia; XXIX-XXXI, supplemento; XXXII, sommario di geografia e storia sino al 1250.
La seconda parte è lo Speculum doctrinale in 17 libri, riassunto di rutte le cognizioni scolastiche dell'epoca, specie di manuale per lo studioso e per il funzionario. Ecco il contenuto: I, definizione della filosofia, con un vocabolario di più di 6000 parole; II-III, grammatica, logica, retorica e arte poetica; IV-V, le virtù e la vita monastica; VI, architettura ed economia rurale; VII-X, politica, diritto; XI, mestieri, guerra, commercio, navigazione, alchimia; XII-XIV, medicina teorica e pratica; XV, fisica; XVI, matematica, musica, astronomia, in cui è notevole la conoscenza dei numeri arabi; XVII, teologia e mitologia.
La terza parte dell'opera originale è lo Speculum historiale, che in 31 libri racconta la storia del mondo dalla creazione al 1254 e finisce col trattare dell'estinzione dell'uman genere, della fine del mondo (prevista per il 2376), del regno dell'anticristo, del giudizio universale e del regno di Dio. Il libro XV contiene la storia di Barlaam e Giosafatte.
Ai tre Specula fu poi aggiunto lo Speculum morale, che dovette essere compilato da altri dopo il 1310.
Molti capitoli dell'opera sono dedicati esclusivamente a estratti di grandi autori (quasi 450), latini, ebrei, greci e arabi. L'opera è preziosa per averci conservato molti brani di classici perduti e molte pregevoli varianti a essi.
Anche il maestro di Dante, Brunetto Latini, mentre era in esilio in Francia tra il 1260 e il 1267, scrisse in francese una specie di enciclopedia intitolata Le livre dou Tresor. Il I libro contiene l'origine del mondo, la storia biblica, della fondazione dei governi e quella moderna, e poi astronomia, geografia e storia naturale, desunta da Aristotele, da Plinio e dai bestiarî; il II libro contiene estratti dall'Etica di Aristotele, che Brunetto aveva tradotto in italiano, e una copia delle Moralitates philosophorum, centone medievale di filosofi antichi e moderni; il III libro è dedicato alla politica, ma comincia con un trattato di retorica, attinto principalmente al De inventione di Cicerone; continua con estratti di Aristotele, curiosamente annotati da Brunetto, di Platone, Senofonte e Vegezio e finisce con un'interessantissima descrizione dei governi degli stati italiani. Brunetto stesso rimaneggiò la sua opera, di cui esistono perciò due differenti redazioni. Alla fine del sec. XIII Bono Giamboni tradusse l'opera in italiano. Napoleone I aveva nominato una commissione per pubblicare il testo francese del Tesoro, con note; ma l'opera non vide la luce se non nel 1863, a cura di P. Chabaille.
Altre enciclopedie medievali che godettero di grande popolarità sono il Liber floridus di Lamberto di Saint-Omer, l'Imago Mundi di Onorio d'Autun, gli Otia imperialia di Gervasio di Tilbury, la Philosophia Mundi di Guglielmo de Conches, falsamente attribuita a Beda il Venerabile, il De naturis rerum di Alessandro Neckam, l'opera dallo stesso titolo di Tommaso di Cantimpréz, il De proprietatibus rerum del francescano Bartolomeo Anglico, detto di Glanvilla, in 19 libri, tradotto in mantovano sotto il titolo di Trattato de scienza universal dal notaio Vivaldo Belcalzer di Mantova nei primissimi anni del Trecento; il Reductorium super totam Bibliam, il Reductorium de proprietatibus rerum (che imita l'opera di Bartolomeo Anglico) e un Dictionarius di 3500 parole del benedettino francese Pietro Berchoire, abate di Saint-Èloy in Parigi, la Margarita philosophica in 12 libri, del certosino tedesco Giorgio Reisch, tradotta e ampliata dall'astronomo Giovan Paolo Gallucci; e in Italia il Lexicon di Uguccione da Pisa e il Catholicon del genovese Giovanni Balbi.
Il Cinquecento e il Seicento. - Il Rinascimento non mancò di enciclopedie dovute a Italiani. Raffaele Maffei, detto Volaterranus dalla patria, pubblicò a Roma nel 1506 i Commentarii Urbani, in 38 libri. L'opera ha tre parti, precedute da un indice sistematico (libro I): geografia (libri II-XII); antropologia (biografie di uomini illustii, trascurati dai precedenti compilatori, libri XIII-XXIII) e filologia (libri XXIV-XXXVIII), che tratta però degli animali, delle piante, dei metalli e dei minerali, della grammatica e retorica, delle scienze matematiche e delle opere di Aristotele.
Aldo Manuzio pubblicò nel 1501 il De expetendis et fugiendis rebus del piacentino Giorgio Valla, figlio di Lorenzo. L'opera ha 49 libri; dopo un'introduzione sulla scienza e la filosofia (libro I), tratta di aritmetica (libri II-IV); musica (libri V-IX); geometria e meccanica (libri X-XV), astrologia (libri XVI-XIX), fisica e metafisica (libri XX-XXIII), medicina (libri XXIV-XXX), grammatica (libri XXXI-XXXIV), dialettica (XXXV-XXXVII), poetica (libro XXXVIII), retorica (libri XXXIX-XL), filosofia morale (libro XLI), economia (libri XLII-XLIV), politica (libro XLV), beni e mali del corpo e dell'anima (libri XLVI-XLVlII), gloria, grandezza, fama, ecc. (libro XLIX).
Il vescovo Antonio Zara pubblicò nel 1615 un'Anatomia ingeniorum et scientiarum in 4 sezioni: la prima dedicata alla dignità ed eccellenza dell'uomo, la seconda a sedici scienze dell'immaginazione, la terza a otto scienze dell'intelletto e la quarta a dodici scienze della memoria.
Nel sec. XVII apparve la prima volta il titolo, divenuto poi famoso, di Encyclopaedia. Johann Heinrich Alsted, dopo aver pubblicato nel 1620 l'opera Cursus philosophici encyclopaedia, l'ampliò e la ripubblicò a Herborn (Nassau) nel 1630 col titolo Scientiarum omnium Encyclopaedia, in 7 volumi in-folio: 35 libri divisi in 7 sezioni, preceduti da 48 tavole sinottiche del contenuto e seguiti da un copioso indice alfabetico. La sezione 1ª si occupa dell'ingegno, della classificazione, origine e studio delle scienze; la 2ª sezione è dedicata alla filologia; la 3ª alla filosofia teoretica; la 4ª alla filosofia pratica; la 5ª alla teologia, alla giurisprudenza e alla medicina; la 6ª alle arti meccaniche; la 7ª a tutte le altre. discipline, compresa la dipnosophistica o arte di filosofare nei banchetti e la tabacologia, sulla natura, l'uso e l'abuso del tabacco.
Le enciclopedie moderne. - A questo punto, l'adozione dell'ordine alfabetico, per rendere più facile la consultazione, trasforma completamente non solo l'aspetto, ma anche il modo di trattare la materia. Questa trasformazione avviene, naturalmente, a poco a poco: da principio gli articoli sono ancora centoni di estratti, ma in seguito l'opera del redattore va prendendo maggiori proporzioni e la sostanza degli articoli è più elaborata, sino a raggiungere il moderno sistema, che di ogni articolo fa opera originale, in cui le fonti scompaiono per dar luogo all'esposizione stesa dal collaboratore specialista.
