ENCICLICA (Litterae encyclicae)
È una lettera apostolica indirizzata dal papa o ai vescovi di tutto il mondo o a quelli di una sola regione, sopra argomenti riguardanti la dottrina cattolica o certe particolari situazioni religiose o sociali, sia della cristianità in generale. sia di un dato popolo. Nei primi secoli si chiamarono encicliche anche le lettere diramate dai vescovi al rispettivo gregge, che oggi vanno sotto il nome di "pastorali". Talvolta fu riservato questo termine alle epistole apostoliche dirette a tutti i fedeli, mentre "cattoliche" erano dette quelle che si dirigevano a tutte le chiese. Benedetto XIV intitolò la prima lettera pubblicata dopo la sua elezione (3 dicembre 1740) Epistola encyclica et commonitoria; ma in seguito prevalse il titolo di Litterae encyclicae, indirizzate sempre, quando riguardano tutta la Chiesa, "ai venerabili fratelli, patriarchi, primati, arcivescovi, vescovi e altri ordinarî di luoghi aventi pace e comunione con la Sede apostolica". Segue il nome del papa con le parole: "Venerabili fratelli, salute e benedizione apostolica", quindi il testo della lettera; con le prime due o tre parole di tale testo si designano comunemente le singole encicliche.
Le encicliche, come le bolle, i brevi e i motu-proprio pontifici, sono documenti di dottrina cattolica e fonti di diritto ecclesiastico, ma non possono considerarsi come pronunziati ex cathedra, né implicano per sé stesse il privilegio dell'infallibilità. Dato tuttavia il loro carattere di speciale solennità e la ripercussione che esse hanno avuto anche fuori del dominio strettamente religioso, le encicliche degli ultimi quattro pontificati costituiscono dei punti sicuri di riferimento nelle più importanti questioni teologiche, filosofiche, economiche e sociali dibattute in seno alla Chiesa e alla società.
Basti ricordare, fra quelle di Pio IX, la Quanta cura (8 dic. 1864) che accompagna il Sillabo; fra quelle di Leone XIII l'Aeterni Patris (4 ag. 1879) sopra S. Tommaso d'Aquino e la filosofia scolastica, l'Humanum genus (21 aprile 1884) sulla massoneria, l'Immortale Dei (1° novembre 1885) sulla cristiana costituzione degli stati, la Rerum novarum (16 maggio 1891) sulla questione sociale; fra quelle di Pio X, la Vehementer Nos (11 febbraio 1906) sull'intervento dei cattolici italiani nelle elezioni politiche, l'Acerbo nimis (15 aprile 1905) sull'insegnamento del catechismo, la Pascendi dominici gregis (8 settembre 1907) contro il modernismo; fra quelle di Pio XI, la Ubi arcano (23 dicembre 1922) sulla pace di Cristo nel regno di Cristo, la Divini illius (31 dic. 1929), che tratta dell'educazione cristiana della gioventù e la Casti connubii (31 dicembre 1930) sul matrimonio cristiano. Per la redazione in latino delle encicliche pontificie è istituita presso la Segreteria di stato un'apposita cancelleria distinta in due uffici, quello dei Brevi apostolici con a capo un segretario, e quello delle Lettere latine dipendente da un prosegretario (Cod. Iuris Canonici, c.c. 263-264). Manca sinora una raccolta completa e ordinata delle lettere che vanno sotto il nome di encicliche e di Epistolae Romanorum Pontificum. Esse si trovano sparse nei varî Bollarî romani, negli Acta S. Sedis (dal 1865 al 1908) e negli Acta Ap. Sedis (dal 1908 in poi). Cfr. A. Van Hove, Prolegomena ad Comm. Lovan. in Codicem I C., Malines e Roma 1928, tit. III, c. 30, p. 203-205.
Bibl.: G. Moroni, Dizionario di erudizione storico-ecclesiastica, Venezia 1846, s. v. Benedizione apostolica e Lettere apostoliche; Dictionn. de théol. cath., V. i, Parigi 1913, s. v. Encycliques; Catholic Encyclopaedia, V, New York 1909, s. v. Encyclical.