ENCEFALOGRAFIA (dal gr. ἐγκέϕαλος "cervello" e γράϕω "scrivo")
Speciale procedimento d'esplorazione radiologica del contenuto del cranio. ll chirurgo americano Dandy ha tentato per il primo, nel 1918, di rendere possibile l'esplorazione radiologica dei ventricoli cerebrali mediante l'introduzione in essi di sostanze di contrasto, in maniera da renderli visibili ai raggi X, i quali altrimenti metterebbero in evidenza solo le parti ossee del cranio. Si può così giudicare, a seconda delle alterazioni di forma e di dimensione dei ventricoli stessi, se esistano eventualmente delle lesioni endocraniche. Il contrasto può essere creato dall'introduzione d'una sostanza opaca (s'adopera il lipiodol, cioè iodio in soluzione oleosa) o, dati i pericoli assai minori, dall'insufflazione d'aria.
Il metodo è sommariamente il seguente: si pratica una puntura lombare o una puntura suboccipitale, s'estraggono 50-60 cmc. di liquor cerebro-spinale e poi s'introduce il gas, generalmente aria sterilizzata. Se si ricorre al lipiodol s'estrae meno liquido e s'adopera il cosiddetto lipiodol ascendente, più leggiero del liquore: in esso lo iodio è disciolto in olio di lino. Le sostanze introdotte, giunte nello spazio subaracnoideo, passano nel quarto ventricolo, poi, attraverso l'acquedotto di Silvio, nel terzo, e da questo, attraverso i due forami di Monro, nei ventricoli laterali (v. cervello). Se v'è qualche ostacolo o qualche deformazione, il passaggio o non avviene affatto o avviene irregolarmente: ciò è documentato dall'esplorazione radiografica che si pratica dopo l'intervento; essa permette di rendersi conto della posizione assunta dalla sostanza introdotta, opaca ai raggi, e perciò ben visibile. A questo procedimento, tentato la prima volta in Germania nel 1920 da Bingel, va propriamente il nome di encefalografia. Il procedimento di Dandy consiste invece nell'introdurre la sostanza di contrasto direttamente nei ventricoli laterali; trapanato il cranio in determinati punti di repere, s'estraggono con un ago 20-30 cmc. di liquido, e poi s'insufflano lentamente 20 cmc. d'aria sterilizzata; a questo metodo si dà più correttamente il nome di ventricolografia.
Recentemente E. Moniz ha introdotto nell'uso l'encefalografia arteriosa il cui procedimento è sinteticamente il seguente: introduzione nella carotide di composti iodati o di stronzio, con radiografia immediatamente successiva, per avere l'immagine radiografica dei vasi centrali, il cui profilo, se spostato, permette di conchiudere per la diagnosi di sede dei tumori, anche in casi in cui la localizzazione di essi con altri metodi non sia possibile.
Bibl.: M. Ponzio, Tecnica radiodiagnostica, Torino 1930; G. Chaumet, Traité de radiodiagnostic, Parigi 1930.