Questo nuovo tipo di opere enciclopediche mostra però due tendenze divergenti: da un canto si accrescono le voci in modo da avvicinarsi al tipo del dizionario, dividendo e suddividendo la materia; dall'altro canto invece si preferisce di raggruppare le trattazioni intorno a un numero più ristretto di argomenti, cercando così di dare di ogni soggetto una visione complessiva. Dall'uno all'altro tipo si passa per stadî intermedî, determinati anche dallo spazio disponibile, dal numero e dalla cultura dei lettori; né mancano enciclopedie che uniscono in sé i due tipi. Queste tendenze sono più accentuate nelle enciclopedie dei secoli XIX e XX, le quali ricorrono sempre più all'opera degli specialisti.
Quantunque non sia una vera enciclopedia, merita di essere citato Le grand dictionnaire historique di Louis Moréri, pubblicato in un volume in-folio a Lione nel 1674, e poi ripubblicato più volte, sempre con nuove aggiunte, sino a raggiungere con la decima edizione, comparsa a Parigi nel 1759, dieci volumi in-folio. Questo grande dizionario storico e biografico è ancora utile.
Con la sua seconda edizione di Leida, 1698, divenne invece una vera enciclopedia il Lexicon Universale di Johan Jacob Hofmann di Basilea, che nella prima edizione (Basilea 1677) aveva trattato soltanto di storia, biografia, geografia e cronologia.
Un altro dizionario storico e biografico che ancora conserva il suo valore è il Dictionnaire historique et critique che Pierre Bayle intraprese per correggere gli errori e riparare alle omissioni del Moréri. La prima edizione comparve in 2 volumi in-folio a Rotterdam nel 1697. Già nel 1741 se ne pubblicava la 10ª edizione in 10 volumi in-folio a Basilea, con aggiunte a cura di Prosper Marchand; J.-G. de Chaufepié pubblicò il Nouveau dictionnaire historique, voll. 4, Amsterdam 1750-56, come supplemento di quello del Bayle; e un altro supplemento dovuto a Prosper Marchand fu pubblicato a L'Aia nel 1758, in 2 volumi.
Con l'inizio del sec. XVIII si ha finalmente la prima enciclopedia per ordine alfabetico e in lingua moderna, e il merito di questa innovazione, che presto trovò imitatori, è di un italiano: Vincenzo Marco Coronelli, il celebre cartografo veneziano, che fu anche generale dei minoriti. Egli cominciò nel 1701 a pubblicare la Biblioteca universale sacroprofana, alla quale aveva lavorato trent'anni: l'opera doveva comprendere 45 volumi in-folio, dei quali i primi 39 avrebbero contenuto le parole dall'A alla Z; i volumi 40 e 41 il supplemento; il volume 42 le correzioni; il volume 43 l'indice alfabetico con trecentomila parole; il vol. 44 l'indice per materie e il vol. 45 e ultimo un indice in varie lingue. Disgraziatamente, l'opera colossale e superiore alle forze di un sol uomo, non andò oltre i primi 7 volumi, da A a Caque, pubblicati a Venezia dal 1701 al 1706, che contengono quasi 32.000 articoli. Da questo momento, le enciclopedie nazionali cominciano a comparire in gran numero, e conviene quindi farne cenno sotto il nome del paese dove videro la luce; alcune di esse meritano tuttavia di essere trattate a parte.
La prima è la Cyclopaedia, or an Universal Dictionary of Art and Sciences di Ephraim Chambers, voll. 2, Londra 1728, che fu subito tradotta in molte lingue e largamente imitata. Essa non contiene articoli di storia, biografia e geografia; è compilata con grande cura e coscienza, e da ciò il favore di cui godette. La Cyclopaedia del Chambers fu riveduta da Abraham Rees, che ne pubblicò un'edizione molto aumentata e munita di un indice per materie (Londra 1778-88, voll. 2, con 159 tavole incise).
Dalla Cyclopaedia del Chambers ebbe origine un'opera che esercitò grandissima influenza su tutta l'Europa del sec. XVIII. Nel 1739 E. Chambers aveva rifiutato di pubblicare in Francia un'edizione della sua opera, da dedicare a Luigi XV; ma già nel 1745 John Mills, un inglese residente in Francia, aiutato dal tedesco Gottfried Sellius, ne aveva completato la traduzione e si era rivolto al Lebreton, stampatore reale, per pubblicare l'opera e ottenere il privilegio voluto dalle leggi francesi. Però lo stampatore si fece concedere il privilegio in nome proprio e, guastatosi perciò col Mills, si rivolse al matematico J.-B. De Gua de Malves per correggere e aggiornare la traduzione. De Gua propose una completa rielaborazione dell'opera, ma anche lui finì col litigare col Le Breton. Questi si rivolse allora al Diderot, che aveva già dato buona prova delle sue capacità con la pubblicazione del Dictionnaire universel de médecine (voll. 6, Parigi 1746-48), rifacimento dell'opera inglese del dott. Robert James. Diderot persuase il Le Breton a intraprendere un'opera completamente originale, assai più vasta, e si associò il D'Alembert per la parte matematica, e ventun collaboratori per le varie materie. Nel novembre 1750 fu pubblicato un prospetto che annunziava la prossima pubblicazione dell'Encyclopédie, ou Dictionnaire raisonné des sciences, des arts et des métiers, in 8 volumi con almeno 600 tavole in rame. Il primo volume, preceduto dal Discours préliminaire di D'Alembert sulla classificazione delle scienze e i loro progressi, comparve nel luglio 1751 e il secondo nel gennaio 1752; ma il 9 febbraio un decreto, suscitato dalle critiche dei gesuiti, ordinò la soppressione dell'opera come contraria al re e alla religione. Cominciò così una vera persecuzione, ma l'opera continuò a essere stampata, protetta com'era dalla Pompadour, dal ministro Choiseul e dallo stesso direttore generale della libreria, Malesherbes, che ne avrebbe dovuto eseguire la distruzione. Nel 1765 si condusse a fine la pubblicazione del testo e del quarto volume delle tavole; altri sette volumi di tavole furono pubblicati da allora al 1772. L'opera fu un vero successo librario: al completamento aveva quasi 4300 abbonati; gli editori spesero 1.158.000 lire e ne guadagnarono 2.162.000.
L'Encyclopédie, che voleva essere uno specchio fedele della cultura e della tecnica del tempo, ricorse ai competenti per la trattazione dei singoli argomenti, differentissima in questo dalle precedenti opere enciclopediche. Diderot si era assicurato la promessa di collaborazione di Quesnay e Turgot per l'economia, Buffon per la storia naturale J.-J. Rousseau per la musica, e poi di La Condamine e D'Alembert per le scienze fisiche e matematiche e d'Holbach per la chimica e la mineralogia, che, con Condillac, Helvétius, Morellet, Raynal, Voltaire, Grimm, formarono il gruppo detto, dall'opera che propugnava le loro idee, degli Enciclopedisti. Questi grandi, però, diedero poco più del loro nome; molti si allontanarono quando cominciò la persecuzione e la massima parte del lavoro rimase sulle spalle di Diderot, del cavaliere de Jaucourt - che lavorava quattordici e sedici ore al giorno - e di una quantità di oscuri compilatori, che nessuno controllava. Il compito del Diderot era sovrumano: si era riservato storia, filosofia, arti e mestieri, morale, letteratura; non meno di 1139 articoli, oltre quasi tutte le diescrizioni di macchine che illustrano le tavole, sono a lui dovuti. E anch'egli minacciò di troncare l'opera, quando si accorse che a sua insaputa il Le Breton mutilava gli articoli per toglierne quel che riteneva pericoloso.
