enallage
Figura retorica consistente nello scambiare le parti del discorso, o i modi e i tempi verbali, o il numero dei nomi, contravvenendo alle norme grammaticali per variare il discorso. Designata in latino come immutatio, l'e. è originariamente un solecismo, un vizio del discorso, che ne intacca quindi la ‛ perspicuitas '.
L'uso dell'aggettivo per l'avverbio è l'e. più comune, quantunque esso si giustifichi con la funzione che assume frequentemente il predicato nella lingua latina: e cominciommi a dir soave e piana (If II 56); ed el sen gì, come venne, veloce (Pg II 51); guardail fiso (III 106); e l'altre poi dolcemente e devote / seguitar lei (Pg VIII 16-17); di quel che 'l ciel veloce loro ammanna (XXIII 107). L'aggettivo ‛ soave ' ricorre frequentemente in luogo dell'avverbio corrispondente: cfr. If XIII 60 e XIX 131 (se, in quest'ultimo caso, soave riprende il precedente soavemente).
Frequente è anche l'uso dell'avverbio in luogo del sostantivo corrispondente: è il caso di ‛ dove ' e ‛ quando ' adoperati come sostantivi nel senso di ‛ luogo ' e ‛ tempo ', ma sempre in rima. Si aggiunga l'uso più raro dell'avverbio di luogo per il pronome, come in If XVIII 136 (e quinci sian le nostre viste sazie) e in Pd XIV 127 (m'innamorava... quinci).
Nell'uso delle forme verbali si verifica l'e. soprattutto a proposito dell'accordo col soggetto. L'uso del singolare per il plurale dipende generalmente dalla consuetudine latina di accordare il verbo con uno dei soggetti, come d'altro canto l'accordo del plurale col soggetto collettivo: il mal seme d'Adamo / gittansi (If III 115-116), quella gente / ch'eran con lui (Pg II 115). Evidente è invece l'e. in casi come Cortesia e valor di se dimora (If XVI 67), usciva insieme /parole e sangue (XIII 43-44), a ciascun soperchiava / d'un peccator li piedi (XIX 22-23), Sordello ed elli in dietro si raccolse (Pg VIII 62).
Talora, ma sempre in rima, il presente compare in luogo di un tempo passato: facevano un tumulto, il qual s'aggira (If III 28), Si torse sotto il peso che li 'mpaccia (Pg XI 74), dove tuttavia il presente può avere la sua giustificazione logica; o di un futuro: questo centesimo anno ancor s'incinqua (Pd IX 40); l'indicativo compare in luogo di un condizionale: se non si temperasse, tanto splende (Pd XXI 10). Un'e. nell'uso dei modi può considerarsi anche volta nel terzo epiciclo (Pd VIII 3), dove l'uso latineggiante del participio passato sostituisce il più normale gerundio (cfr. volgendosi, Pd VII 4).
All'e. va ricondotto infine l'uso improprio del pronome relativo per quanto riguarda i casi. A parte il ‛ cui ' comunemente usato nella lingua letteraria come complemento oggetto (ad es. oh felice colui cu' ivi elegge!, If I 129; cui buon volere e giusto amor cavalca, Pg XVIII 96, ecc.), in Pd I 26-27 si legge: de le foglie / che la materia e tu mi farai degno.