L'opera non riuscì quale l'aveva ideata Diderot, ma forse questo fatto ne rese più facile la diffusione. Fu un'opera d'intelligente volgarizzazione, compilata quando, scossa la fede nella religione e nei dettami dell'autorità, una nuova fede sorgeva nei risultati della ragione e dell'esperienza; e un dizionario ragionato essa volle essere, in cui tutto fosse messo alla prova dell'esperienza e del ragionamento, secondo il metodo propugnato da Bacone, Descartes, Newton e Locke: essa insegnava, per la prima volta in Francia, a ragionare su argomenti sino allora vietati e ad andare sino in fondo, anche se ciò portasse a conclusioni differenti da quelle proclamate dalla religione e dalle autorità.
Un supplemento in 5 volumi fu pubblicato ad Amsterdam nel 1776-77, con articoli di Lalande, Condorcet, Bernoulli, Adamson, Haller, Marmontel, Daubenton; e nel 1780-81, pure ad Amsterdam, fu pubblicata, in 2 volumi, la Table analytique di tutti e 33 i volumi, dovuta al pastore ginevrino Pierre Mouchon (1735-1797), che vi consacrò cinque anni di lavoro. Una copia completa della prima edizione dell'Encyclopédie è formata di 35 volumi in-folio, con 23.135 pagine e 3132 tavole.
Numerose edizioni straniere furono pubblicate, delle quali una in Lucca, 1758-1771, espurgata e con note polemiche in senso cattolico, 17 volumi di testo e 10 di tavole, curata da O. Diodati, S. Paoli e C. Giuliani, e immediatamente condannata dal papa. Un'altra edizione a cura dell'abate Serafini e del dott. Gonnella fu pubblicata a Livorno a partire dal 1770, in 33 volumi, sotto la protezione di Leopoldo II. Delle numerose edizioni svizzere, quella, piuttosto scorretta, di Yverdun 1770-80 (47 volumi di testo e 5 di tavole) fu dovuta a B. De Felice (v.), il quale la presentò, contrariamente al vero, come un'opera interamente rifatta.
A tutt'altri motivi, che non l'essere, come la francese, "una macchina di guerra" deve la sua ben meritata fama l'Encyclopaedia Britannica, modello delle enciclopedie di alto valore scientifico.
La prima edizione, compilata da un'accolta di studiosi scozzesi, sotto la direzione dello stampatore W. Smellie e dell'editore Colin Macfarquhar, fu pubblicata a Edimburgo dal 1768 al 1771 in tre volumi di complessive 2760 pagine, con 160 tavole incise in rame. La novità di questa enciclopedia, da cui furono in principio escluse la storia e la biografia, consisteva in ciò: che invece di smembrare le varie discipline, tentando di trattarne sotto un gran numero di termini tecnici, sparpagliati per tutta l'opera secondo i capricci dell'ordine alfabetico, essa si propose di dare una serie di trattazioni concise, ma complete, delle varie branche del sapere; i termini tecnici erano solamente definiti, con un rinvio - per il completo svolgimento - alla disciplina a cui si riferivano.
Queste trattazioni - che spesso erano più estese di un ordinario libro - furono sin dall'inizio affidate a persone di riconosciuta competenza.
Non è possibile seguire le vicende di questa enciclopedia. La 9ª edizione, in 24 volumi pubblicati dal 1875 al 1889, fu diretta T. S. Baynes e W. Robertson Smith e contiene pregevolissimi articoli, specialmente nel campo delle discipline bibliche e delle lingue semitiche. Questa edizione ebbe nel 1902 un supplemento di 11 volumi, coi quali costituisce la 10ª edizione. L'11ª edizione, in 29 volumi, fu pubblicata nel 1910-11; coi 3 volumi di supplemento del 1922, che ha preziosi articoli sulla guerra mondiale e le sue immediate conseguenze, forma la 12ª edizione; e con altri 3 volumi di supplemento pubblicati nel 1926 forma la 13ª edizione. La 14ª edizione è del 1929 ed è formata di 24 volumi, di cui uno di carte e indici; in essa è più sviluppata la parte delle scienze pure, delle industrie, delle tecnologie a detrimento della parte umanistica, storica e letteraria, che spesso è un semplice riassunto della precedente edizione: in complesso ha una fisionomia più americana che europea.
Un tipo differente di enciclopedia è rappresentato dal Conversations Lexikon del Brockhaus che, come indica il nome, intendeva rapidamente risolvere i dubbî che potessero sorgere durante la conversazione, e che per la sua praticità ha trovato numerose imitazioni ed è stato spesso tradotto.
Fu iniziato dal dott. Gottholf Renatus Löbel e dal 1796 al 1800 se ne pubblicarono a Lipsia i primi 4 volumi; e il 5° nel 1806. Allora F. A. Brockhaus ne comprò la proprietà e fece completare l'opera con un 60 volume da C. W. Franke, il quale compilò anche due volumi di supplemento pubblicati nel 1811. Dodicimila copie della 5ª edizione di quest'opera fortunatissima furono vendute prima che se ne compisse la stampa, tanto che nei due anni seguenti fu necessario fare due altre tirature di ventimila copie. Dal 1928 è in corso di pubblicazione la 15ª edizione, col titolo Der grosse Brockhaus: Handbuch des Wissens, che comprenderà 20 volumi. Un'edizione riassunta, in quattro volumi, fu pubblicata già dal 1854 al 1856 col titolo Kleineres Brockhaussches Konversationslexikon; la 5ª edizione portava il titolo di Brockhaus' kleines Konversotionslexikon (voll. 2, 1905-06, ristampata nel 1914 e nel 1920), la 6ª, col titolo di Handbuch des Wissens uscì in voll. 4 nel 1921-23 e la 7ª, pure in 4 volumi, nel 1929-30.
Mentre l'Encyclopaedia Britannica è una collezione di trattati scientifici, il Brockhaus si rivolge alle persone di media cultura, ed espone in numerosi e piuttosto brevi articoli i risultati più iecenti delle scienze, senza minuti particolari. Gli articoli sono quasi sempre assai ben fatti; precisi e completi nella loro concisione, hanno buone indicazioni bibliografiche, che permettono d'approfondire lo studio dell'argomento.
Un altro tipo ancora è rappresentato dal Grand dictionnaire universel du 19e siècle, dovuto a P.-A. Larousse (voll. 17, Parigi 1864-1890). Esso comprende, in unico ordine alfabetico, la parte lessicografica e la parte enciclopedica. Quest'ultima è una vera miniera di aneddoti e di curiosità di ogni genere, e contiene un gran numero di riassunti di libri sotto i rispettivi titoli. Quantunque il valore scientifico di essa non sia grande, pure si consulta ancora con qualche utilità.
Il numero delle enciclopedie pubblicate nel XIX e XX seeolo è molto grande, non c'è nazione che non ne abbia avuto parecchie, anzi molte, in numerose edizioni. Darne la lista completa non sarebbe né possibile né utile: si citeranno quindi solamente le più notevoli e le più moderne, distirite per paese, mentre un'enumerazione più ampia sarà dedicata alle enciclopedie italiane.
Francia. - Già nel 1761 l'editore Pancoucke di Parigi aveva proposto a Diderot di pubblicare una nuova edizione riveduta dell'Encyclopédie, ma Diderot non volle consentire a quello che egli considerava una vera frode contro gli abbonati di un'opera non ancora completata.
Nel 1780 Pancoucke riprese la sua idea: la nuova edizione, molto ampliata, doveva consistere di una serie di dizionarî separati, da pubblicarsi sotto il titolo di Encyclopédie méthodique, ou par ordre de matières. I primi volumi comparvero nel novembre 1782, ma l'opera assunse proporzioni impreviste e Pancoucke morì nel 1798, lasciando l'impresa al genero Henri Agasse, a cui successe la vedova. L'opera fu completata nel 1832, con 166 1/2 volumi di testo e 6439 tavole: il testo ha in totale 124.210 pagine. Essa fu ristampata a Padova, in 184 volumi, dal 1791.
Per le sue proporzioni le può stare accanto l'Encyclopédie théologique dell'abate J.-P. Migne (voll. 171, Le Petit-Montrouge presso Parigi 1844-66), collezione di dizionarî speciali non soltanto di materie religiose ed ecclesiastiche, ma anche di tutte le scienze che il Migne considerava ausiliarie della teologia: epigrafia, cronologia, filosofia, geografia, storia, storia naturale, ecc.; alcuni di essi non erano privi di valore.
Trascurando le numerose enciclopedie della prima parte del sec. XIX, tutte compilazioni di non grande valore o traduzioni e adattamenti di opere straniere e soprattutto tedesche, la prima enciclopedia degna di nota è la Grande Encyclopédie, inventaire raisonné des sciences, des lettres et des arts (voll. 31, Parigi 1885-1901). Diretta da Marcelin Berthelot, da F.-A. Dreyfus e da A. Berthelot, è l'enciclopedia del razionalismo e del positivismo; non sono infrequenti le trattazioni ampie e di grande valore scientifico; la geografia della Francia è trattata ampiamente. Disgraziatamente, dopo la pubblicazione del XXII volume, che finisce con la biografia di Alessandro Manzoni, l'editore fallì, e tutte le rimanenti voci, più di un terzo, furono tiattate in nove volumi soltanto.
Di tipo popolare, che ricorda il Dictionnaire del Larousse, ma con articoli generalmente più brevi, pur conservando la parte vocabolaristica, è il Nouveau Larousse illustré, dictionnaire universel enciclopédique, diretto da P. Augé (voll. 7, Parigi 1897-1907), assai diffuso anche in Italia. Per tenerlo al corrente si pubblica il Larousse mensuel illustré. Nel 1928 si è iniziata la pubblicazione del Larousse du XXe siècle, in 6 volumi, che è una nuova edizione del precedente. La stessa casa editrice ha pubblicanto anche il Larousse pour tous (voll. 2, Parigi 1907-09), che, completamente rifuso, è stato ripubblicato sotto il nuovo titolo di Larousse universel (voll. 2, Parigi 1920-22).
Germania. - Il gran numero di enciclopedie speciali che sono state pubblicate in Germania fa sì che essa non abbia avuto in tempi recenti un'enciclopedia generale da paragonarsi alla Britannica. Nel sec. XVIII un libraio di Lipsia, J. H. Zedler, iniziò e condusse a fine la pubblicazione del Grosses vollstȧndiges Universal-Lexikon aller Wissenschaften und Künste (voll. 64 con 64.309 pagine, Halle e Lipsia 1732-50) e Nöthige Supplemente (voll. 4 con 3016 pagine, ibid. 1751-54). Lo Zedler fu aiutato finanziariamente dal ricco commerciante di Lipsia J. H. Wolff, che rese possibile il compimento della grandiosa opera.
Un'enciclopedia anche più colossale, l'Allgemeine Encyclopädie der Wissenschaften und Künste fu iniziata a Lipsia nel 1818 e ideata da Johann Samuel Ersch, ma sospesa nel 1890, quando ne erano stati pubblicati 167 volumi. L'opera è divisa in tre sezioni: A-G (la sola completa), volumi 99, 1818-1882, diretta da J. S. Ersch, poi da J. G. Gruber, M. H. E. Meier e Hermann Brockhaus; H-N, voll. 43, 1827-1889, diretta da W. Müller, A. G. Hoffmann e A. Leskien; O-Z, voll. 25, 1820-1850, diretta da M. H. E. Meier. L'articolo più lungo è Griechenland che occupa i voll. 80-87, con 3668 pagine. Questa enciclopedia contiene lavori originali di gran pregio, dovuti ai migliori studiosi tedeschi del tempo. Le indicazioni bibliografiche sono accuratissime.
Dello stesso tipo del Brockhaus è il Meyers Lexikon (7ª ed., voll. 12, Lipsia 1924-30). La prima edizione, col titolo Meyers grosses Konversationslexikon, in 52 volumi, fu pubblicata dal 1840 al 1852; la 6ª ed., voll. 21, pubblicata dal 1902 al 1908, ebbe 3 volumi di supplemento dal 1909 al 1916. Questo dizionario introdusse per primo le illustrazioni. È molto ben fatto, conciso ma esatto.
I cattolici hanno la loro enciclopedia nel Herders Konversations-Lexikon, pubblicato per la prima volta dal 1853 al 1857 in 5 volumi. La terza edizione, in voll. 10, uscì tra il 1902 e il 1921; la quarta edizione, in corso di pubblicazione, è stata iniziata nel 1931.
Di contenuto più scientifico è il Pierers Konveriations-Lexikon (7ª ed., curata da Joseph Ku̇rschner, voll. 12, Berlino e Stoccarda 1888-1893), che dà delle parole tedesche la traduzione in boemo, danese, inglese, francese, greco, olandese, italiano, latino, russo, svedese, spagnolo e ungherese; sui margini esterni è stampato, in unico alfabeto, tranne che per il greco e il russo, la traduzione delle parole straniere in tedesco; i margini dell'XI volume hanno il vocabolario greco-tedesco, e quelli del XII il russo-tedesco. La prima edizione di 26 volumi fu pubblicata dal 1826 al 1836; 14 volumi di supplemento uscirono dal 1840 al 1856.
Una grande enciclopedia sistematica è Die Kultur der Gegenwart, iniziata nel 1905 dal Teubner, sotto la direzione di P. Hinnebeg, e alla quale hanno collaborato e collaborano i migliori nomi della scienza tedesca. L'opera è divisa in 4 sezioni: 1-2. scienze dello spirito: 1. religione, filosofia, letteratura, musica, arte; 2.: stato e società, diritto ed economia; 3. matematica, scienze naturali, medicina; 4. scienze tecniche. Sono usciti 31 volumi.
Inghilterra. - Durante il sec. XIX furono pubblicate un gran numero di opere enciclopediche di tutti i formati e di tutti i sistemi; ma a poco a poco la Britannica eliminò, quasi del tutto, le concorrenti.
Basterà menzionare l'Encyclopaedia Metropolitana (voll. 28, Londra 1817-45), redatta secondo un piano in parte metodico e in parte alfabetico di T. S. Coleridge; la Penny Cyclopaedia (voll. 29, Londra 1833-1846), divenuta nella seconda edizione, curata da Ch. Knight, l'ottima English Cyclopaedia (voll. 27, Londra 1854-73); la Chambers's Encyclopaedia, che non ha nulla in comune con l'opera di E. Chambers, ma si basa sulla 10ª edizione del Brockhaus (voll. 10, Londra 1860-68; 5ª ed., voll. 10, Londra 1905-06), ripubblicata in America, riveduta, col nome di Nelsons's Encyclopaedia (voll. 12, New York 1906). Nel 1909 fu pubblicata la Nelsons's Perpetual Loose-Leaf Encyclopaedia (voll. 12), consistente di pagine staccate e quindi sostituibili secondo i progressi della scienza. La più recente è l'Everyman's Encyclopaedia, della quale i primi sei volumi di una nuova edizione sono stati pubblicati nel 1931.
Stati Uniti. - Anche qui la Britannica ha soppiantato le altre opere del genere. Le più notevoli sono la The American Cyclopaedia (voll. 16, new York 1858-63), tenuta al corrente dall'American Annual Cyclopaedia pubblicata un volume l'anno dal 1861 al 1902; la New Universal Cyclopaedia (voll. 4, New York 1875-77; 2ª ed. col titolo Johnson's Universal Cyclopaedia, voll. 8, New York 1893-95); la Encyclopaedia Americana (voll. 14, New York 1839-47); un'altra con lo stesso nome pubblicata in 16 volumi nel 1903-04, ha raggiunto la 5ª ed. (voll. 30, New York 1927-28); la International Cyclopaediia (New York 1884; 4ª ed., New York 1898); e infine la New International Encyclopaedia (voll. 17, New York 1902; 2ª ed., voll. 24, New York 1914-16, con 2 volumi di supplemento 1925), ricca di biografie nordamericane.
Paesi scandinavi. - La prima opera enciclopedica si deve al barone Åke Klasson Ralamb, che pubblicò (1690-94) l'Adelig Öfning, in 6 parti, comprendenti le scienze economiche e militari. La prima vera enciclopedia svedese fu però il Conversationslexikon (voll. 4, Stoccolma 1821-26, più 4 volumi di supplemento 1831-39), traduzione dell'opera omonima del Brockhaus. Di maggiore importanza e dovuto alla collaborazione di numerosi scienziati svedesi è il Nordisk Familjebok: Konversationslexikon och Realencyklopedi (voll. 18, Stoccolma 1874-1894); di questo dizionario è dal 1923 in corso di pubblicazione la terza edizione, rielaborata e abbreviata a cura di Erik Thyselius.
Per la Danimarca e la Norvegia la prima enciclopedia del sec. XIX fu pubblicata da H. A. Kofod: Conversations Lexikon eller encyklopædisk Haandbog (voll. 28, Copenaghen 1816-28). Numerose altre enciclopedie, tradotte e originali, furono pubblicate in Danimarca durante il secolo, ma la più nota e apprezzata è il Salmonsens store illustrerede Konversations Leksikon (1ª ed., voll. 19, Copenaghen 1893-1911; 2ª ed., voll. 25, Copenaghen 1915-1928). La Norvegia ha l'Illustreret norsk Konversations-Leksikon (voll. 8, Cristiania 1907-13), la cui seconda edizione porta il titolo di Achehougs Konversations-Leksikon (voll. 9, ibid. 1920-25).
Olanda. - Delle numerose enciclopedie olandesi meritano particolare menzione la Geillustreerde Encyclopedie di A. Winkler Prins (voll. 15, Amsterdam 1868-82; 4ª ed., voll. 16, Amsterdam 1914-22) e la Oosthoek's geillustreerde Encyclopaedie (1ª ed., voll. 11 e 1 di supplemento, Utrecht 1916-23; 2ª ed., Utrecht 1925 segg., non ancora completata).
Spagna. - La vecchia Enciclopedia moderna del Mellado (voll. 34 e 3 volumi di tavole, Madrid 1851-53) e il Panléxico di J. Peñalver (Madrid 1842), sono stati sostituiti dal Diccionario enciclopédico hispano-americano (voll. 28, Barcellona 1887-1910, compresi i supplementi; ristampata a Londra nel 1912) e dalla voluminosa Enciclopedia universale ilustrada europeo-americana, comunemente detta dal nome dell'editore Enciclopedia Espasa (voll. 72, Barcellona 1908-1930), grandioso dizionario enciclopedico, che è quasi la somma di tutte le enciclopedie conosciute, ma eseguito senza un piano organico, ricco di mediocri illustrazioni e tavole fuori testo; la voce España occupa un intero volume di 1524 pagine; se ne sono pubblicati i primi 4 volumi dell'Apéndice.
Portogallo. - Oltre la vecchia Encyclopedia portuguesa illustrada di Maximiano Lemos (voll. 11, Porto 1910) è stata pubblicata una Encyclopedia e diccionario internacional (Lisbona 1929).
Paesi balcanici. - La prima vera enciclopedia greca è l''Εγκυκλοπαιδικὸν Λεξικόν di Parthenios e Gerakakis, tradotto nella maggior parte dal francese (voll. 5, Smirne 1864); seguì un'altra opera, dallo stesso titolo di G. Barth (voll. 6, Atene 1889-1898): quindi la Μεγάλη ‛Ελληνικὴ 'Εγκυκλοπαιδεία (che iniziò le sue pubblicazioni ad Atene nel 1926) e l''Εγκυκλοπαιδικὸν Λεξικόν di Eleutherodakis, cominciato a pubblicare pure ad Atene nel 1927.
La Iugoslavia ha la Narodna enciklopedija srpsko-hrvatsko-slovenačka (Encicl. popolare serbo-croato-slovena) di St. Stanojevič (voll. 4, Zagabria 1925-1929), principalmente dedicata alla biografia e alla storia locale.
La Bulgaria possiede l'Enciklopedičeski Rěčnik di L. Kasurov (voll. 3, Filippopoli 1899-1907).
Romania. - Della Enciclopedia română di C. Diaconovici voll. 3, Sibiu 1896-1900), si prepara una seconda edizione; è stata poi pubblicata Minerva, enciclopedie română (Cluj 1930) diretta da A. C. Pteancu.
Ungheria. - La più nota è quella edita dall'editore Pallas, A Pallas nagy lexikona (voll. 17, Budapest 1893-1900); più moderno è il Révai nagy lexikona (voll. 19, Budapest 1911-1920).
Cecoslovacchia. - Oltre al vecchio Slovník Naučnü del Rieger (voll. 11, Praga 1800-74), si ha il buono e sempre utile Ottuv Slovník Nttučnì ("Dizionario scientifico di Otto"; voll. 28, Praga 1888-1909) con trattazioni abbastanza ampie e riferentisi a tutti i popoli slavi. È in corso di pubblicazione il Masarykův Slovník Naučnì, iniziato a Praga nel 1925.
Polonia. - La Encyklopedja powszechna ("Enciclopedia universale") di S. Orgelbrand fu puhblicata per la prima volta in voll. 28, a Varsavia 1859-1868; un'altra edizione in voll. 18 uscì dal 1898 al 1912. Un'altra enciclopedia, che dà maggior peso agli articoli di carattere ecclesiastico e spesso trascura gli altri, è la Podréczna encyklopedya kościelna (Enciclopedia manuale ecclesiastica"; voll. 22, Varsavia 1904-1916). Molto più concisa è la moderna Ilustrowana Encyklopedja di Trzazk, Evert e Michałski (voll. 5, Varsavia 1928).
U. R. S. S. - La prima enciclopedia russa completa, quantunque di scarso valore, è lo Spravočncyj enciklopedičeskij slovar′ (Dizion. informativo enciclopedico) redatto da A. Starčevskij (voll. 12, Pietroburgo 1847-55); un'altra, redatta da I. N. Berezin, fu pubblicata in voll. 16 a Pietroburgo 1873-76; vengono poi il Naučnoenciklopedičeskij slovar′ (Dizion. scientifico-enciclopedico) di M. Filipov (Pietroburgo 1898) e la Bol′èaja enciklopedija (Grande enciclopedia) di S. N. Južakov (voll. 20, Pietroburgo 1901-1905). Ancora assai utile è l'Enciklopedičeskij slovar′ (Dizionario enciclopedico) di Efron e Brockhaus (voll. 41 più 2 di supplemento, Pietroburgo 1890-96); iniziato come semplice traduzione del Konversations-Lexikon del Brockhaus, se ne rese subito indipendente; a esso collaborarono tutti i più noti studiosi russi del tempo. Se ne era iniziata una seconda edizione a partire dal 1911, rimasta incompleta al 27° volume. I Sovieti hanno intrapreso e condotto a buon punto la pubblicazione della Bol′èajn sovetskaja enciklopedija (Grande enciclopedia sovietica, Mosca 1926 segg.) e della Malaja sovetskaja enciklopedija (Piccola encicl. sovietica, voll. 10, Mosca 1928-1931), compendio popolare della prima. Redatte bene, entrambe da un punto di vista rigorosamente bolscevico, la prima ha ottimi articoli sulle scienze esatte; particolarmente curata è la parte della tecnologia.
Cina. - Se non la più antica, la Cina vanta la più grande enciclopedia del mondo. Il Wên hsien t'ung k'ao fu compilato nel sec. XIV; ma già nel secolo seguente fu, per ordine dell'imperatore Yung-Loh (1403-1425), compilato il Yung-loh Ta Tien in 11.995 volumi. La vastità dell'opera non permise che venisse mai stampata, ne esistevano tre copie manoscritte: due, conservate in Nanchino, andarono distrutte nelle guerre che condussero alla caduta della dinastia Ming, la terza copia fu distrutta quando gli eserciti europei occuparono nel 1900 la città imperiale a Pechino.
L'altra enciclopedia si chiama T'u shu chi ch'êng e fu compilata per ordine degl'imperatori K'ang-hi (1661-1721) e Yung- ch'êng (1721-1725) e comprende 5020 volumi. Un esemplare completo è posseduto dalla biblioteca del British Museum; altre copie dell'edizione stampata nel 1889 a Shanghai, in 1628 volumi, sono conservate alla Staatsbibliothek e al Mvseum für Völkerkunde di Berlino. Le illustrazioni di apparecchi industriali, di macchine, ecc., sono copiate da disegni di autori europei dei secoli XVI e XVII, per lo più senza che sia compreso il vero significato della rappresentazione originale.
Italia. - Come osserva V. Cian, fin dai primi albori della lingua si nota in Italia una viva corrente enciclopedica, di cui Dante, S. Tommaso d'Aquino, Leonardo furono poi i più illustri rappresentanti. La Divina Commedia è un monumento della cultura enciclopedica di Dante, che ci avrebbe anche dato una vera encidopedia, se avesse condotto a termine il Convivio; un'enciclopedia del sapere dal punto di vista teologico è la Summa di S. Tommaso d'Aquino; i manoscritti di Leonardo sono una inesauribile miniera su tutti gli argomenti. Opere enciclopediche sono l'Acerba di Cecco d'Ascoli e la Fiorita di Armannino Giudice.
Durante il Cinquecento non mancarono anche in Italia, oltre quelle più sopra accennate, opere enciclopediche; ma tutte di scarso valore, come il Sommario di tutte le scienze di Domenico Delfino (Venezia 1556), lo Specchio di scienza universale del chirurgo Leonardo Fioravanti (Venezia 1564), il Quadrivio del grammatico Orazio Toscanella (Venezia 1567), ecc. E anche il Seicento ebbe simili compilazioni; mentre il Settecento vide, col già citato tentativo del Coronelli, il primo esempio di un'enciclopedia concepita secondo criterî moderni.
La prima enciclopedia completa in italiano, ordinata alfabeticamente, è il Nuovo Dizionario scientifico e curioso sacro-profano di Gianfrancesco Pivati (voll. 10, Venezia 1746-51). Il Pivati, che era dottore in leggi, nacque a Padova nel 1689 e morì a Venezia nel 1764; fu segretario dell'Accademia delle scienze di Bologna e conservatore degli archivî della biblioteca dell'università. Egli già nel 1744 aveva pubblicato a Venezia un Dizionario universale, contenente ciò che spetta al commercio, all'economia, ecc., e il Nuovo dizionario ne è la seconda edizione rifusa e grandemente accresciuta. L'opera è preceduta da 80 pagine di Notizie preliminari, che trattano dello svolgimento delle varie scienze. Essa ha dieci volumi e complessivamente 7736 pagine e 599 tavole incise in rame e colorate a mano: tutte le scienze sono trattate; la biografia manca; le fonti sono spesso citate; è piena di notizie curiose. Vi sono articoli anche assai lunghi: Religione, che descrive tutte le religioni dei vari popoli, barbari e civili, ha 290 pagine. Le tavole che si riferiscono a un volume sono riunite in fine, precedute da un indice che dà di ciascuna il titolo e il rinvio alla pagina del volume dove se ne parla. L'opera è, in complesso e tenuto conto del tempo in cui fu compilata, pregevole e coscienziosa; ben poche enciclopedie esistevano allora che le potessero stare a pari: l'Encyclopédie doveva iniziare le sue pubblicazioni solo nel 1751 e la Britannica nel 1768. L'opera, ehe costava in tutto la cifra, non indifferente per l'epoca, di lire venete 360 e soldi 15, ebbe 252 associati, che ne acquistarono 266 copie; la tiratura totale fu di 500 copie.
Le enciclopedie godevano a quell'epoca di grande favore, e infatti quasi contemporaneamente uscì la prima traduzione del Chambers col titolo di Dizionario universale delle arti e delle scienze (voll. 9, con tavole, Venezia 1749; 2ª ed., col supplemento di G. Lewis, voll. 15, Venezia 1762); una terza edizione fu pubblicata poi a Genova (voll. 21 con tavole, 1770-1775).
Il sec. XIX vide un certo numero di enciclopedie, per lo più traduzioni o raffazzonamenti dal francese; s'incontra di nuovo un'opera originale col Dizionario enciclopedico delle scienze, lettere e arti di Antonio Bazzarini (voll. 9, Venezia 1830-37), che però, specialmente in principio, dà poco più della definizione delle voci registrate e cenni brevissimi geografici e biografici; con l'inoltrarsi dell'opera, le notizie diventano però meno concise. Nel 1837 la Tipografia della Minerva di Padova pubblicò un Dizionario di conversazione, e nello stesso anno a Venezia vide la luce un'Enciclopedia moderna. Meritano ancora di essere menzionati la Enciclopedia portatile (voll. 18, Milano 1830-35), traduzione dell'Encyclopédie portative, e il Dizionario universale della lingua italiana di C. A. Vanzon (voll. 15, Palemio 1834-45; ristampato nel 1858).
Di maggior valore, quantunque non sia se non un'imitazione dell'Encyclopédie moderne del Courtin (voll 24, Parigi 1827-321, è l'Enciclopedia moderna e Dizionario italiano della conversazione, diretta da A. F. Falconetti (voll. 13 e 2 di tavole, Venezia 1838-1853). È opera di compilazione, ma abbastanza accurata e non priva di pregio; non vi sono trattazioni diffuse.
Con altri criterî e altri intenti, quasi nello stesso tempo la casa editrice torinese G. Pomba e C. iniziava nel 1841 la pubblicazione della Nuova enciclopedia popolare, che ebbe grande e meritato successo. La 1ª edizione fu diretta da Gaetano De Marchi e poi da Francesco Predari, ed ebbe tra i collaboratori Cesare Balbo, Cesare Cantù, Luigi Cibrario, Carlo Promis, Lorenzo Valerio, Bernardino Biondelli, Giovanni Flecchia e Antonio Bazzarini, per nominare solo i più noti. Quantunque s'ispirasse all'esempio del Conversations-Lexikon del Brockhaus e alla Popular Encyclopaedia del Blackie (voll. 7, Glasgow 1849-50), pure fu opera in molta parte originale e di pregio, che andò perfezionandosi nelle successive edizioni: si ricordi che la parte storica della voce Italia che occupa 142 pagine è il celebre Sommario della storia d'Italia di Cesare Balbo. Alla 1ª edizione è premessa un'Introduzione che in 130 pagine traccia la storia universale nei rapporti col progresso delle scienze. L'opera fu completata nel 1848 e comprese 12 volumi, più un volume di tavole, e nel 1851 fu stampato un volume di supplemento. Il successo fu così grande che dal 1842 al 1848 se ne fecero tre edizioni di complessive 5000 copie. Ma i tempi erano tali, per la fortuna d'Italia, che ben presto l'opera si mostrò invecchiata e quindi nel 1856, l'Unione Tipografica Editrice, nuovo nome dell'ingrandita casa Pomba, diede mano alla quarta e quinta edizione, completamente rifusa (dei 2424 articoli del primo volume, 895 erano nuovi e 516 rifatti), che fu completata nel 1866 in 24 volumi, più uno di tavole. Anche di queste due edizioni furono stampate 5000 copie. Esse furono dirette da Francesco Predari e Francesco Di Mauro di Polvica e tra i cinquantasei collaboratori, di cui si dà la lista in fondo all'opera, prima degl'indici, ci sono uomini come il marchese E. Bertone di Sambuy, l'ing. G. Cadolini, Tancredi Canonico, Cesare Cantù, Cesare Correnti, l'ing. Giovanni Curioni, Ariodante Fabretti, Bruto Fabbricatore, Pietro Fanfani, Giuseppe La Farina, Paolo Emiliani Giudici, Camillo De Meis, il prof. Giacinto Pacchiotti, l'ing. G. Saccheri, il chimico Francesco Selmi, Pietro Selvatico, Bertrando Spaventa, Gustavo Strafforello, Gregorio Ugdulena. Come si vede, tutta l'Italia era rappresentata. e bene.
La direzione non nasconde che l'opera è in massima parte una compilazione; essa onestamente dichiara: "Il suo carattere di originalità lo trae dal modo di compilazione, il quale fa sì che ogni singolo articolo non è mai la semplice traduzione o riproduzione di articolo d'altra opera italiana o straniera, ma il meglio di quanto si rinviene sparso in diverse opere di incontestato merito e valore. Per il che ponno dirsi collaboratori della nostra Enciclopedia tutti quelli delle Enciclopedie estere...: oltre ai parecchì distinti scienziati e letterati italiani, che ne elaborano la compilazione in guisa da farla italiana nelle forme, nelle applicazioni, e al tempo stesso renderla doviziosa di tutti i tesori della scienza, dell'arte e della erudizione italiana". E i propositi furono degnamente mantenuti.
Alla 5ª edizione fecero seguito 8 volumi di Supplemento perenne (1857-1874), diretti sempre dal Di Mauro e a cui collaborarono tra gli altri il padre F. Denza, Antonio Manno, Giuseppe Pitrè, Pasquale Albini, Luigi Pigorini, Salvatore Salomone-Marino.
Nel 1875 finalmente fu iniziata la 6ª edizione, che fino a questi ultimi tempi costituì l'unica enciclopedia italiana che potesse stare a pari con le straniere. Direttore di questa nuova edizione fu l'economista Gerolamo Boccardo, e a pubblicare i 24 volumi che la compongono ci vollero quattordici anni, fino al 1888; la completano due volumi di tavole. Non fu pubblicata la lista dei collaboratori, mentre ai 6 volumi di supplemento, pubblicati dal 1888 al 1899 sotto la direzione del fisico Stefano Pagliani, collaborarono Vittorio Bersezio, Guido Biagi, Lorenzo Camerano, Cesare Cantù, S. Carena, il marchese Antonio Clavarino, Salvatore Cognetti De Martiis, Guido Cora, Eugenio Frola, Piero Giacosa, Icilio Guareschi, Paolo Orsi, Edoardo Perroneito, Italo Pizzi, Felice Ramorino, Gustavo Strafforello, Ottavio Zanotti-Bianco, l'ing. Enrico Ottone (per le ferrovie), Enrico Raseri, nomi tutti di uomini noti e stimati nei varî campi dell'attività umana. L'enciclopedia, accanto ad articoli compilati, assai bene del resto, ha molti articoli originali di notevole valore; e spesso pregevolissimi sono gli articoli del supplemento, soprattutto dedicati ai progressi dell'industria e della tecnica.
La Nuova Enciclopedia Popolare, che coincise al suo apparire col fermento d'idee che segnò il culminare del nostro Risorgimento, con la sua 6ª edizione costituì l'inventario dei progressi italiani, non pochi né lievi, dall'unificazione d'Italia alla fine del sec. XIX. Essa contribuì grandemente alla volgarizzazione della cultura, grazie anche alla diffusione che essa ebbe.
Accanto a questa, anche altre opere enciclopediche si fecero strada. Sebbene non sia una vera enciclopedia generale, va citato il Dizionario di erudizione storico-ecclesiastico di Gaetano Moroni (voll. 105, Venezia 1840-1861), vasta compilazione mal digerita, ma ricca di notizie che invano si cercherebbero altrove. A tacere poi di quelle rimaste incomplete, meritano menzione il Dizionario enciclopedico tecnologico popolare di Gaetano Brey (voll. 5, Milano 1843-48); l'Enciclopedia economica di Francesco Predari (voll. 2, Torino 1860-63); l'Enciclopedia elementare: dizionario di cognizioni utili, riveduta da Nicomede Bianchi (voll. 10, Torino 1863-65, più un volume di Complemento e supplemento di M. Lessona, pubblicato nel 1883 e un'Appendice del 1893), l'Enciclopedia popolare italiana o tesoro universale di utili cognizioni di G. Berri (voll. 8, Milano 1871-74); il Dizionario universale di geografia, storia e biografia di G. Strafforello ed E. Treves (4ª ed. Milano 1885) e il Dizionario universale di scienze, lettere e arti di M. Lessona e C. Avalle (Milano 1880-83); il Dizionario enciclopedico illustrato della casa F. Vallardi e C. (voll. 2, Milano 1886-87); l'Enciclopedia popolare illustrata del Perino, diretta da Francesco Sabatini, compilazione di scarsissimo valore (voll. 22, Roma 1886-1899); l'Enciclopedia universale illustrata, Lexicon Vallardi (voll. 11, Milano 1887-99) spesso rimaneggiata e ristampata sotto varî titoli; l'ottima, quantunque concisa, Piccola enciclopedia Hoepli, diretta dal geografo Gottardo Garollo (voll. 2, Milano 1892-95; 2ª edizione completamente rifatta, iniziata da G. Garollo e condotta a fine da G. Fumagalli, voll. 3, Milano 1913-1927, con un Supplemento a cura di P. Nalli e G. Castelfranchi, Milano 1930); l'Enciclopedia popolare illustrata Sonzogno, di Palmiro Premoli (voll. 4, Milano 1896-99, 4ª ed. 1911); il Dizionario di cognizioni utili: enciclopedia elementare, diretta da Mario Lessona e Francesco Cosentini (voll. 5, Torino 1902-10, ristampata nel 1905-15, con un volume di Supplemento del 1919); il Dizionano di cultura universale e della lingua parlata di Garibaldo Bucco (voll. 4, Milano 1908-10); la Grande enciclopedia popolare Sonzogno, iniziata sotto la direzione di P. Premoli, buona compilazione sul tipo del Nouveau Larousse (voll. 22, l'ultimo dei quali comprende anche uno Schizzo della guerra mondiale, Milano 1913-1929): l'Enciclopedia Pomba per le famiglie, diretta da Francesco Cosentini, anche questa buona compilazione, in parte basata sul Dizionario di cognizioni utili, a imitazione del Larousse universel (voll. 2, Torino 1925-26 e ristampe); l'Enciclopedia moderna illustrata (Piccolo Lexicon Vallardi [voll. 10, Milano, finita di pubblicare nel 1924]), la Grande enciclopedia Mondadori (Milano 1927 segg.) che è un adattamento dell'americana Compton's Pictured Encyclopaedia; e finalmente l'Enciclopedia delle Enciclopedie, del Formiggini, ideata secondo un piano metodico, che comprenderà 18 volumi e di cui sono stati pubblicati i volumi Sport, Giuochi, Economia domestica (Roma 1930) e Pedagogia (Roma 1931).
L'Enciclopedia Italiana. - L'origine e gli scopi della presente Enciclopedia sono esposti e illustrati nella prefazione; interesserà invece conoscere l'organizzazione e i metodi di redazione di questa grande opera che quando sarà completata, nel 1937, comprenderà, oltre il volume d'indice, 35 volumi, 35.000 pagine, 7000 tavole in rotogravure, circa 800 tavole a colori e carte geografiche, più di 60.000 illustrazioni nel testo, più di 44 milioni di parole e quasi 250 milioni di lettere.
L'impostazione stessa dell'opera, intesa a essere un inventario della scienza italiana, indicò sin dal principio che essa non poteva ispirarsi al popolare Larousse o al Brockhaus, destinato a volgarizzare la scienza tra le classi medie, bensì alla Encyclopaedia Britannica, pur attenuandone l'eccessiva concentrazione della trattazione, e adottȧndo quindi un maggior numero di esponenti o voci da trattare. Fu questa la prima decisione a cui venne il Consiglio direttivo dell'Istituto creato dal senatore Giovanni Treccani, accedendo alle vedute esposte dal direttore scientifico sen. Giovanni Gentile; la seconda fu che l'opera, emanazione di un paese dove le arti belle hanno avuto un culto mai diminuito, doveva essere riccamente illustrata, con criterî non solo documentarî, ma artistici, secondo la proposta del direttore tecnico, dott. Calogero Tumminelli.
Per stabilire lo spazio da assegnare a ogni disciplina o gruppo di discipline, le voci da trattare, la lunghezza degli articoli, si nominarono, tra i migliori nomi della scienza italiana, una quarantina di direttori di sezione. Ognuno di essi compilò l'elenco provvisorio delle voci da trattare per la propria sezione, distribuendo tra di esse lo spazio assegnato alla relativa disciplina; ma solo dopo che si eliminarono le duplicazioni e le interferenze tra le varie sezioni e si coordinarono i varî elenchi, si poté creare lo schedario, che contiene le indicazioni esatte di tutte queste decisioni e che è la spina dorsale dell'Enciclopedia. Il lavoro intorno allo schedario non sarà però mai finito sinché l'ultima pagina non sarà licenziata per la stampa: un ufficio apposito segue con cura lo svolgimento della vita scientifica e sociale del mondo intero, perché non si trascuri una nuova teoria, una nuova invenzione, un fatto storico che si compia sotto i nostri occhi, un uomo che, oscuro ieri, oggi balzi in piena luce sulla scena del mondo.
Dopo aver proposto l'elenco delle voci, ogni direttore di sezione cominciò a designare per la trattazione delle singole voci gli studiosi più competenti, che dovevano dare gli articoli espressamente scritti per l'Enciclopedia; naturalmente, si ricorse principalmente a Italiani, ma non si trascurò la collaborazione degli studiosi stranieri, quando ciò fosse specialmente richiesto dalla natura della voce da svolgere. Né qui finisce l'opera del direttore di sezione, il quale esamina gli articoli inviati dai collaboratori, per vedere se essi siano ineccepibili dal punto di vista scientifico, propone le modifiche necessarie e così via.
Ma perché l'Enciclopedia non sia un semplice raccozzamento di brani svariati, è necessario ridurre a unità la grafia, rendere, entro certi limiti, uniformi le trattazioni, evitare ripetizioni, eliminare contraddizioni troppo aspre, ovviare a dimenticanze o a sviste; è questo il compito della redazione; e solo dopo che il redattore della sezione competente ha elaborato l'articolo, il manoscritto passa alla stampa.
Quando l'articolo è costituito di parecchie trattazioni, che provengono da sezioni diverse, come nel caso per es. dei varî stati della terra, bisogna coordinare le diverse parti e disporle secondo schemi fissi: a questo provvede l'ufficio di coordinazione. L'articolo composto viene riveduto in prime bozze dall'autore e dal redattore della sezione; eseguite le correzioni, l'articolo viene ancora riveduto in seconde bozze da un revisore, e quindi "impaginato" dal redattore capo, mentre l'ufficio artistico, che ha già provveduto a ricercare e scegliere le illustrazioni e a curarne la riproduzione, indica il posto in cui esse vanno inserite.
La tipografia, eseguita materialmente la messa in pagina del materiale, invia alla redazione i sedicesimi, i quali vengono ancora sottoposti alla revisione di due revisori e a quella dei redattori, ciascuno per gli articoli della propria sezione. Dopo che si sono indicate le ultime correzioni da eseguire, si sono controllati specialmente i rinvii, i nomi, le date, si sono completate e aggiornate le indicazioni bibliografiche, che corredano quasi ogni articolo, dopo che si sono risolti tutti i dubbi - e i revisori hanno la "disciplina del dubbio", perché gli errorì si cacciano proprio dove uno meno se l'aspetta - il redattore capo e il direttore possono apporre il "si stampi". Ma prima che il foglio definitivo sia stampato, ulteriori revisioni controllano se la tipografia ha eseguito accuratamente le ultime correzioni apportate. Tutto questo congegno, dagli uffici di redazione e revisione, con quasi cento componenti, alla vastissima schiera di più che duemila collaboratori, è guidato dai direttori e dal redattore capo. Tutto è stato predisposto dunque affinché l'opera grandiosa sia degna della scienza e della cultura d'Italia.
Bibl.: Una storia delle enciclopedie non è stata mai tentata; si hanno solo scarsi lavori particolari, ma v. Geschichte und Bibliographie der enziklopäd. Literatur, in F. A. Brockhaus, Vollständiges Verzeichnis der von der Firma 1805-72 verlegten Werke, Lipsia 1872-75; History of Cyclopaedia, in The Quarterly Review, CXIII (1863), pp. 354-387.
Per le enciclopedie classiche: O. Jahn, Über röm. Enzyklopädien, in Sachs. Ber., II (1850), M. Gerosa, La prima enciclopedia romana: i libri ad Marcum filium di Catone Censorio, Pavia 1911.
Sulle enciclopedie medievali: L. Delisle, Recherches critiques sur l'âge et les origines des traductions latines d'Aristote, ecc., 2ª ed., Parigi 1843; id., Traités divers sur les propriétés des choses, in Histoire litt. de la France, Parigi 1886; L. M. Capelli, Primi studi sulle enciclopedie medievali, I: Le fonti delle enciclopedie latine del sec. XII, Modena 1897, V. Cian, Vivaldo Belcalzer e l'enciclopedismo italiano, in Giornale stor. d. Lett. it., Suppl. 5, Torino 1902, id., Contributo alla storia dell'enciclopedia nell'età della rinascita, in Miscellanea di studi storici in onore di G. Sforza, Lucca 1915; E. Bréhaut, An encyclopaedist of the dark ages, Isidore of Seville, Columbia 1912; G. Natali, Enciclopedie italiane nel '700, in Idee, costumi, uomini del Settecento, 2ª ed., Torino 1926; M. de Boüard, Encyclopédies médiévales, in Revue des quest. hist., LVIII (1930), pp. 258-304; A. Goldschmidt, Frühmittelalterl. illustrierte Enzyklopädien, in Vorträge Bibl. Warburg, 1922-24, Lipsia 1926, pp. 215-226.
Per l'Encyclopédie e gli enciclopedisti francesi: P. Duprat, Les Encyclopédistes, leurs travaux, leur doctrine et leur influence, Parigi 1865; L. Ducros, Les Encyclopédistes, Parigi 1900; E. Champion, Des mots équivoques et en particulier du mot: Encyclopédistes, in La Révolution Française, 1901, II.